L’innovazione digitale offre numerosi vantaggi e diverse opportunità. Per saperli cogliere, tuttavia, è necessario disporre di dispositivi tecnologici, connettività e competenze digitali adeguate. Si tratta di fattori necessari, senza i quali non avrebbe nemmeno senso parlare di digitale.
Ciononostante, tutto questo non è ancora sufficiente. Quello che serve, infatti, è stimolare l’offerta di servizi digitali, senza la quale i cittadini non possono mettersi in gioco.
Alla base dello sviluppo di un’economia digitale ci sono le persone. Esse sono il motore delle organizzazioni, i destinatari dei servizi messi a disposizione da imprese e Pubblica Amministrazione, l’unità di base delle famiglie e della società. Ogni investimento nella riduzione del divario digitale tra i cittadini, nella diffusione di competenze digitali e nel miglioramento dei servizi pubblici digitalia cui essi possono accedere rappresenta un importante acceleratore per l’attuazione dell’Agenda Digitale del nostro Paese.
Qual è allora il livello di digitalizzazione dei cittadini italiani? Qual è il loro rapporto con le tecnologie digitali? Per rispondere al meglio, affidiamoci ai numeri. A fine 2017 (ultimi dati disponibili):
Seguendo i dati, sembra che oggi gli italiani usino maggiormente internet, soprattutto per leggere siti di notizie, giornali o riviste (79%) e consultare social network (74%). Seguono gli eShopper (61%) e coloro che hanno usato la rete per accedere a servizi di online banking (56%). Col tempo è diminuita la domanda relativa al download di immagini, video, musica e film (dal 79% di giugno 2016 al 56% di ottobre 2017). Un risultato abbastanza logico, se si considera la progressiva diffusione dei servizi di streaming.
Va sottolineato che dotazione tecnologica e connettività sono usate correttamente solo se si hanno adeguate competenze digitali. Perfino la Commissione Europea si è espressa a tal proposito. Secondo quest'ultima, le competenze digitali dei cittadini devono coprire 4 ambiti:
Cosa ci dicono i dati? Gli italiani hanno competenze digitali inferiori alla media europea. Non è un caso che l'Italia occupa attualmente la quart'ultima posizione nel DESI, l'indice che misura lo stato di digitalizzazione dei Paesi membri dell'UE
Stando agli ambiti delineati dalla Commissione Europea, le competenze più diffuse in Italia sono quelle relative alla gestione delle comunicazioni digitali. Seguono la gestione di file e informazioni digitali e la familiarità con i servizi online. Le competenze relative alla produzione di contenuti digitali risultano abbastanza variegate. Nel dettaglio:
Il 72% degli italiani sa gestire comunicazioni digitali. Solo il 65% sa gestire file e informazioni digitali. Il 61% sa fare acquisti online e, in media, solo il 56% ha familiarità con i servizi online. Il 66% sa produrre documenti scritti in digitale, ma solo il 15% sa programmare.
Un quadro non proprio entusiasmante, anche alla luce di quanto avviene nei principali Paesi europei, che si dimostrano tecnologicamente più avanzati. Cosa servirebbe? Incentivare lo sviluppo di competenze digitali negli ambiti meno maturi piuttosto che puntare sui soliti interventi a "pioggia".
Ad esempio:
L’innovazione digitale offre numerosi vantaggi e diverse opportunità. Per saperli cogliere, tuttavia, è necessario disporre di dispositivi tecnologici, connettività e competenze digitali adeguate. Si tratta di fattori necessari, senza i quali non avrebbe nemmeno senso parlare di digitale.
Ciononostante, tutto questo non è ancora sufficiente. Quello che serve, infatti, è stimolare l’offerta di servizi digitali, senza la quale i cittadini non possono mettersi in gioco.
Alla base dello sviluppo di un’economia digitale ci sono le persone. Esse sono il motore delle organizzazioni, i destinatari dei servizi messi a disposizione da imprese e Pubblica Amministrazione, l’unità di base delle famiglie e della società. Ogni investimento nella riduzione del divario digitale tra i cittadini, nella diffusione di competenze digitali e nel miglioramento dei servizi pubblici digitalia cui essi possono accedere rappresenta un importante acceleratore per l’attuazione dell’Agenda Digitale del nostro Paese.
Qual è allora il livello di digitalizzazione dei cittadini italiani? Qual è il loro rapporto con le tecnologie digitali? Per rispondere al meglio, affidiamoci ai numeri. A fine 2017 (ultimi dati disponibili):
Seguendo i dati, sembra che oggi gli italiani usino maggiormente internet, soprattutto per leggere siti di notizie, giornali o riviste (79%) e consultare social network (74%). Seguono gli eShopper (61%) e coloro che hanno usato la rete per accedere a servizi di online banking (56%). Col tempo è diminuita la domanda relativa al download di immagini, video, musica e film (dal 79% di giugno 2016 al 56% di ottobre 2017). Un risultato abbastanza logico, se si considera la progressiva diffusione dei servizi di streaming.
Va sottolineato che dotazione tecnologica e connettività sono usate correttamente solo se si hanno adeguate competenze digitali. Perfino la Commissione Europea si è espressa a tal proposito. Secondo quest'ultima, le competenze digitali dei cittadini devono coprire 4 ambiti:
Cosa ci dicono i dati? Gli italiani hanno competenze digitali inferiori alla media europea. Non è un caso che l'Italia occupa attualmente la quart'ultima posizione nel DESI, l'indice che misura lo stato di digitalizzazione dei Paesi membri dell'UE
Stando agli ambiti delineati dalla Commissione Europea, le competenze più diffuse in Italia sono quelle relative alla gestione delle comunicazioni digitali. Seguono la gestione di file e informazioni digitali e la familiarità con i servizi online. Le competenze relative alla produzione di contenuti digitali risultano abbastanza variegate. Nel dettaglio:
Il 72% degli italiani sa gestire comunicazioni digitali. Solo il 65% sa gestire file e informazioni digitali. Il 61% sa fare acquisti online e, in media, solo il 56% ha familiarità con i servizi online. Il 66% sa produrre documenti scritti in digitale, ma solo il 15% sa programmare.
Un quadro non proprio entusiasmante, anche alla luce di quanto avviene nei principali Paesi europei, che si dimostrano tecnologicamente più avanzati. Cosa servirebbe? Incentivare lo sviluppo di competenze digitali negli ambiti meno maturi piuttosto che puntare sui soliti interventi a "pioggia".
Ad esempio: