Published at 04 May 2021
Published at 04 May 2021
Tutored incontra Roberta, Talent Acquisition Advisor in BSI

Tutored incontra Roberta, Talent Acquisition Advisor in BSI


 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro. 

 

In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?

Ho sempre scelto di studiare Lingue per inseguire la mia grande passione. 

Mi sono laureata in Traduzione e Interpretariato alla Scuola Civica per Interpreti di Milano e concluso una laurea specialistica presso l’Università di Modena in Languages for Communication in International Enterprises and Organizations. Subito dopo la laurea specialistica ho deciso di seguire un Master online in Traduzione Medica dall’italiano all’inglese.

 

Secondo te, nella scelta dell'ambito di studi da intraprendere, quanto è importante seguire le proprie passioni rispetto a seguire le opportunità del mercato del lavoro?

Ho sempre pensato che le lingue si imparino vivendo e non (solo) studiando. Detto ciò, ritengo che ci siano due aspetti molto importanti da considerare.

Il primo è che studiare qualcosa che non ci appassiona difficilmente porterà ai risultati sperati, e ci permetterà di intraprendere una carriera brillante. Sapevo che una laurea in lingue mi avrebbe aperto molte porte, e allo stesso tempo chiuso molte strade. D’altronde con Lingue non si acquisisce alcuna conoscenza specifica, si guadagna solo un mezzo – la lingua – da applicare poi in un settore specifico.

Il secondo è che se si vuole intraprendere un percorso professionalizzante abbiamo bisogno di qualifiche, di certezze, di sicurezza. Per questo motivo non possiamo pretendere che, per diventare interpreti o traduttori professionisti, possiamo imparare le lingue solo viaggiando. Bisogna scegliere accuratamente le competenze che vogliamo acquisire, e i mezzi per svilupparle.

                                            

Dopo un percorso in lingue e interpretariato, come mai hai deciso di intraprendere una carriera in HR?

Il tutto è capitato molto per caso, e molte volte al caso dovremmo dare ascolto. 

Per concludere la laurea specialistica avevo bisogno di un tirocinio curriculare di 6 mesi. Trovai per caso un’azienda di Recruiting disponibile ad assumere stagisti per brevi periodi di tempo, e così mi imbattei nel mondo HR. Grazie alla mia Supervisor ho avuto modo di imparare moltissime cose, e di usare l’inglese quotidianamente. Ho avuto la fortuna di fare uno stage che mi potesse davvero insegnare qualcosa, anche se in un mondo leggermente diverso da quello che  immaginavo. 

Quando, terminati gli studi, ho iniziato a cercare lavoro un po’ in tutta Italia, ho avuto la fortuna di incontrare un’azienda multinazionale che non solo cercava una figura giovane e brillante appassionata del mondo HR, ma che parlasse almeno due lingue straniere, al fine di supportare l’intero team di Recruitment in Europa. Con la mia energia, la mia piccola (ma significativa) esperienza pregressa e la mia conoscenza di taliano, inglese, spagnolo, tedesco e olandese, fui assunta immediatamente.

 

Oggi lavori in BSI: come hai conosciuto questa realtà? 

L’ho conosciuta per caso sfogliando annunci su Internet. Ho capito subito che poteva essere il posto giusto per me: ambiente internazionale, contatti con l’estero, principi solidi e approccio umano. Molte volte è di gran lunga più importante l’ambiente in cui si lavora, che il ruolo che si ricopre. Senza il mio manager e il mio team non mi sarei mai resa conto di quanto possa essere motivante il mondo del recruiting, e di quanto finalmente avessi la possibilità di incanalare tutta la mia grinta e le mie soft skills in qualcosa di concreto.

 

Di cosa ti occupi in qualità di Talent Acquisition Advisor in BSI?

Mi occupo di Ricerca & Selezione, dalla A alla Z. Revisiono le candidature che BSI riceve per qualsiasi posizione interna in Europa (nello specifico in Polonia, BENELUX e DACH), ricerco i migliori profili interessati alla nostra realtà, supporto i nostri team ad assumere i migliori talenti, e guido il candidato dall’invio del CV fino alla firma del contratto di assunzione.

Insieme a ciò, mi occupo di come migliorare la visibilità e l’immagine dell’azienda, per attirare i profili giusti e mappo il mercato dei talenti per capire come questo cambia ed evolve.

 

Nella nostra community di oltre 500.000 utenti ci sono molto studenti e giovani laureati che vorrebbero lavorare nel mondo HR: un consiglio che daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?

Il mondo HR è molto vasto, io posso parlare per la mia piccola esperienza nel campo del Recruitment. Per essere un bravo recruiter, per esempio, non occorre un percorso di studi specifico, ma prima di tutto bisogna sapere osservare e ascoltare. Se vi piace l’idea di andare a “scovare” i migliori talenti, capire le loro esigenze e le loro aspirazioni e collaborare con qualsiasi team all’interno della vostra azienda, occupandovi sempre di profili diversi e di nuove sfide, allora potrebbe essere il lavoro giusto per voi.

Purtroppo, la scuola italiana non ci aiuta veramente a capire cosa ci potrebbe piacere concretamente, e in cosa potremmo essere bravi. Abbiamo solo idee astratte, ma pochi esempi pratici. L’unico modo per capirlo è provare. Io credevo di essere brava nell’interpretazione orale, ma purtroppo quando mi sono resa conto che essere un interprete professionista significava prepararsi ogni volta su argomenti diversi, studiare, viaggiare ed essere costantemente in balia dell’ignoto, ho capito che poco si addiceva alla mia personalità. E quando ho capito che fare il traduttore invece significava lavorare in proprio e avere poche interazioni sociali, ho scartato anche quella opzione. E chi l’avrebbe mai detto che essere una Recruiter mi permettesse di parlare ogni giorno con tantissime persone diverse provenienti da diversi Paesi e di continuare a usare le lingue?

Se non provi, non lo sai.


Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazie a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro. 

 

In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?

Ho sempre scelto di studiare Lingue per inseguire la mia grande passione. 

Mi sono laureata in Traduzione e Interpretariato alla Scuola Civica per Interpreti di Milano e concluso una laurea specialistica presso l’Università di Modena in Languages for Communication in International Enterprises and Organizations. Subito dopo la laurea specialistica ho deciso di seguire un Master online in Traduzione Medica dall’italiano all’inglese.

 

Secondo te, nella scelta dell'ambito di studi da intraprendere, quanto è importante seguire le proprie passioni rispetto a seguire le opportunità del mercato del lavoro?

Ho sempre pensato che le lingue si imparino vivendo e non (solo) studiando. Detto ciò, ritengo che ci siano due aspetti molto importanti da considerare.

Il primo è che studiare qualcosa che non ci appassiona difficilmente porterà ai risultati sperati, e ci permetterà di intraprendere una carriera brillante. Sapevo che una laurea in lingue mi avrebbe aperto molte porte, e allo stesso tempo chiuso molte strade. D’altronde con Lingue non si acquisisce alcuna conoscenza specifica, si guadagna solo un mezzo – la lingua – da applicare poi in un settore specifico.

Il secondo è che se si vuole intraprendere un percorso professionalizzante abbiamo bisogno di qualifiche, di certezze, di sicurezza. Per questo motivo non possiamo pretendere che, per diventare interpreti o traduttori professionisti, possiamo imparare le lingue solo viaggiando. Bisogna scegliere accuratamente le competenze che vogliamo acquisire, e i mezzi per svilupparle.

                                            

Dopo un percorso in lingue e interpretariato, come mai hai deciso di intraprendere una carriera in HR?

Il tutto è capitato molto per caso, e molte volte al caso dovremmo dare ascolto. 

Per concludere la laurea specialistica avevo bisogno di un tirocinio curriculare di 6 mesi. Trovai per caso un’azienda di Recruiting disponibile ad assumere stagisti per brevi periodi di tempo, e così mi imbattei nel mondo HR. Grazie alla mia Supervisor ho avuto modo di imparare moltissime cose, e di usare l’inglese quotidianamente. Ho avuto la fortuna di fare uno stage che mi potesse davvero insegnare qualcosa, anche se in un mondo leggermente diverso da quello che  immaginavo. 

Quando, terminati gli studi, ho iniziato a cercare lavoro un po’ in tutta Italia, ho avuto la fortuna di incontrare un’azienda multinazionale che non solo cercava una figura giovane e brillante appassionata del mondo HR, ma che parlasse almeno due lingue straniere, al fine di supportare l’intero team di Recruitment in Europa. Con la mia energia, la mia piccola (ma significativa) esperienza pregressa e la mia conoscenza di taliano, inglese, spagnolo, tedesco e olandese, fui assunta immediatamente.

 

Oggi lavori in BSI: come hai conosciuto questa realtà? 

L’ho conosciuta per caso sfogliando annunci su Internet. Ho capito subito che poteva essere il posto giusto per me: ambiente internazionale, contatti con l’estero, principi solidi e approccio umano. Molte volte è di gran lunga più importante l’ambiente in cui si lavora, che il ruolo che si ricopre. Senza il mio manager e il mio team non mi sarei mai resa conto di quanto possa essere motivante il mondo del recruiting, e di quanto finalmente avessi la possibilità di incanalare tutta la mia grinta e le mie soft skills in qualcosa di concreto.

 

Di cosa ti occupi in qualità di Talent Acquisition Advisor in BSI?

Mi occupo di Ricerca & Selezione, dalla A alla Z. Revisiono le candidature che BSI riceve per qualsiasi posizione interna in Europa (nello specifico in Polonia, BENELUX e DACH), ricerco i migliori profili interessati alla nostra realtà, supporto i nostri team ad assumere i migliori talenti, e guido il candidato dall’invio del CV fino alla firma del contratto di assunzione.

Insieme a ciò, mi occupo di come migliorare la visibilità e l’immagine dell’azienda, per attirare i profili giusti e mappo il mercato dei talenti per capire come questo cambia ed evolve.

 

Nella nostra community di oltre 500.000 utenti ci sono molto studenti e giovani laureati che vorrebbero lavorare nel mondo HR: un consiglio che daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?

Il mondo HR è molto vasto, io posso parlare per la mia piccola esperienza nel campo del Recruitment. Per essere un bravo recruiter, per esempio, non occorre un percorso di studi specifico, ma prima di tutto bisogna sapere osservare e ascoltare. Se vi piace l’idea di andare a “scovare” i migliori talenti, capire le loro esigenze e le loro aspirazioni e collaborare con qualsiasi team all’interno della vostra azienda, occupandovi sempre di profili diversi e di nuove sfide, allora potrebbe essere il lavoro giusto per voi.

Purtroppo, la scuola italiana non ci aiuta veramente a capire cosa ci potrebbe piacere concretamente, e in cosa potremmo essere bravi. Abbiamo solo idee astratte, ma pochi esempi pratici. L’unico modo per capirlo è provare. Io credevo di essere brava nell’interpretazione orale, ma purtroppo quando mi sono resa conto che essere un interprete professionista significava prepararsi ogni volta su argomenti diversi, studiare, viaggiare ed essere costantemente in balia dell’ignoto, ho capito che poco si addiceva alla mia personalità. E quando ho capito che fare il traduttore invece significava lavorare in proprio e avere poche interazioni sociali, ho scartato anche quella opzione. E chi l’avrebbe mai detto che essere una Recruiter mi permettesse di parlare ogni giorno con tantissime persone diverse provenienti da diversi Paesi e di continuare a usare le lingue?

Se non provi, non lo sai.


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