Era la fine di agosto. E non avevo idea di cosa avrei fatto dopo quell’estate. Maturità, svago, mi diverto, mi annoio tanto, faccio mille cose ma non avevo molta voglia di capire che prima o poi arriva settembre, sempre. Trentuno agosto, mi si risveglia la coscienza: devo iscrivermi all’università!
Quindici giorni dopo ero a Pisa, con una casa nuova, con coinquilini nuovi. Mi ero iscritto alla facoltà di Storia dell’Università di Pisa. Sono passati sei anni e quei quindici giorni sono stati, forse, i più importanti della mia vita.
Di Pisa e dell’UniPi sapevo poche cose. Conoscevo alcune persone che ci erano già state di passaggio, alcuni ci avevano studiato all’università. Città piccola, ma graziosa. Pochi residenti, moltissimi studenti (più della metà degli abitanti!). La cosa mi eccitava: una specie di Cambridge italiana, dicevano. E non solo per la qualità dell’Università. Sapevo che era molto viva e aperta. Parto felicissimo.
A Pisa quasi tutti gli studenti abitano in centro storico. Sono case vecchie, a volte. Ma hanno molto fascino. E si fa vita da coinquilini, quella vera. Un po’ lurida forse, sporca, stressante. Ma bella. Guardatevi l’ultimo film di Roan Johnson, Fino a qui tutto bene. Parla proprio di questo: si abita in centro perché l’Università di Pisa è in centro. Tranne l’ospedale di Cisanello, dove vanno gli studenti di medicina.
La vita è così: tutto il giorno UniPi, pranzo al volo qui o lì (è pieno di posti in cui mangiare a tre, quattro euro). La sera è strapieno di bar dove fare aperitivi, sia per spendere poco sia per fare una cosa un po’ più elegante. Ci sono poi posti interessanti come l’Arsenale, dove si possono vedere tutti i film di Fritz Lang, per dire. O il Teatro Rossi Aperto. O una buona birreria artigianale. Fatevi un giro in città, trovate un sacco di cose.
Quando sono arrivato all’Università di Pisa sei anni fa avevo una paura: non riuscire a competere in una università di eccellenza in una città nuova. Avevo paura di non riuscire a trovare la risposta giusta a questa domanda. Ma poi ho capito che proprio la domanda era sbagliata. C’è la competizione, c’è la novità. Ma la cosa più importante è tutto quello che c’è attorno.
Da un'esperienza vera di Martina
Tutored è il punto di incontro tra studenti, neolaureati e aziende. Entra nella community di tutored per esplorare tutte le opportunità di stage, lavoro e graduate program in linea con i tuoi studi, leggere i consigli dei recruiter delle aziende attive su tutored per prepararti al meglio al tuo prossimo colloquio.
Era la fine di agosto. E non avevo idea di cosa avrei fatto dopo quell’estate. Maturità, svago, mi diverto, mi annoio tanto, faccio mille cose ma non avevo molta voglia di capire che prima o poi arriva settembre, sempre. Trentuno agosto, mi si risveglia la coscienza: devo iscrivermi all’università!
Quindici giorni dopo ero a Pisa, con una casa nuova, con coinquilini nuovi. Mi ero iscritto alla facoltà di Storia dell’Università di Pisa. Sono passati sei anni e quei quindici giorni sono stati, forse, i più importanti della mia vita.
Di Pisa e dell’UniPi sapevo poche cose. Conoscevo alcune persone che ci erano già state di passaggio, alcuni ci avevano studiato all’università. Città piccola, ma graziosa. Pochi residenti, moltissimi studenti (più della metà degli abitanti!). La cosa mi eccitava: una specie di Cambridge italiana, dicevano. E non solo per la qualità dell’Università. Sapevo che era molto viva e aperta. Parto felicissimo.
A Pisa quasi tutti gli studenti abitano in centro storico. Sono case vecchie, a volte. Ma hanno molto fascino. E si fa vita da coinquilini, quella vera. Un po’ lurida forse, sporca, stressante. Ma bella. Guardatevi l’ultimo film di Roan Johnson, Fino a qui tutto bene. Parla proprio di questo: si abita in centro perché l’Università di Pisa è in centro. Tranne l’ospedale di Cisanello, dove vanno gli studenti di medicina.
La vita è così: tutto il giorno UniPi, pranzo al volo qui o lì (è pieno di posti in cui mangiare a tre, quattro euro). La sera è strapieno di bar dove fare aperitivi, sia per spendere poco sia per fare una cosa un po’ più elegante. Ci sono poi posti interessanti come l’Arsenale, dove si possono vedere tutti i film di Fritz Lang, per dire. O il Teatro Rossi Aperto. O una buona birreria artigianale. Fatevi un giro in città, trovate un sacco di cose.
Quando sono arrivato all’Università di Pisa sei anni fa avevo una paura: non riuscire a competere in una università di eccellenza in una città nuova. Avevo paura di non riuscire a trovare la risposta giusta a questa domanda. Ma poi ho capito che proprio la domanda era sbagliata. C’è la competizione, c’è la novità. Ma la cosa più importante è tutto quello che c’è attorno.
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