Osservatori Digital Innovation

Pubblicato il 03 May 2024
Pubblicato il 03 May 2024
Cos’è il Sandbox e quali vantaggi offre alle startup Fintech

Cos’è il Sandbox e quali vantaggi offre alle startup Fintech


Possiamo definire il Sandbox come la sperimentazione di un’attività disciplinata dalla normativa del settore bancario, finanziario, assicurativo.

A seconda di come è configurato il Sandbox, l’Autorità di vigilanza che lo organizza può consentire ai promotori di disapplicare alcune norme nella realizzazione del progetto o fornire assistenza nell’interpretazione e nell’applicazione della regolamentazione man mano che emergono questioni e dubbi durante la sperimentazione.

Trasferendo il significato originale al Sandbox italiano, possiamo definirlo come uno spazio protetto dedicato alla sperimentazione digitale nei settori bancario, finanziario e assicurativo, idoneo a sostenere la crescita e l'evoluzione del mercato Fintech italiano e al contempo garantire adeguati livelli di tutela dei consumatori e la stabilità negli equilibri finanziari.

Il Sandbox regolamentare in Italia
Si parla di Sandbox in Italia a partire dal report Fintech di Banca d'Italia datato 2017. Anche la Consob, l'anno successivo inseriva, sulla scia del Regno Unito, questo strumento tra i principali vettori d'innovazione attivati a livello globale. Oltre al Regno Unito, anche altri Paesi nel corso degli anni si sono dotati di un Regulatory Sandbox. Tra questi Hong Kong, Singapore, Olanda, Danimarca, Polonia e Lituania.

Dopo questi primi step preliminari, il Sandbox “regolamentare” in Italia è stato previsto dal legislatore a giugno 2019 tramite un emendamento alla legge di conversione del Decreto Crescita. La legge ha dato mandato al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) di emanare, sentite le principali Autorità di vigilanza Italiane (Banca d’Italia, Consob e IVASS), i regolamenti necessari a “definire le condizioni e le modalità di svolgimento di una sperimentazione relativa alle attività di tecno-finanza (FinTech)”. Il Ministero ha quindi lavorato su una bozza di regolamento, che è stata sottoposta a consultazione pubblica per raccogliere contributi dagli attori interessati.

Cosa prevede il decreto attuativo del MEF
Il decreto attuativo del MEF è entrato in vigore il 17 luglio 2021 e prevede sostanzialmente:
- la designazione di un Comitato Fintechquale cabina di regia istituita presso il MEF, con il compito di delineare gli obiettivi e mediare tra operatori del settore e autorità viglianti;
- le modalità di svolgimento della sperimentazionedi attività Fintech in Italia all'interno di una Sandbox regolamentare.
Seguendo l'esempio dell'esperienza britannica descritta in precedenza, il Sandbox in Italia si configura come un ambiente controllato. In questo modo gli operatori del settore Fintech, in costante mediazione dialogo con Banca d'Italia, Consob e IVASS (vale a dire le autorità di vigilanza competenti) possono sperimentare per un periodo di tempo limitato, prodotti e servizi tecnologicamente innovativi nel settore bancario, finanziario e assicurativo. Il tutto beneficiando di un regime regolamentare semplificato.

Le sperimentazioni devono avere una durata massima di 18 mesi, eventualmente prorogabili di 12 mesi (previo consenso dell’autorità competente) e sono caratterizzate da requisiti patrimoniali ridotti, nonché adempimenti semplificati e proporzionati alle attività che si intende svolgere.

Le finestre di sperimentazione del Sandbox in Italia: in quale anno in Italia si sono aperte le iscrizioni alla Sandbox regolamentare in ambito finanziario?
La prima finestra temporale per la presentazione delle candidature alla sperimentazione è stata aperta dal 15 novembre 2021 al 15 gennaio 2022. Nella prima fase, su 38 candidature, sono stati accettati 16 progetti. Si tratta di un risultato paragonabile alle 18 iniziative ammesse nella prima finestra di sperimentazione nel Regno Unito. Banca d'Italia ha supervisionato 13 progetti nel settore bancario, finanziario e Fintech, mentre IVASS ha avviato tre sperimentazioni assicurative. Tuttavia, la Consob, responsabile della vigilanza sugli investimenti, non ha potuto approvare alcun progetto, principalmente a causa di requisiti d'ingresso considerati eccessivamente rigidi.

Sebbene la prima fase abbia registrato un interesse significativo e numerose candidature, ha anche evidenziato criticità intrinseche allo strumento (come inizialmente concepito e disciplinato dal legislatore) che potrebbero comprometterne l'efficacia e i benefici complessivi.

Conseguentemente, il Parlamento e le Autorità hanno organizzato incontri con gli stakeholder per riflettere sui prossimi sviluppi e correggere le criticità nella seconda fase di sperimentazione. A questo proposito, l'Osservatorio Fintech & Insurtech, rappresentato dalla direttrice Laura Grassi alla conferenza presso la Camera dei deputati e all’incontro “Sviluppi e opportunità della sandbox regolamentare”, ha svolto un ruolo centrale in questi dibattiti. Le necessità emerse come più impellenti riguardano la semplificazione nella comunicazione e nei requisiti d'ingresso per ridurre i costi legali e di compliance per le Fintech, in particolare quelle meno strutturate. La Consob, inoltre, negli scorsi mesi ha ottenuto l'approvazione di una norma che consente per la seconda finestra l'accesso anche a operatori non già autorizzati.

La seconda finestra di sperimentazione, prevista nel 2024, ha visto aprirsi le candidature dal 3 novembre al 5 dicembre 2023.

A cosa serve un Sandbox in Italia? Il parere delle startup Fintech
Il Sandbox rappresenta una valida opportunità di crescita, in quanto mezzo per ridurre i costi, sperimentare nuove soluzioni e prodotti e possedere una sorta di certificazione di qualità. Inoltre, il Sandbox rappresenta una notevole possibilità di adempiere più efficientemente e con minori costi alle normative vigenti.

Secondo una survey dell’Osservatorio Fintech & Insurtech, la creazione di un Sandbox Italiano è ritenuta utile da circa la metà di startup Fintech e Insurtech operanti in Italia, a prescindere che esse rientrino o meno nel perimetro regolamentato di Banca d’Italia. Una buona percentuale delle realtà interessate è anche intenzionate a fare application.

Laura Grassi - Ricercatrice al Politecnico di Milano e Direttrice dell'Osservatorio Fintech & Insurtec

Possiamo definire il Sandbox come la sperimentazione di un’attività disciplinata dalla normativa del settore bancario, finanziario, assicurativo.

A seconda di come è configurato il Sandbox, l’Autorità di vigilanza che lo organizza può consentire ai promotori di disapplicare alcune norme nella realizzazione del progetto o fornire assistenza nell’interpretazione e nell’applicazione della regolamentazione man mano che emergono questioni e dubbi durante la sperimentazione.

Trasferendo il significato originale al Sandbox italiano, possiamo definirlo come uno spazio protetto dedicato alla sperimentazione digitale nei settori bancario, finanziario e assicurativo, idoneo a sostenere la crescita e l'evoluzione del mercato Fintech italiano e al contempo garantire adeguati livelli di tutela dei consumatori e la stabilità negli equilibri finanziari.

Il Sandbox regolamentare in Italia
Si parla di Sandbox in Italia a partire dal report Fintech di Banca d'Italia datato 2017. Anche la Consob, l'anno successivo inseriva, sulla scia del Regno Unito, questo strumento tra i principali vettori d'innovazione attivati a livello globale. Oltre al Regno Unito, anche altri Paesi nel corso degli anni si sono dotati di un Regulatory Sandbox. Tra questi Hong Kong, Singapore, Olanda, Danimarca, Polonia e Lituania.

Dopo questi primi step preliminari, il Sandbox “regolamentare” in Italia è stato previsto dal legislatore a giugno 2019 tramite un emendamento alla legge di conversione del Decreto Crescita. La legge ha dato mandato al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) di emanare, sentite le principali Autorità di vigilanza Italiane (Banca d’Italia, Consob e IVASS), i regolamenti necessari a “definire le condizioni e le modalità di svolgimento di una sperimentazione relativa alle attività di tecno-finanza (FinTech)”. Il Ministero ha quindi lavorato su una bozza di regolamento, che è stata sottoposta a consultazione pubblica per raccogliere contributi dagli attori interessati.

Cosa prevede il decreto attuativo del MEF
Il decreto attuativo del MEF è entrato in vigore il 17 luglio 2021 e prevede sostanzialmente:
- la designazione di un Comitato Fintechquale cabina di regia istituita presso il MEF, con il compito di delineare gli obiettivi e mediare tra operatori del settore e autorità viglianti;
- le modalità di svolgimento della sperimentazionedi attività Fintech in Italia all'interno di una Sandbox regolamentare.
Seguendo l'esempio dell'esperienza britannica descritta in precedenza, il Sandbox in Italia si configura come un ambiente controllato. In questo modo gli operatori del settore Fintech, in costante mediazione dialogo con Banca d'Italia, Consob e IVASS (vale a dire le autorità di vigilanza competenti) possono sperimentare per un periodo di tempo limitato, prodotti e servizi tecnologicamente innovativi nel settore bancario, finanziario e assicurativo. Il tutto beneficiando di un regime regolamentare semplificato.

Le sperimentazioni devono avere una durata massima di 18 mesi, eventualmente prorogabili di 12 mesi (previo consenso dell’autorità competente) e sono caratterizzate da requisiti patrimoniali ridotti, nonché adempimenti semplificati e proporzionati alle attività che si intende svolgere.

Le finestre di sperimentazione del Sandbox in Italia: in quale anno in Italia si sono aperte le iscrizioni alla Sandbox regolamentare in ambito finanziario?
La prima finestra temporale per la presentazione delle candidature alla sperimentazione è stata aperta dal 15 novembre 2021 al 15 gennaio 2022. Nella prima fase, su 38 candidature, sono stati accettati 16 progetti. Si tratta di un risultato paragonabile alle 18 iniziative ammesse nella prima finestra di sperimentazione nel Regno Unito. Banca d'Italia ha supervisionato 13 progetti nel settore bancario, finanziario e Fintech, mentre IVASS ha avviato tre sperimentazioni assicurative. Tuttavia, la Consob, responsabile della vigilanza sugli investimenti, non ha potuto approvare alcun progetto, principalmente a causa di requisiti d'ingresso considerati eccessivamente rigidi.

Sebbene la prima fase abbia registrato un interesse significativo e numerose candidature, ha anche evidenziato criticità intrinseche allo strumento (come inizialmente concepito e disciplinato dal legislatore) che potrebbero comprometterne l'efficacia e i benefici complessivi.

Conseguentemente, il Parlamento e le Autorità hanno organizzato incontri con gli stakeholder per riflettere sui prossimi sviluppi e correggere le criticità nella seconda fase di sperimentazione. A questo proposito, l'Osservatorio Fintech & Insurtech, rappresentato dalla direttrice Laura Grassi alla conferenza presso la Camera dei deputati e all’incontro “Sviluppi e opportunità della sandbox regolamentare”, ha svolto un ruolo centrale in questi dibattiti. Le necessità emerse come più impellenti riguardano la semplificazione nella comunicazione e nei requisiti d'ingresso per ridurre i costi legali e di compliance per le Fintech, in particolare quelle meno strutturate. La Consob, inoltre, negli scorsi mesi ha ottenuto l'approvazione di una norma che consente per la seconda finestra l'accesso anche a operatori non già autorizzati.

La seconda finestra di sperimentazione, prevista nel 2024, ha visto aprirsi le candidature dal 3 novembre al 5 dicembre 2023.

A cosa serve un Sandbox in Italia? Il parere delle startup Fintech
Il Sandbox rappresenta una valida opportunità di crescita, in quanto mezzo per ridurre i costi, sperimentare nuove soluzioni e prodotti e possedere una sorta di certificazione di qualità. Inoltre, il Sandbox rappresenta una notevole possibilità di adempiere più efficientemente e con minori costi alle normative vigenti.

Secondo una survey dell’Osservatorio Fintech & Insurtech, la creazione di un Sandbox Italiano è ritenuta utile da circa la metà di startup Fintech e Insurtech operanti in Italia, a prescindere che esse rientrino o meno nel perimetro regolamentato di Banca d’Italia. Una buona percentuale delle realtà interessate è anche intenzionate a fare application.

Laura Grassi - Ricercatrice al Politecnico di Milano e Direttrice dell'Osservatorio Fintech & Insurtec