Osservatori Digital Innovation

Pubblicato il 15 Apr 2022
Pubblicato il 15 Apr 2022
Indice DESI e DMI: lo stato della digitalizzazione in Italia

Indice DESI e DMI: lo stato della digitalizzazione in Italia


Qual è lo stato di digitalizzazione dell’Italia? E, soprattutto, qual è il gap che ci separa dagli altri Paesi europei? Sono due domande fondamentali, queste, per prendere decisioni consapevoli in tema di Agenda Digitale e comprendere a pieno l'effettiva attuazione dei piani strategici di digitalizzazione nazionale. Ed è da qui che vogliamo partire.

Per sviluppare questa conoscenza occorre un sistema di misura solido, stabile, completo e condiviso a livello internazionale. Da alcuni anni il Digital Economy and Society Index (in breve DESI) è usato per valutare e confrontare il livello di digitalizzazione dell'Unione Europea.

Cos’è il DESI e come funziona
Il Digital Economy and Society Index (DESI) è un indice introdotto dalla Commissione Europea nel 2014 per misurare i progressi dei Paesi europei in termini di digitalizzazione dell’economia e della società, al fine di convergere verso un unico mercato digitale.

L’indice è la sintesi di diversi indicatori raccolti in 4 dimensioni principali:

- Capitale umano: misura le competenze necessarie a trarre vantaggio dalle possibilità offerte dalla società digitale;
- Connettività: misura lo sviluppo della banda larga, la sua qualità e l’accesso fatto dai vari stakeholder;
- Integrazione delle tecnologie digitali: misura la digitalizzazione delle imprese e l’impiego dei canali online per le vendite;
- Servizi pubblici digitali: misura la digitalizzazione della PA, con un focus sull’eGovernment
Ognuna di queste quattro dimensioni contiene diversi indicatori che sono raccolti annualmente per tutti i Paesi europei e opportunamente pesati a seconda della loro rilevanza. Nel rapporto DESI 2021 sono stati 33 gli indicatori utilizzati. Per aggregare indicatori espressi in unità di misura differenti, viene fatta una normalizzazione tra 0 e 100. Ed è in questo modo che è possibile avere una misura media per ogni dimensione e una misura complessiva, che riferisce sinteticamente lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale.

L'Italia nel Digital Economy and Society Index
Qual è, secondo l'indice, l'attuale stato di digitalizzazione in Italia? Stando al rapporto DESI aggiornato, l’Italia occupa la parte bassa dal ranking, lontana dai Paesi a lei simili per caratteristiche dimensionali e socio-economiche (come Spagna, Francia e Germania).

Sui 27 Paesi membri dell'Unione Europei siamo quindi 20esimi per livello di digitalizzazione complessiva, una posizione in meno rispetto all'anno precedente (posizione persa a vantaggio della Croazia). In particolare, il rapporto sull'Italia è molto duro rispetto alle dimensioni del Capitale umano e della Connettività.

Capitale umano
Questa dimensione rappresenta il vero tallone d’Achille italiano dalla nascita del DESI. In particolare:

- siamo terzultimi in Europa per popolazione con competenze digitali almeno di base (42%), contro una media UE del 56%, e quartultimi invece per competenze digitali avanzate (22%), contro una media UE del 31%;
- la quota di imprese che ha offerto formazione in ambito ICT ai propri dipendenti si ferma al 16%, contro una media europea del 20%;
- siamo ultimi nel continente per quota di laureati in ambito ICT sul totale della popolazione con una laurea (1,3% rispetto a un valore UE del 3,9%).

Connettività
Anche su questa dimensione l’Italia presenta diverse lacune, che la allontanano dalla media dei migliori paesi europei. Eloquenti in questo caso due dati in particolare:

- 25esimo posto per lutilizzo complessivo della banda larga fissa;
- ultimo posto per l’utilizzo della banda larga mobile.
Il gap accumulato dall’Italia in materia di connettività e banda larga è dovuto principalmente alle disuguaglianze interne alla popolazione nella qualità della connessione adottata: poche famiglie sfruttano i benefici della banda larga, ma quelle poche famiglie hanno una connessione relativamente migliore rispetto alle famiglie di paesi comparabili.

Integrazione delle tecnologie digitali: il digitale nelle imprese italiane
In un quadro tutt'altro che incoraggiante in materia di competenze e connettività, ben figurano le imprese italiane che nell'ultimo indice DESI hanno guadagnato ben 9 posizioni nel ranking dedicato, attestandosi addirittura al decimo posto in Europa.

I buoni risultati in questa dimensione affondano le loro radici principalmente in tre indicatori:

- la quota di imprese che utilizzano la fatturazione elettronica, per cui l’Italia è prima nel continente;
- il livello di adozione dei servizi in Cloud di medio-alta sofisticazione (38% contro la media UE del 26%);
- la quota di piccole-medie imprese che hanno un livello di intensità digitale almeno di base (va precisato tuttavia come le PMI italiane siano ampiamente in ritardo nell'adozione dell'eCommerce e nel peso del loro fatturato online).

Servizi pubblici digitali
Stazionaria la dimensione dei servizi pubblici digitali (18esimo posto complessivo) dove si registrano però due trend in contrapposizione. Da un lato, la disponibilità e completezza dei servizi pubblici verso i cittadini e le imprese è comparabile alle medie europee. Dall'altro, l’Italia è terzultima per quota degli utenti internet che interagiscono online con la PA.

I limiti del DESI e l’apporto dei DMI
C’è da dire, tuttavia, che l'indice DESI, così com’è, ha alcuni limiti. Limiti che, se non conosciuti, possono generare valutazioni distorte e quindi indurre a decisioni errate. L’indice, infatti, non misura precisamente l’attuazione dell’Agenda Digitale, in quanto utilizza dati non completamente aggiornati e non copre alcuni fenomeni rilevanti (come quello della sicurezza informatica). Inoltre, non dà indicazioni utili a chi - come l’Italia - ha bisogno di comprendere in quali aree investire per migliorare il proprio livello di digitalizzazione.

Gli Indici di Maturità Digitale
Come superare, allora, alcuni di questi limiti? L'Osservatorio Agenda Digitale ha sviluppato negli anni i Digital Maturity Indexes (più semplicemente DMI), un sistema di ben 117 indicatori (inclusi i 33 che formano il DESI) raggruppati nelle 4 dimensioni di attuazione dell'Agenda Digitale:

- Infrastrutture - diffusione e utilizzo di banda larga, sia fissa che mobile, tra cittadini, imprese e PA;
- Pubblica Amministrazione - diffusione e utilizzo di servizi di eGovernment;
- Cittadini - diffusione e utilizzo di strumenti digitali/internet e competenze digitali;
- Imprese - diffusione e utilizzo di tecnologie digitali nei processi di produzione e vendita di prodotti e servizi.
Oltre al gran numero di indicatori, l'elemento caratterizzante dei DMI sta nel fatto che ciascuna dimensione viene poi scomposta in base ai Fattori Abilitanti (utili a misurare gli sforzi e gli investimenti fatti per rendere più digitale l’area) e i Risultati Ottenuti (per monitorare l’esito di tali iniziative di digitalizzazione).

Cosa dice il DMI sullo stato di digitalizzazione dell'Italia? Su 27 Paesi Europei, l’Italia è:

- 17esima per sforzi fatti nell’attuazione della propria Agenda Digitale;
- 23esima per risultati raggiunti con le iniziative di digitalizzazione adottate negli ultimi anni e promosse in primis dal Ministro per la Transizione Digitale, dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale, e da AgID.
Anche valutando il livello di digitalizzazione attraverso i 117 indicatori dei DMI, l'Italia non tiene il passo con i vicini Paesi del vecchio continente. Gli indici confermano i messaggi del DESI, almeno in termini di classifica. A cambiare, però, con questo strumento è la possibilità di saper interpretare meglio i fenomeni alla base di questi ritardi.

Grazie ai DMI possiamo fare valutazioni più complete e precise, offrendo ai policy maker una migliore comprensione delle dinamiche di sviluppo e orientamento degli interventi di digitalizzazione

Francesco Olivanti
Ricercatore nell'Osservatorio Agenda Digitale
 

Qual è lo stato di digitalizzazione dell’Italia? E, soprattutto, qual è il gap che ci separa dagli altri Paesi europei? Sono due domande fondamentali, queste, per prendere decisioni consapevoli in tema di Agenda Digitale e comprendere a pieno l'effettiva attuazione dei piani strategici di digitalizzazione nazionale. Ed è da qui che vogliamo partire.

Per sviluppare questa conoscenza occorre un sistema di misura solido, stabile, completo e condiviso a livello internazionale. Da alcuni anni il Digital Economy and Society Index (in breve DESI) è usato per valutare e confrontare il livello di digitalizzazione dell'Unione Europea.

Cos’è il DESI e come funziona
Il Digital Economy and Society Index (DESI) è un indice introdotto dalla Commissione Europea nel 2014 per misurare i progressi dei Paesi europei in termini di digitalizzazione dell’economia e della società, al fine di convergere verso un unico mercato digitale.

L’indice è la sintesi di diversi indicatori raccolti in 4 dimensioni principali:

- Capitale umano: misura le competenze necessarie a trarre vantaggio dalle possibilità offerte dalla società digitale;
- Connettività: misura lo sviluppo della banda larga, la sua qualità e l’accesso fatto dai vari stakeholder;
- Integrazione delle tecnologie digitali: misura la digitalizzazione delle imprese e l’impiego dei canali online per le vendite;
- Servizi pubblici digitali: misura la digitalizzazione della PA, con un focus sull’eGovernment
Ognuna di queste quattro dimensioni contiene diversi indicatori che sono raccolti annualmente per tutti i Paesi europei e opportunamente pesati a seconda della loro rilevanza. Nel rapporto DESI 2021 sono stati 33 gli indicatori utilizzati. Per aggregare indicatori espressi in unità di misura differenti, viene fatta una normalizzazione tra 0 e 100. Ed è in questo modo che è possibile avere una misura media per ogni dimensione e una misura complessiva, che riferisce sinteticamente lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale.

L'Italia nel Digital Economy and Society Index
Qual è, secondo l'indice, l'attuale stato di digitalizzazione in Italia? Stando al rapporto DESI aggiornato, l’Italia occupa la parte bassa dal ranking, lontana dai Paesi a lei simili per caratteristiche dimensionali e socio-economiche (come Spagna, Francia e Germania).

Sui 27 Paesi membri dell'Unione Europei siamo quindi 20esimi per livello di digitalizzazione complessiva, una posizione in meno rispetto all'anno precedente (posizione persa a vantaggio della Croazia). In particolare, il rapporto sull'Italia è molto duro rispetto alle dimensioni del Capitale umano e della Connettività.

Capitale umano
Questa dimensione rappresenta il vero tallone d’Achille italiano dalla nascita del DESI. In particolare:

- siamo terzultimi in Europa per popolazione con competenze digitali almeno di base (42%), contro una media UE del 56%, e quartultimi invece per competenze digitali avanzate (22%), contro una media UE del 31%;
- la quota di imprese che ha offerto formazione in ambito ICT ai propri dipendenti si ferma al 16%, contro una media europea del 20%;
- siamo ultimi nel continente per quota di laureati in ambito ICT sul totale della popolazione con una laurea (1,3% rispetto a un valore UE del 3,9%).

Connettività
Anche su questa dimensione l’Italia presenta diverse lacune, che la allontanano dalla media dei migliori paesi europei. Eloquenti in questo caso due dati in particolare:

- 25esimo posto per lutilizzo complessivo della banda larga fissa;
- ultimo posto per l’utilizzo della banda larga mobile.
Il gap accumulato dall’Italia in materia di connettività e banda larga è dovuto principalmente alle disuguaglianze interne alla popolazione nella qualità della connessione adottata: poche famiglie sfruttano i benefici della banda larga, ma quelle poche famiglie hanno una connessione relativamente migliore rispetto alle famiglie di paesi comparabili.

Integrazione delle tecnologie digitali: il digitale nelle imprese italiane
In un quadro tutt'altro che incoraggiante in materia di competenze e connettività, ben figurano le imprese italiane che nell'ultimo indice DESI hanno guadagnato ben 9 posizioni nel ranking dedicato, attestandosi addirittura al decimo posto in Europa.

I buoni risultati in questa dimensione affondano le loro radici principalmente in tre indicatori:

- la quota di imprese che utilizzano la fatturazione elettronica, per cui l’Italia è prima nel continente;
- il livello di adozione dei servizi in Cloud di medio-alta sofisticazione (38% contro la media UE del 26%);
- la quota di piccole-medie imprese che hanno un livello di intensità digitale almeno di base (va precisato tuttavia come le PMI italiane siano ampiamente in ritardo nell'adozione dell'eCommerce e nel peso del loro fatturato online).

Servizi pubblici digitali
Stazionaria la dimensione dei servizi pubblici digitali (18esimo posto complessivo) dove si registrano però due trend in contrapposizione. Da un lato, la disponibilità e completezza dei servizi pubblici verso i cittadini e le imprese è comparabile alle medie europee. Dall'altro, l’Italia è terzultima per quota degli utenti internet che interagiscono online con la PA.

I limiti del DESI e l’apporto dei DMI
C’è da dire, tuttavia, che l'indice DESI, così com’è, ha alcuni limiti. Limiti che, se non conosciuti, possono generare valutazioni distorte e quindi indurre a decisioni errate. L’indice, infatti, non misura precisamente l’attuazione dell’Agenda Digitale, in quanto utilizza dati non completamente aggiornati e non copre alcuni fenomeni rilevanti (come quello della sicurezza informatica). Inoltre, non dà indicazioni utili a chi - come l’Italia - ha bisogno di comprendere in quali aree investire per migliorare il proprio livello di digitalizzazione.

Gli Indici di Maturità Digitale
Come superare, allora, alcuni di questi limiti? L'Osservatorio Agenda Digitale ha sviluppato negli anni i Digital Maturity Indexes (più semplicemente DMI), un sistema di ben 117 indicatori (inclusi i 33 che formano il DESI) raggruppati nelle 4 dimensioni di attuazione dell'Agenda Digitale:

- Infrastrutture - diffusione e utilizzo di banda larga, sia fissa che mobile, tra cittadini, imprese e PA;
- Pubblica Amministrazione - diffusione e utilizzo di servizi di eGovernment;
- Cittadini - diffusione e utilizzo di strumenti digitali/internet e competenze digitali;
- Imprese - diffusione e utilizzo di tecnologie digitali nei processi di produzione e vendita di prodotti e servizi.
Oltre al gran numero di indicatori, l'elemento caratterizzante dei DMI sta nel fatto che ciascuna dimensione viene poi scomposta in base ai Fattori Abilitanti (utili a misurare gli sforzi e gli investimenti fatti per rendere più digitale l’area) e i Risultati Ottenuti (per monitorare l’esito di tali iniziative di digitalizzazione).

Cosa dice il DMI sullo stato di digitalizzazione dell'Italia? Su 27 Paesi Europei, l’Italia è:

- 17esima per sforzi fatti nell’attuazione della propria Agenda Digitale;
- 23esima per risultati raggiunti con le iniziative di digitalizzazione adottate negli ultimi anni e promosse in primis dal Ministro per la Transizione Digitale, dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale, e da AgID.
Anche valutando il livello di digitalizzazione attraverso i 117 indicatori dei DMI, l'Italia non tiene il passo con i vicini Paesi del vecchio continente. Gli indici confermano i messaggi del DESI, almeno in termini di classifica. A cambiare, però, con questo strumento è la possibilità di saper interpretare meglio i fenomeni alla base di questi ritardi.

Grazie ai DMI possiamo fare valutazioni più complete e precise, offrendo ai policy maker una migliore comprensione delle dinamiche di sviluppo e orientamento degli interventi di digitalizzazione

Francesco Olivanti
Ricercatore nell'Osservatorio Agenda Digitale