In questa pillola di progettazione parleremo di sport, o meglio di programmi di finanziamento europei dedicati all’attività sportiva.
Potrà sembrare strano, ma in Europa si comincia a parlare di sport solo nel 2007 con il libro bianco sullo sport. Non esistono, infatti, riferimenti diretti precedenti a quest'anno, sebbene lo sport sia uno dei settori maggiormente sviluppati nella comunità europea - a livello operativo, economico e sociale - e con un maggior potenziale di crescita.
E’ solo dal 2014, con la Strategia Europa 2020, che viene istituito Erasmus Sport, uno dei fondi più importanti in questo settore. Il Piano 2014-2020 sullo sport prevedeva inizialmente 2 scadenze annuali per la presentazione di progetti, ora invece ne prevede una unica.
Ma chi può presentarli?
Tutte le organizzazioni non-profit e tutte le istituzioni.
La Commissione invita, inoltre, le organizzazioni a fare rete a livello europeo e nazionale, mettendo in sinergia competenze e buone pratiche. Da un lato, infatti, è necessaria una struttura associativa per la realizzazione di attività operative; dall'altra, occorre coinvolgere università e istituzioni per consentire la diffusione della cultura dello sport, attraverso un supporto teorico e policy ad hoc.
Questo va incontro anche agli obiettivi del settennato europeo in merito alla creazione di nuove opportunità nel mercato del lavoro.
Lo sport può diventare, infatti, un generatore di posti di lavoro e nuove di professionalità.
1. Grandi eventi europei: il budget per singolo progetto può arrivare a 800.000 euro. Si tratta di eventi sportivi NON professionistici (lo slogan è "sport per tutti"), con attenzione anche agli sport poco conosciuti.
Per i grandi eventi europei è richiesto un partenariato molto solido di almeno 12 diversi paesi europei: i partner, quindi, dovranno essere 12, uno per ogni paese coinvolto, con una capacità organizzativa e finanziaria consistente;
2. Grandi Partenariati: il budget per singolo progetto può arrivare a 400.000 euro. Richiede almeno 5 partner da 5 paesi diversi.
Tuttavia, è consigliabile averne almeno uno in più, sia per assicurare il numero minimo di partner richiesti in caso di imprevisti che costringano una delle organizzazioni ad abbandonare il partenariato, sia per assicurare una maggior diffusione geografica del progetto;
3. Piccoli Partenariati: Il budget per singolo progetto può arrivare fino a 60.000 euro. Possono partecipare tutte le associazioni locali (anche piccole e con una struttura economica contenuta) come le palestre di quartiere e i centri sportivi municipali.
In questo caso, il numero minimo di partner è 3 ed è consigliabile che siano organizzazioni di tipo diverso: operative, istituzionali e accademiche/scolastiche con esperienza nell'ambito dello sport, ma con competenze complementari (associazioni sportive, università dello sport, licei sportivi, ministeri dello sport, ecc.).
In tutti i casi è fondamentale costruire un partenariato internazionale, ossia accordi progettuali con altre realtà europee aventi obiettivi simili, in cui le responsabilità e l'operatività delle azioni sia omogeneamente distribuita (è meglio evitare i progetti italo-centrici).
1. Rilevanza: è importante che il progetto sia attinente alle linee guida della Commissione sullo sport (il massimo dei punti ottenibili per questa voce di valutazione è 30); per quanto riguarda i "Grandi eventi europei" si chiede di pensare a eventi transnazionali che possano coinvolgere più associazioni e più settori sul territorio, magari con sport diversi, dove l'obiettivo non sia solo la pratica sportiva in quanto tale, ma tutto quello che la pratica sportiva consente di sviluppare nel proprio territorio: socialità, aggregazione, educazione;
2. Qualità: un progetto di qualità può proporre incontri per la promozione dello sport, nuovi modelli formativi per istruttori sportivi, o tecniche innovative per educare all'attività motoria, seminari e ricerche;
3. Staff: persone competenti nel settore di intervento, facendo però attenzione ai grandi nomi che sicuramente possono dare credibilità, ma difficilmente possono contribuire in modo operativo. Non servono curriculum esorbitanti, ma occorre mettere in evidenza le competenze specifiche che servono a realizzare il progetto a livello pratico.
4. Impatto e disseminazione: ossia, in che modo il progetto riesce a uscire dal circuito delle singole organizzazioni che l'anno implementato e a diffondersi anche in altre realtà geografiche e organizzative. L'azione di disseminazione consiste in eventi, incontri, conferenze, materiale di comunicazione online e offline.
Su tutto questo va ovviamente inserita una corretta e dettagliata analisi economica dell'intervento da realizzare, considerando tutti i costi da sostenere.
Per esempio, sono spese ammissibili i costi dell'affitto di un impianto sportivo per un evento: l'importante è che i costi siano proporzionati alle azioni. E', infatti, assolutamente vietato gonfiare le spese, che devono essere giustificate e devono rispettare il criterio dei costi normalmente affrontati dall'organizzazione per realizzare iniziative simili.
2007: Libro bianco sullo sport;
2009: Trattato di Lisbona - articolo 165: lo sport viene definito come volano per lo sviluppo sociale ed emergono i primi riferimenti che porteranno alle azioni preparatorie del programma Erasmus+ Sport;
2011: Il Consiglio dei Ministri dello sport, pur non avendo valore di legge nei singoli Paesi, concorda su una strategia europea unanime per lo sport e sul ruolo che questo settore può giocare per il raggiungimento degli obiettivi 2020;
2014: Programmazione 2014-2020: istituzione del programma Erasmus+ che dedica allo sport 266 mln di euro, con uno stanziamento annuale di 22 mln di euro, incrementato fino a 38 mln di euro nel 2020.
L'investimento sullo sport, sinonimo di benessere, è anche un modo alternativo per contenere le spese per la sanità, e in questo l'Italia non primeggia: è, infatti, uno dei Paesi più sedentari a livello europeo: solo il 49% degli italiani svolge attività fisica, su una media Europea del 60%.
In questa pillola di progettazione parleremo di sport, o meglio di programmi di finanziamento europei dedicati all’attività sportiva.
Potrà sembrare strano, ma in Europa si comincia a parlare di sport solo nel 2007 con il libro bianco sullo sport. Non esistono, infatti, riferimenti diretti precedenti a quest'anno, sebbene lo sport sia uno dei settori maggiormente sviluppati nella comunità europea - a livello operativo, economico e sociale - e con un maggior potenziale di crescita.
E’ solo dal 2014, con la Strategia Europa 2020, che viene istituito Erasmus Sport, uno dei fondi più importanti in questo settore. Il Piano 2014-2020 sullo sport prevedeva inizialmente 2 scadenze annuali per la presentazione di progetti, ora invece ne prevede una unica.
Ma chi può presentarli?
Tutte le organizzazioni non-profit e tutte le istituzioni.
La Commissione invita, inoltre, le organizzazioni a fare rete a livello europeo e nazionale, mettendo in sinergia competenze e buone pratiche. Da un lato, infatti, è necessaria una struttura associativa per la realizzazione di attività operative; dall'altra, occorre coinvolgere università e istituzioni per consentire la diffusione della cultura dello sport, attraverso un supporto teorico e policy ad hoc.
Questo va incontro anche agli obiettivi del settennato europeo in merito alla creazione di nuove opportunità nel mercato del lavoro.
Lo sport può diventare, infatti, un generatore di posti di lavoro e nuove di professionalità.
1. Grandi eventi europei: il budget per singolo progetto può arrivare a 800.000 euro. Si tratta di eventi sportivi NON professionistici (lo slogan è "sport per tutti"), con attenzione anche agli sport poco conosciuti.
Per i grandi eventi europei è richiesto un partenariato molto solido di almeno 12 diversi paesi europei: i partner, quindi, dovranno essere 12, uno per ogni paese coinvolto, con una capacità organizzativa e finanziaria consistente;
2. Grandi Partenariati: il budget per singolo progetto può arrivare a 400.000 euro. Richiede almeno 5 partner da 5 paesi diversi.
Tuttavia, è consigliabile averne almeno uno in più, sia per assicurare il numero minimo di partner richiesti in caso di imprevisti che costringano una delle organizzazioni ad abbandonare il partenariato, sia per assicurare una maggior diffusione geografica del progetto;
3. Piccoli Partenariati: Il budget per singolo progetto può arrivare fino a 60.000 euro. Possono partecipare tutte le associazioni locali (anche piccole e con una struttura economica contenuta) come le palestre di quartiere e i centri sportivi municipali.
In questo caso, il numero minimo di partner è 3 ed è consigliabile che siano organizzazioni di tipo diverso: operative, istituzionali e accademiche/scolastiche con esperienza nell'ambito dello sport, ma con competenze complementari (associazioni sportive, università dello sport, licei sportivi, ministeri dello sport, ecc.).
In tutti i casi è fondamentale costruire un partenariato internazionale, ossia accordi progettuali con altre realtà europee aventi obiettivi simili, in cui le responsabilità e l'operatività delle azioni sia omogeneamente distribuita (è meglio evitare i progetti italo-centrici).
1. Rilevanza: è importante che il progetto sia attinente alle linee guida della Commissione sullo sport (il massimo dei punti ottenibili per questa voce di valutazione è 30); per quanto riguarda i "Grandi eventi europei" si chiede di pensare a eventi transnazionali che possano coinvolgere più associazioni e più settori sul territorio, magari con sport diversi, dove l'obiettivo non sia solo la pratica sportiva in quanto tale, ma tutto quello che la pratica sportiva consente di sviluppare nel proprio territorio: socialità, aggregazione, educazione;
2. Qualità: un progetto di qualità può proporre incontri per la promozione dello sport, nuovi modelli formativi per istruttori sportivi, o tecniche innovative per educare all'attività motoria, seminari e ricerche;
3. Staff: persone competenti nel settore di intervento, facendo però attenzione ai grandi nomi che sicuramente possono dare credibilità, ma difficilmente possono contribuire in modo operativo. Non servono curriculum esorbitanti, ma occorre mettere in evidenza le competenze specifiche che servono a realizzare il progetto a livello pratico.
4. Impatto e disseminazione: ossia, in che modo il progetto riesce a uscire dal circuito delle singole organizzazioni che l'anno implementato e a diffondersi anche in altre realtà geografiche e organizzative. L'azione di disseminazione consiste in eventi, incontri, conferenze, materiale di comunicazione online e offline.
Su tutto questo va ovviamente inserita una corretta e dettagliata analisi economica dell'intervento da realizzare, considerando tutti i costi da sostenere.
Per esempio, sono spese ammissibili i costi dell'affitto di un impianto sportivo per un evento: l'importante è che i costi siano proporzionati alle azioni. E', infatti, assolutamente vietato gonfiare le spese, che devono essere giustificate e devono rispettare il criterio dei costi normalmente affrontati dall'organizzazione per realizzare iniziative simili.
2007: Libro bianco sullo sport;
2009: Trattato di Lisbona - articolo 165: lo sport viene definito come volano per lo sviluppo sociale ed emergono i primi riferimenti che porteranno alle azioni preparatorie del programma Erasmus+ Sport;
2011: Il Consiglio dei Ministri dello sport, pur non avendo valore di legge nei singoli Paesi, concorda su una strategia europea unanime per lo sport e sul ruolo che questo settore può giocare per il raggiungimento degli obiettivi 2020;
2014: Programmazione 2014-2020: istituzione del programma Erasmus+ che dedica allo sport 266 mln di euro, con uno stanziamento annuale di 22 mln di euro, incrementato fino a 38 mln di euro nel 2020.
L'investimento sullo sport, sinonimo di benessere, è anche un modo alternativo per contenere le spese per la sanità, e in questo l'Italia non primeggia: è, infatti, uno dei Paesi più sedentari a livello europeo: solo il 49% degli italiani svolge attività fisica, su una media Europea del 60%.