Published at 10 Apr 2020
Published at 10 Apr 2020
Scopri la storia di Francesco, studente ESCP Europe e Finance Head Office Intern in Adidas

Scopri la storia di Francesco, studente ESCP Europe e Finance Head Office Intern in Adidas


Francesco Salza, studente di ESCP Europe ci ha raccontato il suo percorso academico e professionale  nella sede globale di Adidas in Germania

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, gli utenti possono scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studio, esplorare le aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program in linea con le loro ambizioni. 

All’interno della piattaforma, ci piace raccontare le storie di giovani talenti che hanno fatto un percorso di studio brillante e oggi lavorano presso importanti realtà. 

 

In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?

Dopo il diploma di Liceo Scientifico e dopo aver ottenuto una laurea triennale in Business & Management presso l’università di Torino (percorso interamente in lingua inglese) ho scelto di proseguire i miei studi con un Master in Management presso ESCP Europe.

Ho scelto questa scuola per diverse ragioni: fin da piccolo ho avuto una forte passione per l’imprenditoria e per le lingue; infatti, in età liceale ho avuto l’occasione di lanciare alcuni progetti di business e di viaggiare durante l’estate per conoscere nuovi paesi e culture. 

Questa scuola mi sta offrendo la possibilità di studiare e lavorare rispettivamente in cinque paesi diversi: Italia, Germania, Spagna, Brasile e Francia, arricchendo il mio bagaglio culturale non solo di nozioni manageriali ma di “life changing experiences”. Infatti mi dà l’incredibile opportunità di crescere in un ambiente ricco di diversità e molto dinamico, elementi che credo siano fondamentali per imparare ad adattarsi a qualsiasi situazione e sviluppare una mentalità aperta. 

 

Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera? Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?

Nell’estate 2016 ho lanciato con altri 5 amici torinesi un progetto di volontariato in Repubblica Domenicana. Siamo stati per circa un mese e mezzo in una località remota all’interno dell’isola a censire la comunità locale e lanciare diverse iniziative sociali. E’ stata la prima volta che sono veramente uscito dalla mia “comfort zone” e ho assaporata la ricchezza che si può cogliere dalla diversità e dall’incontrare diversi punti di vista. Siamo partiti con un sogno in tasca e un po’ di paura e siamo tornati con la consapevolezza che insieme si possono fare tante cose. 

Una cosa di cui mi sono reso conto recentemente, anche conoscendo ragazzi di altre nazionalità è che in Italia abbiamo “fretta” di finire gli studi, e quando arriviamo sul mondo del lavoro molto spesso sappiamo vagamente che cosa vorremmo o non vorremmo fare.

Ciò che trovo molto “smart” del sistema tedesco, per esempio, è che fin dal liceo la maggior parte dei ragazzi comincia a fare esperienze lavorative. Credo che sia fondamentale accumulare esperienza durante il proprio percorso di studi, non solo per capire davvero cosa ti piace o non ti piace fare, ma anche per capire meglio quali sono le tue skills da sviluppare, e infine perché una volta tornato sui libri, riesci a interiorizzare e sviluppare meglio i concetti accademici, almeno per me è stato cosi. 

Consiglio pertanto a tutti gli studenti universitari di fare esperienze lavorative il più presto possibile, andando avanti con il tempo ci si rende conto di quanto valore aggiunto diano al tuo curriculum e alla tua crescita personale e accademica.

 

Hai lavorato in Adidas: come ci sei arrivato e come si sono svolte le selezioni?

Ho lavorato in Germania nella sede globale di Adidas da Settembre a fine Febbraio. Devo dire che a differenza di molte multinazionali o altre realtà come società di consulenza o banca, in Adidas, la fase di selezione è leggermente diversa.

Gli intervistatori sono interessati a capire se sei “the right match”, la persona giusta per i valori aziendali di Adidas e per il team con cui andrai a lavorare. Sembra una cosa scontata per tutte le fasi di selezione ma non ho mai sostenuto interviste cosi “personali” come in questo caso.

La fase di selezione è stata organizzata in tre diverse interviste: una con un HR e due con due diversi managers. Come ho anticipato, a differenza di altre compagnie, non ho dovuto sostenere test di lingua o SHL online. Gli intervistatori vogliono capire la tua reale motivazione per unirti alla famiglia Adidas e quali esperienze pregresse della tua vita incarnano i tre Valori Cardine del “brand with the three stripes”: Collaboration, Creativity and Confidence. 

La parte più tecnica o complicata è stata una simulazione di un real business case, nel quale dovevo dire come avrei affrontato la situazione io (dal punto di vista di uno Strategy Manager).

 

Di cosa ti sei occupato in Adidas? 

Ho supportato il Finance Head Office Team che a sua volta è suddiviso in tre team: Project Management, Communication e Internal Control. Tutti i progetti a carico di questo team arrivano direttamente dal Consiglio di Amministrazione, pertanto sin dalla prima settimana ho percepito l’importanza e relativa responsabilità degli incarichi che dovevamo svolgere. 

Per circa tre mesi ho supportato un Project Manager che aveva a carico diversi progetti. Non posso dire per motivi di privacy,  di che cosa trattassero nello specifico, ma la maggior parte dei progetti mirava a una maggior efficienza dei processi aziendali e a una generale riduzione dei costi. 

Supportare il Finance Head Office team è stato molto interessante perché mi ha dato la possibilità di osservare e comprendere in profondità come lavorano e cosa fanno diversi dipartimenti di un’enorme multinazionale. 

 

Un consiglio che daresti a tutti quelli che vorrebbero lavorare in Adidas? Invece, un secondo consiglio per chi vorrebbe lavorare nel tuo settore?

Consiglierei a tutti di prepararsi a raccontare delle esperienze della loro vita in cui hanno mostrato di essere persone collaborative, creative e fiduciosi del proprio valore. Siate sinceri con gli intervistatori e cercate di esternare la vostra reale motivazione e la vostra passione per lo sport.  

Trovare uno stage in una buona azienda non è facile, e spesso si può andare incontro a “delle porte in faccia”.

Ciò che posso dire è che, soprattutto parlando di stage, conta la quantità di applications che uno fa, prima o poi una porta si apre! 

Concludendo: cercate di usare tutti i canali possibili, Linkedln in primis, Tutored ovviamente, passaparola, canali ufficiali e non, in questo senso più che mai: “melium abundare quam deficere”.

Francesco Salza, studente di ESCP Europe ci ha raccontato il suo percorso academico e professionale  nella sede globale di Adidas in Germania

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, gli utenti possono scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studio, esplorare le aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program in linea con le loro ambizioni. 

All’interno della piattaforma, ci piace raccontare le storie di giovani talenti che hanno fatto un percorso di studio brillante e oggi lavorano presso importanti realtà. 

 

In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?

Dopo il diploma di Liceo Scientifico e dopo aver ottenuto una laurea triennale in Business & Management presso l’università di Torino (percorso interamente in lingua inglese) ho scelto di proseguire i miei studi con un Master in Management presso ESCP Europe.

Ho scelto questa scuola per diverse ragioni: fin da piccolo ho avuto una forte passione per l’imprenditoria e per le lingue; infatti, in età liceale ho avuto l’occasione di lanciare alcuni progetti di business e di viaggiare durante l’estate per conoscere nuovi paesi e culture. 

Questa scuola mi sta offrendo la possibilità di studiare e lavorare rispettivamente in cinque paesi diversi: Italia, Germania, Spagna, Brasile e Francia, arricchendo il mio bagaglio culturale non solo di nozioni manageriali ma di “life changing experiences”. Infatti mi dà l’incredibile opportunità di crescere in un ambiente ricco di diversità e molto dinamico, elementi che credo siano fondamentali per imparare ad adattarsi a qualsiasi situazione e sviluppare una mentalità aperta. 

 

Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera? Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?

Nell’estate 2016 ho lanciato con altri 5 amici torinesi un progetto di volontariato in Repubblica Domenicana. Siamo stati per circa un mese e mezzo in una località remota all’interno dell’isola a censire la comunità locale e lanciare diverse iniziative sociali. E’ stata la prima volta che sono veramente uscito dalla mia “comfort zone” e ho assaporata la ricchezza che si può cogliere dalla diversità e dall’incontrare diversi punti di vista. Siamo partiti con un sogno in tasca e un po’ di paura e siamo tornati con la consapevolezza che insieme si possono fare tante cose. 

Una cosa di cui mi sono reso conto recentemente, anche conoscendo ragazzi di altre nazionalità è che in Italia abbiamo “fretta” di finire gli studi, e quando arriviamo sul mondo del lavoro molto spesso sappiamo vagamente che cosa vorremmo o non vorremmo fare.

Ciò che trovo molto “smart” del sistema tedesco, per esempio, è che fin dal liceo la maggior parte dei ragazzi comincia a fare esperienze lavorative. Credo che sia fondamentale accumulare esperienza durante il proprio percorso di studi, non solo per capire davvero cosa ti piace o non ti piace fare, ma anche per capire meglio quali sono le tue skills da sviluppare, e infine perché una volta tornato sui libri, riesci a interiorizzare e sviluppare meglio i concetti accademici, almeno per me è stato cosi. 

Consiglio pertanto a tutti gli studenti universitari di fare esperienze lavorative il più presto possibile, andando avanti con il tempo ci si rende conto di quanto valore aggiunto diano al tuo curriculum e alla tua crescita personale e accademica.

 

Hai lavorato in Adidas: come ci sei arrivato e come si sono svolte le selezioni?

Ho lavorato in Germania nella sede globale di Adidas da Settembre a fine Febbraio. Devo dire che a differenza di molte multinazionali o altre realtà come società di consulenza o banca, in Adidas, la fase di selezione è leggermente diversa.

Gli intervistatori sono interessati a capire se sei “the right match”, la persona giusta per i valori aziendali di Adidas e per il team con cui andrai a lavorare. Sembra una cosa scontata per tutte le fasi di selezione ma non ho mai sostenuto interviste cosi “personali” come in questo caso.

La fase di selezione è stata organizzata in tre diverse interviste: una con un HR e due con due diversi managers. Come ho anticipato, a differenza di altre compagnie, non ho dovuto sostenere test di lingua o SHL online. Gli intervistatori vogliono capire la tua reale motivazione per unirti alla famiglia Adidas e quali esperienze pregresse della tua vita incarnano i tre Valori Cardine del “brand with the three stripes”: Collaboration, Creativity and Confidence. 

La parte più tecnica o complicata è stata una simulazione di un real business case, nel quale dovevo dire come avrei affrontato la situazione io (dal punto di vista di uno Strategy Manager).

 

Di cosa ti sei occupato in Adidas? 

Ho supportato il Finance Head Office Team che a sua volta è suddiviso in tre team: Project Management, Communication e Internal Control. Tutti i progetti a carico di questo team arrivano direttamente dal Consiglio di Amministrazione, pertanto sin dalla prima settimana ho percepito l’importanza e relativa responsabilità degli incarichi che dovevamo svolgere. 

Per circa tre mesi ho supportato un Project Manager che aveva a carico diversi progetti. Non posso dire per motivi di privacy,  di che cosa trattassero nello specifico, ma la maggior parte dei progetti mirava a una maggior efficienza dei processi aziendali e a una generale riduzione dei costi. 

Supportare il Finance Head Office team è stato molto interessante perché mi ha dato la possibilità di osservare e comprendere in profondità come lavorano e cosa fanno diversi dipartimenti di un’enorme multinazionale. 

 

Un consiglio che daresti a tutti quelli che vorrebbero lavorare in Adidas? Invece, un secondo consiglio per chi vorrebbe lavorare nel tuo settore?

Consiglierei a tutti di prepararsi a raccontare delle esperienze della loro vita in cui hanno mostrato di essere persone collaborative, creative e fiduciosi del proprio valore. Siate sinceri con gli intervistatori e cercate di esternare la vostra reale motivazione e la vostra passione per lo sport.  

Trovare uno stage in una buona azienda non è facile, e spesso si può andare incontro a “delle porte in faccia”.

Ciò che posso dire è che, soprattutto parlando di stage, conta la quantità di applications che uno fa, prima o poi una porta si apre! 

Concludendo: cercate di usare tutti i canali possibili, Linkedln in primis, Tutored ovviamente, passaparola, canali ufficiali e non, in questo senso più che mai: “melium abundare quam deficere”.