Nuovo appuntamento della rubrica “Ask Me Anything”: oggi incontriamo Luca De Stefano, giovanissimo Process Engineer! Luca condivide con noi l’importanza del lavoro in team, la sinergia e il confronto interno agli stabilimenti come chiave vincente per eccellere nel ruolo!
Ciao Luca, raccontaci di te! In quale università hai studiato e quale percorso hai scelto?
Ciao Joinrs! Ho 25 anni e vengo da Termoli, nel Molisano che sì, esiste per davvero!
All’età di 18 anni mi sono trasferito a Milano per studiare al Politecnico di Milano dove ho scelto di intraprendere un percorso triennale in Ingegneria Gestionale prima, e una magistrale con focus sulla Supply Chain poi. In particolare, mi era molto piaciuto un esame di Operation Management e il professore, che poi è diventato anche il relatore della mia tesi, era stato d’ispirazione per me. Questo mi ha portato ad appassionarmi all’ambito industrial, così ho deciso di specializzarmi in produzione al secondo anno della magistrale.
Nel corso della tua carriera accademica hai avuto l’opportunità di studiare in Francia. Quali differenze hai riscontrato con l’Italia e cos’hai imparato (in un’ottica personale e/o professionale)?
L’esperienza Erasmus+ che mi ha portato a Lille - in Francia - durante la magistrale è, senza dubbio, una vera e propria esperienza di vita che consiglio a tutti, per tante ragioni diverse:
- A livello universitario, mi ha permesso di approcciarmi ad un metodo di studio molto diverso da quello delle università italiane. I programmi degli esami sono più compatti (di 2-3 cfu) e la pratica prevale, in un certo senso, sulla teoria: infatti, consistono principalmente nella realizzazione di progetti di gruppo. Una sfida continua, che mi ha permesso di acquisire competenze in teamwork, comunicazione e lingue e di uscire dalla comfort zone.
- A livello personale, allontanarsi da casa, studiare in un altro paese, avvicinarsi a lingue e culture diverse e conoscere persone da tutto il mondo ti apre la mente. Anche per questo ho cercato di mantenere un contatto con la realtà dello scambio interculturale al mio rientro in Italia, impegnandomi con l’associazione ESN (Erasmus Student Network) che accompagna studenti da tutto il mondo durante il corso dell’esperienza Erasmus+ nel paese ospitante.
Oggi lavori in Unilever, quale ruolo ricopri?
Lavoro in Unilever come Ingegnere di processo da marzo 2023. Prima di completare la tesi magistrale ho iniziato a cercare opportunità lavorative, avevo già un’esperienza in un’azienda manifatturiera che produce cavi elettrici, come Junior Process Engineer; quindi, mi sono catapultato nella ricerca di questo ruolo perché mi piaceva molto e avevo capito essere in linea con quello che volevo fare.
In Unilever c’era una posizione aperta e così ho iniziato il processo di selezione che mi ha portato fin qui!
Puoi raccontarci l’iter di selezione che hai affrontato?
Dopo una prima telefonata conoscitiva, abbiamo approfondito con un colloquio da remoto insieme a un collega HR e alla Line Manager. In questa occasione sono stato messo alla prova con domande più tecniche per capire qual era il mio livello di conoscenza di alcune tematiche per quel ruolo - ma non ho avuto sorprese, ho trovato tutto in linea con requisiti e attività presenti nell'annuncio al quale mi ero candidato.
Superata questa seconda fase, sono stato invitato, per un colloquio in presenza, in quello che è lo stabilimento in cui lavoro oggi, il sito produttivo di Casalpusterlengo, dove ho potuto fare un tour della fabbrica e parlare con il Direttore della mia esperienza nel precedente lavoro.
L’impressione che ho avuto all’inizio è stata super positiva, le persone incontrate hanno fatto sì che mi sentissi a mio agio e così dopo quell’incontro, ho ricevuto la telefonata per l’assunzione e a marzo 2023 è iniziato la fase ufficiale di onboarding!
Non è affatto scontato trovare un ambiente positivo e accogliente e soprattutto flessibile. In quel periodo dovevo ancora conseguire la laurea magistrale e mi hanno permesso di prendere tempo e spazio per conciliare il lavoro con la fine degli studi.
Come spiegheresti il tuo lavoro se te lo chiedesse la nonna?
Il mio ruolo è quello di Ingegnere di processo, il che significa che sono a tutti gli effetti responsabile della linea di confezionamento e del reparto che crea i pallet. Collaboro con tecnici e operai con l’obiettivo di aumentare le prestazioni di una linea e minimizzare il rischio di guasto, perdita o micro-fermo. La collaborazione con gli operai dell’impianto è fondamentale, perché mi consente di ricevere e raccogliere feedback di ogni tipo per ottimizzare i processi. A partire da queste analisi preliminari, insieme al servizio tecnico, capiamo a cosa dare priorità in fabbrica, su cosa focalizzarsi, così che il reparto e le linee funzionino al meglio!
Raccontaci della tua routine in azienda e di un progetto a cui hai preso parte e di cui sei particolarmente orgoglioso.
Non c’è una giornata tipo e questo è anche il bello!
Ciò che rimane standard è la parte iniziale e quella finale della giornata, perché effettuiamo dei meeting di team, ma tutto ciò che c’è nel mezzo può cambiare molto da un giorno all’altro.
Quanto ai progetti, quest’anno mi sono concentrato su due in particolare:
● Il miglioramento del reparto pallettizzatori,. È stato molto sfidante, mi è stata data tanta responsabilità fin da subito e ho dovuto imparare a gestirla, sempre ovviamente con l’aiuto del mio capo;
● Il perfezionamento della linea di confezionamento che produce lo Svelto da 500ml: è stato molto soddisfacente, perché abbiamo dovuto ottimizzare la confezione del prodotto. Grazie al prezioso aiuto degli operai, abbiamo lavorato in sinergia efficientando il prodotto e raggiungendo un risultato che nessuno si aspettava!
In seguito al successo del secondo progetto, ho ottenuto una promozione come UMS Coordinator per un progetto grande che coinvolge qualità, sicurezza e produzione secondo tanti pilastri con l’obiettivo di trovare un metodo in comune tra questi per affrontare i problemi e portare avanti dei progetti di miglioramento.
Su quali skills (hard e soft) consiglieresti di investire ad un giovane che ambisce a lavorare in questo settore?
Rispetto alla mia esperienza consiglierei di focalizzare l’attenzione su strumenti e applicativi non approfonditi all’università e che vengono utilizzati in azienda, come Power BI, Excel, analisi e presentazioni dati e dashboard più in generale, e come a partire da questi dati estrapolare informazioni salienti. Poi, si impara sul campo, secondo me il migliore approccio da seguire consiste nel capire il metodo giusto per affrontare un task, così come un progetto e apportare un miglioramento.
Hai delle letture da consigliare ad uno studente o laureato interessato a questo settore?
Un libro che mi ha colpito particolarmente si chiama “Chi ha spostato il mio formaggio” di Spencer Jhonson: la riflessione alla base del libro è che se c’è un problema, la soluzione stessa risiede nel trovare una strada alternativa, così da non focalizzarsi sul problema cambiando prospettiva. Nel libro si parla anche di overthinking e di come questo possa minare la nostra “lucidità mentale” nell’affrontare situazioni problematiche cogliendo nuove opportunità.
L’altro libro che consiglio, si chiama “Il Gioco Interiore del Tennis”. Ho scoperto recentemente di avere questa passione legata allo sport! Quello che mi piace di più è senz’altro il processo di stabilità mentale che si cela dietro al gioco del tennis, diventa quasi un'arte che richiede competenze che vanno ben oltre la preparazione fisica.
Nuovo appuntamento della rubrica “Ask Me Anything”: oggi incontriamo Luca De Stefano, giovanissimo Process Engineer! Luca condivide con noi l’importanza del lavoro in team, la sinergia e il confronto interno agli stabilimenti come chiave vincente per eccellere nel ruolo!
Ciao Luca, raccontaci di te! In quale università hai studiato e quale percorso hai scelto?
Ciao Joinrs! Ho 25 anni e vengo da Termoli, nel Molisano che sì, esiste per davvero!
All’età di 18 anni mi sono trasferito a Milano per studiare al Politecnico di Milano dove ho scelto di intraprendere un percorso triennale in Ingegneria Gestionale prima, e una magistrale con focus sulla Supply Chain poi. In particolare, mi era molto piaciuto un esame di Operation Management e il professore, che poi è diventato anche il relatore della mia tesi, era stato d’ispirazione per me. Questo mi ha portato ad appassionarmi all’ambito industrial, così ho deciso di specializzarmi in produzione al secondo anno della magistrale.
Nel corso della tua carriera accademica hai avuto l’opportunità di studiare in Francia. Quali differenze hai riscontrato con l’Italia e cos’hai imparato (in un’ottica personale e/o professionale)?
L’esperienza Erasmus+ che mi ha portato a Lille - in Francia - durante la magistrale è, senza dubbio, una vera e propria esperienza di vita che consiglio a tutti, per tante ragioni diverse:
- A livello universitario, mi ha permesso di approcciarmi ad un metodo di studio molto diverso da quello delle università italiane. I programmi degli esami sono più compatti (di 2-3 cfu) e la pratica prevale, in un certo senso, sulla teoria: infatti, consistono principalmente nella realizzazione di progetti di gruppo. Una sfida continua, che mi ha permesso di acquisire competenze in teamwork, comunicazione e lingue e di uscire dalla comfort zone.
- A livello personale, allontanarsi da casa, studiare in un altro paese, avvicinarsi a lingue e culture diverse e conoscere persone da tutto il mondo ti apre la mente. Anche per questo ho cercato di mantenere un contatto con la realtà dello scambio interculturale al mio rientro in Italia, impegnandomi con l’associazione ESN (Erasmus Student Network) che accompagna studenti da tutto il mondo durante il corso dell’esperienza Erasmus+ nel paese ospitante.
Oggi lavori in Unilever, quale ruolo ricopri?
Lavoro in Unilever come Ingegnere di processo da marzo 2023. Prima di completare la tesi magistrale ho iniziato a cercare opportunità lavorative, avevo già un’esperienza in un’azienda manifatturiera che produce cavi elettrici, come Junior Process Engineer; quindi, mi sono catapultato nella ricerca di questo ruolo perché mi piaceva molto e avevo capito essere in linea con quello che volevo fare.
In Unilever c’era una posizione aperta e così ho iniziato il processo di selezione che mi ha portato fin qui!
Puoi raccontarci l’iter di selezione che hai affrontato?
Dopo una prima telefonata conoscitiva, abbiamo approfondito con un colloquio da remoto insieme a un collega HR e alla Line Manager. In questa occasione sono stato messo alla prova con domande più tecniche per capire qual era il mio livello di conoscenza di alcune tematiche per quel ruolo - ma non ho avuto sorprese, ho trovato tutto in linea con requisiti e attività presenti nell'annuncio al quale mi ero candidato.
Superata questa seconda fase, sono stato invitato, per un colloquio in presenza, in quello che è lo stabilimento in cui lavoro oggi, il sito produttivo di Casalpusterlengo, dove ho potuto fare un tour della fabbrica e parlare con il Direttore della mia esperienza nel precedente lavoro.
L’impressione che ho avuto all’inizio è stata super positiva, le persone incontrate hanno fatto sì che mi sentissi a mio agio e così dopo quell’incontro, ho ricevuto la telefonata per l’assunzione e a marzo 2023 è iniziato la fase ufficiale di onboarding!
Non è affatto scontato trovare un ambiente positivo e accogliente e soprattutto flessibile. In quel periodo dovevo ancora conseguire la laurea magistrale e mi hanno permesso di prendere tempo e spazio per conciliare il lavoro con la fine degli studi.
Come spiegheresti il tuo lavoro se te lo chiedesse la nonna?
Il mio ruolo è quello di Ingegnere di processo, il che significa che sono a tutti gli effetti responsabile della linea di confezionamento e del reparto che crea i pallet. Collaboro con tecnici e operai con l’obiettivo di aumentare le prestazioni di una linea e minimizzare il rischio di guasto, perdita o micro-fermo. La collaborazione con gli operai dell’impianto è fondamentale, perché mi consente di ricevere e raccogliere feedback di ogni tipo per ottimizzare i processi. A partire da queste analisi preliminari, insieme al servizio tecnico, capiamo a cosa dare priorità in fabbrica, su cosa focalizzarsi, così che il reparto e le linee funzionino al meglio!
Raccontaci della tua routine in azienda e di un progetto a cui hai preso parte e di cui sei particolarmente orgoglioso.
Non c’è una giornata tipo e questo è anche il bello!
Ciò che rimane standard è la parte iniziale e quella finale della giornata, perché effettuiamo dei meeting di team, ma tutto ciò che c’è nel mezzo può cambiare molto da un giorno all’altro.
Quanto ai progetti, quest’anno mi sono concentrato su due in particolare:
● Il miglioramento del reparto pallettizzatori,. È stato molto sfidante, mi è stata data tanta responsabilità fin da subito e ho dovuto imparare a gestirla, sempre ovviamente con l’aiuto del mio capo;
● Il perfezionamento della linea di confezionamento che produce lo Svelto da 500ml: è stato molto soddisfacente, perché abbiamo dovuto ottimizzare la confezione del prodotto. Grazie al prezioso aiuto degli operai, abbiamo lavorato in sinergia efficientando il prodotto e raggiungendo un risultato che nessuno si aspettava!
In seguito al successo del secondo progetto, ho ottenuto una promozione come UMS Coordinator per un progetto grande che coinvolge qualità, sicurezza e produzione secondo tanti pilastri con l’obiettivo di trovare un metodo in comune tra questi per affrontare i problemi e portare avanti dei progetti di miglioramento.
Su quali skills (hard e soft) consiglieresti di investire ad un giovane che ambisce a lavorare in questo settore?
Rispetto alla mia esperienza consiglierei di focalizzare l’attenzione su strumenti e applicativi non approfonditi all’università e che vengono utilizzati in azienda, come Power BI, Excel, analisi e presentazioni dati e dashboard più in generale, e come a partire da questi dati estrapolare informazioni salienti. Poi, si impara sul campo, secondo me il migliore approccio da seguire consiste nel capire il metodo giusto per affrontare un task, così come un progetto e apportare un miglioramento.
Hai delle letture da consigliare ad uno studente o laureato interessato a questo settore?
Un libro che mi ha colpito particolarmente si chiama “Chi ha spostato il mio formaggio” di Spencer Jhonson: la riflessione alla base del libro è che se c’è un problema, la soluzione stessa risiede nel trovare una strada alternativa, così da non focalizzarsi sul problema cambiando prospettiva. Nel libro si parla anche di overthinking e di come questo possa minare la nostra “lucidità mentale” nell’affrontare situazioni problematiche cogliendo nuove opportunità.
L’altro libro che consiglio, si chiama “Il Gioco Interiore del Tennis”. Ho scoperto recentemente di avere questa passione legata allo sport! Quello che mi piace di più è senz’altro il processo di stabilità mentale che si cela dietro al gioco del tennis, diventa quasi un'arte che richiede competenze che vanno ben oltre la preparazione fisica.