Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.
Ho iniziato il mio percorso universitario all’Università Bocconi con il corso di Economia e Management per Arte, Cultura e Comunicazione (CLEACC). Ai tempi ero molto incerta sul percorso che avrei voluto perseguire, mi piaceva l’arte e amavo la musica ma mio padre (un’artista) mi consigliava di cercare un corso che potesse comunque darmi delle skills pratiche.
Così decisi di iscrivermi alla Bocconi, che prima credevo non fosse il posto per me, ma che alla fine si è rivelata una delle scelte migliori che io abbia mai preso. Infatti, a seguito della laurea triennale decisi di continuare in Bocconi con la magistrale in Marketing Management, corso in inglese, che dava l’opportunità di imparare sul campo con casi studio e progetti per aziende.
Durante i cinque anni in Bocconi ho avuto la possibilità di studiare all’estero, prima a Shanghai alla Fudan University e poi a Tokyo alla Keio University. Sono state esperienze estremamente importanti per portarmi al di fuori da quello che il mondo che conoscevo e cercare di trattare temi che avrei voluto portare avanti professionalmente con una prospettiva diversa.
Per cui ho deciso di perseguire un master in giornalismo (rimanendo legata all’ambito e a competenze in marketing e comunicazione) alla City University of New York, che sto attualmente concludendo in remoto. Vivere il 2019/2020 dalla prospettiva statunitense è stato sicuramente unico, soprattutto in vista delle elezioni che si sono svolte recentemente. Trovo che queste esperienze permettano davvero di aprire la mente a culture e opinioni diverse, rendano le persone più propense e veloci nell’adattarsi a contesti nuovi, e rafforzino la capacità critica dell’individuo.
Sarà banale ma è fondamentale non perdere mai di vista le proprie passioni – che sia uno sport che praticate o leggere la sera, sono piccoli elementi che anche in contesti professionali possono fare la differenza.
Nel mio caso sicuramente il mio interesse per il mondo dell’arte e il fatto che suonassi la chitarra sono diventati argomento di discussione durante i miei colloqui di lavoro, oltre ad aver contribuito alla decisione di selezionare me per seguire certi progetti in ambito lavorativo, invece che altri colleghi. L’interesse per specifici ambiti e attività integra il profilo professionale e aiuta a distinguere tra candidati con percorsi professionali molto simili tra di loro.
Innanzitutto, tutte le esperienze brevi o lunghe, piccole o grandi, insegnano sempre qualcosa.
La mia prima esperienza come intern alla Juventus mi ha fatto immergere in un contesto estremamente dinamico e consolidato, lì mi occupavo di supportare il team sponsorship con l’organizzazione delle attività partner – dai biglietti per una partita all’organizzazione di un evento allo stadio e altro.
È stato interessante ricoprire un ruolo che andava ad interfacciarsi con tutti i dipartimenti interni e con figure di tutti i livelli all’interno dell’azienda, oltre al fatto di aver avuto modo di vedere dal dietro le quinte il prendere forma di una strategia più ampia che la Juve voleva perseguire come azienda oltre che come squadra.
Ho scelto poi di andare a lavorare nel mondo della consulenza, in Interbrand – società di consulenza in ambito brand e marketing. Un’esperienza come questa ti permette di apprendere molto velocemente, vedendo molte diverse realtà e lavorando su molteplici progetti in contemporanea uno dev’essere veloce nell’adattarsi e sapere ascoltare per capire le esigenze del cliente. Lì ho lavorato su progetti più analitici di market research, e progetti più strategici e di brand positioning, dove un approccio creativo e la mia passione per la scrittura mi hanno aiutata moltissimo.
J-corps invece è stata un’esperienza di internship con l’università a New York, dove durante l’estate abbiamo offerto servizi di visual journalism (fotografia, video, editing, visualizzazione dati, mappe, ed altro) ad alcune pubblicazioni locali che non hanno una struttura interna dedicata a questo genere di attività. È stato molto formativo collaborare con realtà più piccole e con esigenze molto specifiche, dal fotografare della frutta e del cibo andato a male, al costruire una timeline della storia di un’azienda e di una faida familiare.
Sono arrivata in Caracol perché conoscevo personalmente alcuni dei co-founder ed avevo visto da vicino il progetto prendere forma. Mi hanno coinvolta ad un certo punto per aiutarli con il posizionamento di brand e lo sviluppo degli asset strategici dell’identità del brand.
Era inizialmente un’attività che ho seguito dall’esterno. Dopodiché ho iniziato ad aiutarli con il sito internet e con il fatto che ero appena partita per New York e loro erano stati selezionati per il Global Startup Program del Ministero per lo Sviluppo Economico ho iniziato a seguire da vicino il team – a New York lavoravo con il CEO e il CFO. Per cui è stato molto naturale come inserimento, ai tempi avevano necessità di una figura che si occupasse dello sviluppare il dipartimento marketing.
Ho deciso quindi di entrare a far parte del team e ho inizialmente lavorato da New York, dove a febbraio abbiamo dato vita ad una sede americana che lavora già con alcuni clienti statunitensi. Sono poi tornata in Italia a causa Covid-19, e attualmente sto lavorando quindi dal nostro centro produttivo di Lomazzo, in provincia di Como. Non appena sarà possibile torneremo a New York per aprire il nostro secondo centro produttivo.
Caracol è una startup che offre servizi di manifattura additiva avanzati e customizzati, dal design alla produzione, ad aziende in diversi settori – dall’aerospazio all’automotive, dal design e arredamento all’arte contemporanea, fino al mondo healthcare.
Offriamo soluzioni, quali: design di prodotto e sviluppo di concept per ingegnerizzare i componenti per la produzione in manifattura additiva, stampa 3D di prototipi su larga scala di larghezza nell’ordine dei metri con il suo sistema robotico brevettato, produzione in serie di prodotti finiti nell’ordine delle decine di migliaia, supporto nell’internalizzazione di tecnologie di stampa 3D in azienda, training e workshop sull’applicazione di tali tecnologie.
Lo facciamo grazie alle competenze diversificate del team, che combina l’expertise nel generative design e manifattura additiva, con la conoscenza del settore industriale e manifatturiero, per produrre componenti per applicazioni performanti, geometrie complesse e pezzi di larga scala. Grazie al know-how e alle partnership strategiche sviluppate con produttori di materiali, il team R&D identifica i migliori materiali e le tecnologie più efficaci che permettano in maniera customizzata di massimizzare la performance dei prodotti per i propri clienti.
Oggi in Caracol sono Chief Marketing and Strategy Officer. Mi occupo di attività che cambiano ogni giorno: dell’organizzazione di eventi, post sui social media e newsletter che inviamo, campagne online, scrivere a giornalisti, individuare opportunità per realizzare casi studio che mettano in mostra le nostre capacità, strutturare presentazioni per target vari da clienti, a pitch, a potenziali investitori e supporto il CEO con lo sviluppo della visione strategica dell’azienda.
Nella nostra visione aziendale crediamo che il marketing abbia un ruolo più strategico che va ben oltre alle attività di comunicazione di base e che quindi permette al team marketing di diventare parte attiva anche sui progetti che l’azienda porta avanti.
Avere l’opportunità di ricoprire un ruolo del genere in una startup è sicuramente l’esperienza più sfidante che io abbia mai intrapreso finora, ma anche la più formativa. In Caracol, ho messo le fondamenta di tutto ciò che riguarda la struttura dell’area marketing partendo da zero. Questo mi ha permesso, ma anche richiesto, di confrontarmi con profili molto diversi dal mio, con background piuttosto tecnici.
In generale, quest’esperienza mi ha dato due principali insegnamenti. Innanzitutto, la capacità di elevare a livello strategico delle insight innovative raccolte dalla visione avanguardista del team tecnico, cercando di tradurre il tutto in un linguaggio che sia comprensibile ed accattivante anche per un pubblico di non esperti. Inoltre, mi ha dato la possibilità di seguire attività dal momento dell’ideazione fino al concretizzarsi in attività tangibili e vedere l’impatto che queste hanno sulla crescita dell’azienda.
Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazia a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.
Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.
Ho iniziato il mio percorso universitario all’Università Bocconi con il corso di Economia e Management per Arte, Cultura e Comunicazione (CLEACC). Ai tempi ero molto incerta sul percorso che avrei voluto perseguire, mi piaceva l’arte e amavo la musica ma mio padre (un’artista) mi consigliava di cercare un corso che potesse comunque darmi delle skills pratiche.
Così decisi di iscrivermi alla Bocconi, che prima credevo non fosse il posto per me, ma che alla fine si è rivelata una delle scelte migliori che io abbia mai preso. Infatti, a seguito della laurea triennale decisi di continuare in Bocconi con la magistrale in Marketing Management, corso in inglese, che dava l’opportunità di imparare sul campo con casi studio e progetti per aziende.
Durante i cinque anni in Bocconi ho avuto la possibilità di studiare all’estero, prima a Shanghai alla Fudan University e poi a Tokyo alla Keio University. Sono state esperienze estremamente importanti per portarmi al di fuori da quello che il mondo che conoscevo e cercare di trattare temi che avrei voluto portare avanti professionalmente con una prospettiva diversa.
Per cui ho deciso di perseguire un master in giornalismo (rimanendo legata all’ambito e a competenze in marketing e comunicazione) alla City University of New York, che sto attualmente concludendo in remoto. Vivere il 2019/2020 dalla prospettiva statunitense è stato sicuramente unico, soprattutto in vista delle elezioni che si sono svolte recentemente. Trovo che queste esperienze permettano davvero di aprire la mente a culture e opinioni diverse, rendano le persone più propense e veloci nell’adattarsi a contesti nuovi, e rafforzino la capacità critica dell’individuo.
Sarà banale ma è fondamentale non perdere mai di vista le proprie passioni – che sia uno sport che praticate o leggere la sera, sono piccoli elementi che anche in contesti professionali possono fare la differenza.
Nel mio caso sicuramente il mio interesse per il mondo dell’arte e il fatto che suonassi la chitarra sono diventati argomento di discussione durante i miei colloqui di lavoro, oltre ad aver contribuito alla decisione di selezionare me per seguire certi progetti in ambito lavorativo, invece che altri colleghi. L’interesse per specifici ambiti e attività integra il profilo professionale e aiuta a distinguere tra candidati con percorsi professionali molto simili tra di loro.
Innanzitutto, tutte le esperienze brevi o lunghe, piccole o grandi, insegnano sempre qualcosa.
La mia prima esperienza come intern alla Juventus mi ha fatto immergere in un contesto estremamente dinamico e consolidato, lì mi occupavo di supportare il team sponsorship con l’organizzazione delle attività partner – dai biglietti per una partita all’organizzazione di un evento allo stadio e altro.
È stato interessante ricoprire un ruolo che andava ad interfacciarsi con tutti i dipartimenti interni e con figure di tutti i livelli all’interno dell’azienda, oltre al fatto di aver avuto modo di vedere dal dietro le quinte il prendere forma di una strategia più ampia che la Juve voleva perseguire come azienda oltre che come squadra.
Ho scelto poi di andare a lavorare nel mondo della consulenza, in Interbrand – società di consulenza in ambito brand e marketing. Un’esperienza come questa ti permette di apprendere molto velocemente, vedendo molte diverse realtà e lavorando su molteplici progetti in contemporanea uno dev’essere veloce nell’adattarsi e sapere ascoltare per capire le esigenze del cliente. Lì ho lavorato su progetti più analitici di market research, e progetti più strategici e di brand positioning, dove un approccio creativo e la mia passione per la scrittura mi hanno aiutata moltissimo.
J-corps invece è stata un’esperienza di internship con l’università a New York, dove durante l’estate abbiamo offerto servizi di visual journalism (fotografia, video, editing, visualizzazione dati, mappe, ed altro) ad alcune pubblicazioni locali che non hanno una struttura interna dedicata a questo genere di attività. È stato molto formativo collaborare con realtà più piccole e con esigenze molto specifiche, dal fotografare della frutta e del cibo andato a male, al costruire una timeline della storia di un’azienda e di una faida familiare.
Sono arrivata in Caracol perché conoscevo personalmente alcuni dei co-founder ed avevo visto da vicino il progetto prendere forma. Mi hanno coinvolta ad un certo punto per aiutarli con il posizionamento di brand e lo sviluppo degli asset strategici dell’identità del brand.
Era inizialmente un’attività che ho seguito dall’esterno. Dopodiché ho iniziato ad aiutarli con il sito internet e con il fatto che ero appena partita per New York e loro erano stati selezionati per il Global Startup Program del Ministero per lo Sviluppo Economico ho iniziato a seguire da vicino il team – a New York lavoravo con il CEO e il CFO. Per cui è stato molto naturale come inserimento, ai tempi avevano necessità di una figura che si occupasse dello sviluppare il dipartimento marketing.
Ho deciso quindi di entrare a far parte del team e ho inizialmente lavorato da New York, dove a febbraio abbiamo dato vita ad una sede americana che lavora già con alcuni clienti statunitensi. Sono poi tornata in Italia a causa Covid-19, e attualmente sto lavorando quindi dal nostro centro produttivo di Lomazzo, in provincia di Como. Non appena sarà possibile torneremo a New York per aprire il nostro secondo centro produttivo.
Caracol è una startup che offre servizi di manifattura additiva avanzati e customizzati, dal design alla produzione, ad aziende in diversi settori – dall’aerospazio all’automotive, dal design e arredamento all’arte contemporanea, fino al mondo healthcare.
Offriamo soluzioni, quali: design di prodotto e sviluppo di concept per ingegnerizzare i componenti per la produzione in manifattura additiva, stampa 3D di prototipi su larga scala di larghezza nell’ordine dei metri con il suo sistema robotico brevettato, produzione in serie di prodotti finiti nell’ordine delle decine di migliaia, supporto nell’internalizzazione di tecnologie di stampa 3D in azienda, training e workshop sull’applicazione di tali tecnologie.
Lo facciamo grazie alle competenze diversificate del team, che combina l’expertise nel generative design e manifattura additiva, con la conoscenza del settore industriale e manifatturiero, per produrre componenti per applicazioni performanti, geometrie complesse e pezzi di larga scala. Grazie al know-how e alle partnership strategiche sviluppate con produttori di materiali, il team R&D identifica i migliori materiali e le tecnologie più efficaci che permettano in maniera customizzata di massimizzare la performance dei prodotti per i propri clienti.
Oggi in Caracol sono Chief Marketing and Strategy Officer. Mi occupo di attività che cambiano ogni giorno: dell’organizzazione di eventi, post sui social media e newsletter che inviamo, campagne online, scrivere a giornalisti, individuare opportunità per realizzare casi studio che mettano in mostra le nostre capacità, strutturare presentazioni per target vari da clienti, a pitch, a potenziali investitori e supporto il CEO con lo sviluppo della visione strategica dell’azienda.
Nella nostra visione aziendale crediamo che il marketing abbia un ruolo più strategico che va ben oltre alle attività di comunicazione di base e che quindi permette al team marketing di diventare parte attiva anche sui progetti che l’azienda porta avanti.
Avere l’opportunità di ricoprire un ruolo del genere in una startup è sicuramente l’esperienza più sfidante che io abbia mai intrapreso finora, ma anche la più formativa. In Caracol, ho messo le fondamenta di tutto ciò che riguarda la struttura dell’area marketing partendo da zero. Questo mi ha permesso, ma anche richiesto, di confrontarmi con profili molto diversi dal mio, con background piuttosto tecnici.
In generale, quest’esperienza mi ha dato due principali insegnamenti. Innanzitutto, la capacità di elevare a livello strategico delle insight innovative raccolte dalla visione avanguardista del team tecnico, cercando di tradurre il tutto in un linguaggio che sia comprensibile ed accattivante anche per un pubblico di non esperti. Inoltre, mi ha dato la possibilità di seguire attività dal momento dell’ideazione fino al concretizzarsi in attività tangibili e vedere l’impatto che queste hanno sulla crescita dell’azienda.
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