E’ una delle aziende più ambite al mondo, per questo ottenere un posto di lavoro alla Apple, una delle società informatiche e hi-tech più potenti sul mercato, è possibile ma a costo di una complessa selezione.
Come sempre, qui a Tutored proviamo a fornire informazioni aggiuntive e utili rispetto e quelle pubblicate in genere online sui processi di job interview e selezione del personale. Ci interessa che chi legge possa avere dritte e consigli pratici, ad esempio per prepararsi ai colloqui. Il tutto grazie anche al punto di osservazione privilegiato su un network di oltre 50 tra aziende e multinazionali e sui loro processi di scelta di giovani e neolaureati.
Come prima cosa, bisogna conoscere bene la società per cui ci si intende candidare. Apple è molto nota per i suoi prodotti hardware e suoi innovativi device (iPhone, Mac, ecc…) ed è di fatto una multinazionale specializzata nella manifattura informatica, nella programmazione di software e di sistemi e servizi di rete Internet (a proposito, qui c’è un articolo per approfondire questa industry).
Il fatto che costruisca i propri dispositivi, è uno degli elementi distintivi del suo business. Apple infatti opera nell’industria di chi crea materialmente i componenti informatici, come Microsoft e IBM, ma si differenzia per la maniacale attenzione al design, alla comunicazione del suo brand, e soprattutto al fatto che la maggior parte delle funzionalità ideate siano per così dire “a circuito chiuso” quindi compatibili quasi sempre solo con sistemi Apple, considerati tra i più sicuri.
Non solo. La società è stata fondata dal visionario innovatore Steve Jobs, non più in vita, che ne ha segnato fortemente il destino e il carattere. L’azienda non si limita a vendere beni che fissano un trendsetter - con alcune eccezioni, tutto ciò che viene inventato da Apple è poi replicato dal mercato - , ma ha sviluppato la rete di supporto e servizi al cliente più capillare e famosa al mondo.
Lo dimostra il modo in cui è organizzata la società che ha un centro di sviluppo a Cupertino, in California, ma ha in tutto il mondo i famosi store Apple, non semplici negozi ma veri e propri centri di consulenza in cui il personale - addestrato e formato allo scopo - aiuta i clienti ad orientarsi tra le soluzioni digitali proposte o a risolvere problemi di funzionamento e sostituzione dei prodotti, con uno scopo ben preciso: vendere un pacchetto di consulenza e servizi extra annessi ai mobile phone o ai computer per fidelizzare il consumatore o potenziale tale.
Il processo di selezione alla Apple è abbastanza standardizzato ma prevede step diversificati a seconda che ci si candidi per una posizione relativa agli store e alla consulenza (technical specialist, business expert, Genius assistant ecc…) o per un lavoro nelle divisioni ricerca e sviluppo informatico.
Partiamo ad esempio dal processo più comune, quello per entrare nei team di consulenza e lavorare in un Apple store:
Ci sono 5 step e il processo di selezione può durare anche mesi (in media, tre). Si tratta in tutti i casi di colloqui di gruppo e individuali in cui i recruiter sottopongono man mano problemi di natura organizzativa/gestionale o comportamentale da risolvere. Ecco come funziona la sequenza di colloqui:
1. In genere si inizia con uno screening telefonico in cui il recruiter chiede al potenziale candidato alcune informazioni di base per capire se il profilo corrisponda al résumé inviato e se ci siano i presupposti per un colloquio dal vivo;
2. Segue un colloquio di gruppo ma può capitare anche di ritrovarsi direttamente a tu per tu con manager e responsabili Human Resources. In questa fase il colloquio non è tecnico ma meramente esplorativo in cui “il palco”, per così dire, è lasciato al candidato o candidata che deve sapersi raccontare e raccontare eventuali precedenti esperienze di lavoro di fronte ai recruiter.
3. Anche eventuali colloqui successivi vengono svolti nella modalità “on-site” cioè ci si reca fisicamente negli uffici della Apple per terminare il processo di selezione;
4. Se si passa la selezione, si viene poi inviati nel percorso formativo che dura circa 2 settimane ed è propedeutico a imparare tutto dei servizi e dei prodotti Apple nel minimo dettaglio per poi essere in grado di sostenere le consulenze negli store.
Come testimoniato da molti ex lavoratori e candidati, la fase più importante di questo processo di selezione è nel primo colloquio dal vivo. In particolare quello a tu per tu con i recruiter e a cui è bene andare preparati. In questo modo:
- Che si tratti del colloquio di gruppo o singolo, meglio tenere un basso profilo nel mondo in cui ci si presenta, ovvero non andate vestiti in giacca cravatta o tailleur, meglio essere sobri in maglietta e jeans;
- Anche se non si possiede un iPad o un iPhone, bisogna conoscere i prodotti Apple prima del colloquio e le loro funzionalità più note o comuni;
- Meglio menzionare un’app o caratteristica di un prodotto che è esclusiva di Apple e non di altre aziende, come la fotocamera dell’iPhone;
- Bisogna poi conoscere benissimo il proprio résumé ed esporre in modo lineare e organico la propria esperienza in accordo a quanto scritto nel résumé e nel cv;
- La differenza la farà portare sul piatto esperienze sales o di interazione con i clienti, assunte in precedenti lavori o percorsi di formazione;
- Apple ama persone che siano appassionate di qualcosa oltre al lavoro, quindi è importante qualora chiesto al colloquio parlare delle proprie passioni e impegni extra lavorativi, ad esempio il fatto di avere un proprio canale youtube in cui recensiamo videogame o libri;
- Utilissimo infine raccontare in che modo i prodotti Apple vengono utilizzati per le proprie attività (es, l’iPad per la propria attività grafica).
Questi accorgimenti valgono, come detto, se ci siamo candidati per una posizione relativa ai servizi. Ma se volessimo invece essere assunti come sviluppatori, designer, ingegneri informatici, data scientists ecc..?
Anche in questo caso esistono degli step successivi all’inoltro della domanda di lavoro fatta o direttamente tramite il portale Apple o rispondendo a un annuncio online.
1. Il primo screening è anche in questo caso telefonico e i recruiter interagiscono in modo preliminare con il candidato solo per capire se corrisponda davvero al profilo e se sia intenzionato a proseguire le interviste;
2. La seconda fase della job interview consiste in un compito a casa: avete capito bene, un recruiter dell’area tecnico-scientifica invierà una task online al candidato o candidata relativa alla sua area di competenza - es. a un data scientist può essere chiesto di trovare dati specifici all’interno di un indice del dataset fornito dai manager Apple, o ancora di scrivere e sviluppare codice informatico in linguaggio Python per risolvere un problema di ragionamento necessario a impostare un programma di machine learning;
3. Il secondo step non richiede la risoluzione in pochi minuti o in giornata. I recruiter infatti fissano una scadenza, in genere tre giorni, entro cui il candidato dovrà poi consegnare la soluzione. Se si supera questo step si passa alla cosiddetta “on-site interview” cioè un colloquio negli uffici della Apple.
4. Il colloquio in sede è in genere condotto in giornata, dalla mattina al pomeriggio, e si suddivide in altrettanti colloqui - ad esempio 4 - ognuno con un responsabile o recruiter di un’area specifica dell’azienda. In questa occasione vengono forniti quesiti tecnici da risolvere sul momento.
A prescindere dalla posizione dobbiamo poi ricordare che Apple sottopone ai candidati gruppi di domande non solo tecniche.
Eccone alcune:
1. Domande su come prendere decisioni, ad esempio chiedendo ai candidati di raccontare un episodio da loro vissuto in cui hanno dovuto scegliere tra due opzioni o prendere una decisione difficile;
2. Domande sulla curiosità del candidato, per capire quanto sia davvero interessato ai prodotti e allo stile Apple e quale sia il suo grado di approfondimento delle funzionalità e delle opportunità offerte dai servizi dell’azienda;
3. Domande su obiettivi e successi raggiunti, un grande classico che non riguarda solo i colloqui in questa società hi-tech. Ad esempio, viene chiesto di raccontare o elencare successi raggiunti, obiettivi portati a termine (anche sportivi o sociali);
4. Domande sul rispetto delle deadline, ovvero si chiede in che modo ci si comporta in genere per rispettare una scadenza e cosa si fa se non si riesce a rispettarla;
5. Domande su come gestiamo il conflitto, le difficoltà e il fallimento; in questo caso si tratta di richieste tese a sondare il carattere e il comportamento in situazioni complesse o difficili, soprattutto se ciò richiede interazione con altre persone o colleghi;
6. Domande sulle capacità interpersonali, cioè l’inclinazione alla mediazione, al dialogo, alla comprensione e alla socialità;
7. Domande su come si supportano i colleghi in difficoltà o ci si interfaccia con clienti difficili; questo è un tema molto caro all’azienda che appunto cerca di mettere il cliente sempre al centro del business.
Anzitutto, ciò che rende più agevole superare le fasi dei colloqui è dimostrare sicurezza nel modo in cui si forniscono le risposte e ci si presenta. Ma la vera differenza la fa conoscere i cosidetti 7 princìpi guida di Apple, cioè la filosofia che caratterizza il gruppo. Eccoli:
- Creare grandi prodotti, nel senso che Apple ha come scopo quello di realizzare progetti qualitativamente dirompenti che facciano la differenza nella vita delle persone;
- Innovare per rendere più semplice ciò che è complicato, il che significa che l’azienda predilige le soluzioni intuitive, che vanno a togliere e non ad aggiungere problemi;
- Collaboratività, perché la realizzazione dei prodotti e dei servizi è frutto di un grande lavoro di squadra e non di talenti isolati;
- Saper dire di no, per concentrarsi solo sui progetti validi e quindi scartare idee o saper riprogrammare la scala delle priorità del lavoro;
- Eccellere, vale a dire ricordarsi che Apple innova e produce scegliendo solo mercati in cui può diventare la vera alternativa ai prodotti e alle soluzioni già esistenti;
- Creare un ecosistema, ovvero conoscere tutto l’universo di prodotti e soluzioni Apple ed essere consapevoli che ognuno di essi interagisce e vive all’interno di un sistema originale e autonomo;
- Accettare e riconoscere i propri errori, facendolo il più rapidamente possibile per dare una risposta adeguata e correttiva.
Specie per quanto riguarda il colloquio in sede, dal vivo, i feedback di ciascuna intervista restano isolati dal resto delle fasi del processo di selezione. Questo vuol dire che se le performance non sono al top in una delle job interview, il feedback negativo non influenzerà il resto degli incontri con i recruiter.
La somma finale dei riscontri dei selezionatori sarà poi ovviamente ciò da cui dipenderà il superamento o meno della selezione.
In generale, però, i responsabili HR della Apple puntano a persone con grande passione, grande capacità di interazione e risoluzione dei problemi e - per i ruoli più tecnici - una grande preparazione, almeno 3 anni di esperienza alla spalle e una formazione universitaria e post universitaria. Ad esempio, alla Apple non entra un semplice data scientist, ma un esperto con un profilo completo, che sappia sviluppare codice informatico e conosca bene il machine learning (qui un esempio delle domande che vengono sottoposte a candidati simili).
E’ una delle aziende più ambite al mondo, per questo ottenere un posto di lavoro alla Apple, una delle società informatiche e hi-tech più potenti sul mercato, è possibile ma a costo di una complessa selezione.
Come sempre, qui a Tutored proviamo a fornire informazioni aggiuntive e utili rispetto e quelle pubblicate in genere online sui processi di job interview e selezione del personale. Ci interessa che chi legge possa avere dritte e consigli pratici, ad esempio per prepararsi ai colloqui. Il tutto grazie anche al punto di osservazione privilegiato su un network di oltre 50 tra aziende e multinazionali e sui loro processi di scelta di giovani e neolaureati.
Come prima cosa, bisogna conoscere bene la società per cui ci si intende candidare. Apple è molto nota per i suoi prodotti hardware e suoi innovativi device (iPhone, Mac, ecc…) ed è di fatto una multinazionale specializzata nella manifattura informatica, nella programmazione di software e di sistemi e servizi di rete Internet (a proposito, qui c’è un articolo per approfondire questa industry).
Il fatto che costruisca i propri dispositivi, è uno degli elementi distintivi del suo business. Apple infatti opera nell’industria di chi crea materialmente i componenti informatici, come Microsoft e IBM, ma si differenzia per la maniacale attenzione al design, alla comunicazione del suo brand, e soprattutto al fatto che la maggior parte delle funzionalità ideate siano per così dire “a circuito chiuso” quindi compatibili quasi sempre solo con sistemi Apple, considerati tra i più sicuri.
Non solo. La società è stata fondata dal visionario innovatore Steve Jobs, non più in vita, che ne ha segnato fortemente il destino e il carattere. L’azienda non si limita a vendere beni che fissano un trendsetter - con alcune eccezioni, tutto ciò che viene inventato da Apple è poi replicato dal mercato - , ma ha sviluppato la rete di supporto e servizi al cliente più capillare e famosa al mondo.
Lo dimostra il modo in cui è organizzata la società che ha un centro di sviluppo a Cupertino, in California, ma ha in tutto il mondo i famosi store Apple, non semplici negozi ma veri e propri centri di consulenza in cui il personale - addestrato e formato allo scopo - aiuta i clienti ad orientarsi tra le soluzioni digitali proposte o a risolvere problemi di funzionamento e sostituzione dei prodotti, con uno scopo ben preciso: vendere un pacchetto di consulenza e servizi extra annessi ai mobile phone o ai computer per fidelizzare il consumatore o potenziale tale.
Il processo di selezione alla Apple è abbastanza standardizzato ma prevede step diversificati a seconda che ci si candidi per una posizione relativa agli store e alla consulenza (technical specialist, business expert, Genius assistant ecc…) o per un lavoro nelle divisioni ricerca e sviluppo informatico.
Partiamo ad esempio dal processo più comune, quello per entrare nei team di consulenza e lavorare in un Apple store:
Ci sono 5 step e il processo di selezione può durare anche mesi (in media, tre). Si tratta in tutti i casi di colloqui di gruppo e individuali in cui i recruiter sottopongono man mano problemi di natura organizzativa/gestionale o comportamentale da risolvere. Ecco come funziona la sequenza di colloqui:
1. In genere si inizia con uno screening telefonico in cui il recruiter chiede al potenziale candidato alcune informazioni di base per capire se il profilo corrisponda al résumé inviato e se ci siano i presupposti per un colloquio dal vivo;
2. Segue un colloquio di gruppo ma può capitare anche di ritrovarsi direttamente a tu per tu con manager e responsabili Human Resources. In questa fase il colloquio non è tecnico ma meramente esplorativo in cui “il palco”, per così dire, è lasciato al candidato o candidata che deve sapersi raccontare e raccontare eventuali precedenti esperienze di lavoro di fronte ai recruiter.
3. Anche eventuali colloqui successivi vengono svolti nella modalità “on-site” cioè ci si reca fisicamente negli uffici della Apple per terminare il processo di selezione;
4. Se si passa la selezione, si viene poi inviati nel percorso formativo che dura circa 2 settimane ed è propedeutico a imparare tutto dei servizi e dei prodotti Apple nel minimo dettaglio per poi essere in grado di sostenere le consulenze negli store.
Come testimoniato da molti ex lavoratori e candidati, la fase più importante di questo processo di selezione è nel primo colloquio dal vivo. In particolare quello a tu per tu con i recruiter e a cui è bene andare preparati. In questo modo:
- Che si tratti del colloquio di gruppo o singolo, meglio tenere un basso profilo nel mondo in cui ci si presenta, ovvero non andate vestiti in giacca cravatta o tailleur, meglio essere sobri in maglietta e jeans;
- Anche se non si possiede un iPad o un iPhone, bisogna conoscere i prodotti Apple prima del colloquio e le loro funzionalità più note o comuni;
- Meglio menzionare un’app o caratteristica di un prodotto che è esclusiva di Apple e non di altre aziende, come la fotocamera dell’iPhone;
- Bisogna poi conoscere benissimo il proprio résumé ed esporre in modo lineare e organico la propria esperienza in accordo a quanto scritto nel résumé e nel cv;
- La differenza la farà portare sul piatto esperienze sales o di interazione con i clienti, assunte in precedenti lavori o percorsi di formazione;
- Apple ama persone che siano appassionate di qualcosa oltre al lavoro, quindi è importante qualora chiesto al colloquio parlare delle proprie passioni e impegni extra lavorativi, ad esempio il fatto di avere un proprio canale youtube in cui recensiamo videogame o libri;
- Utilissimo infine raccontare in che modo i prodotti Apple vengono utilizzati per le proprie attività (es, l’iPad per la propria attività grafica).
Questi accorgimenti valgono, come detto, se ci siamo candidati per una posizione relativa ai servizi. Ma se volessimo invece essere assunti come sviluppatori, designer, ingegneri informatici, data scientists ecc..?
Anche in questo caso esistono degli step successivi all’inoltro della domanda di lavoro fatta o direttamente tramite il portale Apple o rispondendo a un annuncio online.
1. Il primo screening è anche in questo caso telefonico e i recruiter interagiscono in modo preliminare con il candidato solo per capire se corrisponda davvero al profilo e se sia intenzionato a proseguire le interviste;
2. La seconda fase della job interview consiste in un compito a casa: avete capito bene, un recruiter dell’area tecnico-scientifica invierà una task online al candidato o candidata relativa alla sua area di competenza - es. a un data scientist può essere chiesto di trovare dati specifici all’interno di un indice del dataset fornito dai manager Apple, o ancora di scrivere e sviluppare codice informatico in linguaggio Python per risolvere un problema di ragionamento necessario a impostare un programma di machine learning;
3. Il secondo step non richiede la risoluzione in pochi minuti o in giornata. I recruiter infatti fissano una scadenza, in genere tre giorni, entro cui il candidato dovrà poi consegnare la soluzione. Se si supera questo step si passa alla cosiddetta “on-site interview” cioè un colloquio negli uffici della Apple.
4. Il colloquio in sede è in genere condotto in giornata, dalla mattina al pomeriggio, e si suddivide in altrettanti colloqui - ad esempio 4 - ognuno con un responsabile o recruiter di un’area specifica dell’azienda. In questa occasione vengono forniti quesiti tecnici da risolvere sul momento.
A prescindere dalla posizione dobbiamo poi ricordare che Apple sottopone ai candidati gruppi di domande non solo tecniche.
Eccone alcune:
1. Domande su come prendere decisioni, ad esempio chiedendo ai candidati di raccontare un episodio da loro vissuto in cui hanno dovuto scegliere tra due opzioni o prendere una decisione difficile;
2. Domande sulla curiosità del candidato, per capire quanto sia davvero interessato ai prodotti e allo stile Apple e quale sia il suo grado di approfondimento delle funzionalità e delle opportunità offerte dai servizi dell’azienda;
3. Domande su obiettivi e successi raggiunti, un grande classico che non riguarda solo i colloqui in questa società hi-tech. Ad esempio, viene chiesto di raccontare o elencare successi raggiunti, obiettivi portati a termine (anche sportivi o sociali);
4. Domande sul rispetto delle deadline, ovvero si chiede in che modo ci si comporta in genere per rispettare una scadenza e cosa si fa se non si riesce a rispettarla;
5. Domande su come gestiamo il conflitto, le difficoltà e il fallimento; in questo caso si tratta di richieste tese a sondare il carattere e il comportamento in situazioni complesse o difficili, soprattutto se ciò richiede interazione con altre persone o colleghi;
6. Domande sulle capacità interpersonali, cioè l’inclinazione alla mediazione, al dialogo, alla comprensione e alla socialità;
7. Domande su come si supportano i colleghi in difficoltà o ci si interfaccia con clienti difficili; questo è un tema molto caro all’azienda che appunto cerca di mettere il cliente sempre al centro del business.
Anzitutto, ciò che rende più agevole superare le fasi dei colloqui è dimostrare sicurezza nel modo in cui si forniscono le risposte e ci si presenta. Ma la vera differenza la fa conoscere i cosidetti 7 princìpi guida di Apple, cioè la filosofia che caratterizza il gruppo. Eccoli:
- Creare grandi prodotti, nel senso che Apple ha come scopo quello di realizzare progetti qualitativamente dirompenti che facciano la differenza nella vita delle persone;
- Innovare per rendere più semplice ciò che è complicato, il che significa che l’azienda predilige le soluzioni intuitive, che vanno a togliere e non ad aggiungere problemi;
- Collaboratività, perché la realizzazione dei prodotti e dei servizi è frutto di un grande lavoro di squadra e non di talenti isolati;
- Saper dire di no, per concentrarsi solo sui progetti validi e quindi scartare idee o saper riprogrammare la scala delle priorità del lavoro;
- Eccellere, vale a dire ricordarsi che Apple innova e produce scegliendo solo mercati in cui può diventare la vera alternativa ai prodotti e alle soluzioni già esistenti;
- Creare un ecosistema, ovvero conoscere tutto l’universo di prodotti e soluzioni Apple ed essere consapevoli che ognuno di essi interagisce e vive all’interno di un sistema originale e autonomo;
- Accettare e riconoscere i propri errori, facendolo il più rapidamente possibile per dare una risposta adeguata e correttiva.
Specie per quanto riguarda il colloquio in sede, dal vivo, i feedback di ciascuna intervista restano isolati dal resto delle fasi del processo di selezione. Questo vuol dire che se le performance non sono al top in una delle job interview, il feedback negativo non influenzerà il resto degli incontri con i recruiter.
La somma finale dei riscontri dei selezionatori sarà poi ovviamente ciò da cui dipenderà il superamento o meno della selezione.
In generale, però, i responsabili HR della Apple puntano a persone con grande passione, grande capacità di interazione e risoluzione dei problemi e - per i ruoli più tecnici - una grande preparazione, almeno 3 anni di esperienza alla spalle e una formazione universitaria e post universitaria. Ad esempio, alla Apple non entra un semplice data scientist, ma un esperto con un profilo completo, che sappia sviluppare codice informatico e conosca bene il machine learning (qui un esempio delle domande che vengono sottoposte a candidati simili).