Enel

Pubblicato il 19 Feb 2021
Pubblicato il 19 Feb 2021
Dal Regno Unito a Enel Green Power: l’esperienza di Filippo!

Dal Regno Unito a Enel Green Power: l’esperienza di Filippo!


Filippo racconta il suo processo di selezione da remoto e l’inizio della carriera in EGP
 

Dove hai studiato e quale indirizzo di studi hai scelto?


Ho studiato ingegneria meccanica all’University of Bath in Inghilterra, Regno Unito.


Quanto è stato importante compiere parte degli studi all’estero?


Molto, quasi fondamentale. L’esperienza all’estero mi ha portato a crescere sia da un punto di vista professionale, apprendendo e mettendo in pratica un metodo di studio differente da quello italiano, che da un punto di vista personale, inserendomi in un ambiente del tutto diverso da quello in cui sono cresciuto, fuori dalla mia “comfort-zone”, quasi costretto ad applicarmi e a mettermi in gioco tutti i giorni, sia nelle attività quotidiane che accademiche.


Oggi lavori per Enel Green Power. Come si è svolto il processo di selezione?


Subito dopo la laurea ho inviato la mia candidatura spontanea sulla sezione dedicata del sito di Enel. Successivamente, ho fatto un primo colloquio in remoto e poi una prova a scelta multipla di inglese. La cosa che più mi ha sorpreso è che fin dalla prima mail sono stato in contatto con una recruiter, ho notato il grande impegno dell’azienda nel non rendere il processo meccanico e superficiale.

Dopo la prova di inglese sono stato invitato al recruiting day, un evento in remoto che è durato una mattinata. Eravamo in 14 candidati e dopo una presentazione del gruppo Enel abbiamo fatto diverse prove individuali e una di gruppo. Il processo di selezione è sempre a doppio senso, senza dubbio l’azienda doveva scegliere i candidati migliori, ma anche noi dovevamo essere convinti che l’azienda fosse quella giusta per noi. Mi ricordo che al termine dell’evento di recruiting  ero rimasto positivamente colpito, ho veramente dentro di me “scelto” Enel.

Dopo circa due settimane sono stato contattato per un colloquio in remoto da una prima unità di Enel Green Power, solo che il lavoro non rispecchiava molto il mio profilo, e dopo altre due settimane sono stato contattato per una selezione nell’unità in cui mi trovo ora. Il colloquio, della durata totale di circa un’ora, è stato piuttosto informale, mi hanno presentato le attività principali dell’unità e successivamente ho avuto opportunità di raccontare alcune delle mie esperienze. Al termine ero soddisfatto, ma allo stesso tempo non sapevo quale fosse stata la loro impressione di me.

Dopo circa dieci giorni mi viene comunicato l’esito positivo del colloquio e quel giorno ho ripensato a tutto il processo, dal primo colloquio all’ultimo ed è stata proprio l’attenzione della funzione del People&Organization che mi ha dato la forza iniziale per inserirmi nel mondo di Enel senza temere mai né di non essere all’altezza, né di fare qualcosa che non mi piacesse.


Conoscevi già Enel Green Power?


Ne avevo sentito parlare, ma non conoscevo nel dettaglio il business e le attività. E’ passato poco tempo dal mio ingresso in azienda ma già ho la sensazione di sentirmi parte di una grande missione volta a migliorare il futuro dell’intero pianeta.

Ognuno di noi è un tassello fondamentale e può dare il proprio contributo per la realizzazione di un mondo sostenibile, per noi e per le generazioni future. E questo sicuramente motiva ancora di più e mi sprona a dare il meglio di me nel lavoro quotidiano, ogni giorno.

 

Che sensazioni hai provato iniziando a lavorare con colleghi ancora mai incontrati dal vivo? Quali competenze hai dovuto attivare?


All’inizio ero molto scettico, pensavo che l’esperienza lavorativa si appiattisse del tutto. Poi, in realtà, incoraggiato dall’esperienza di assunzione, ho sin da subito provato ad essere il più interattivo possibile. I miei colleghi sono sempre stati disponibili e mi hanno sempre supportato con l’inserimento, nonostante le mie mille domande e curiosità interferissero con il loro lavoro quotidiano. Non deve essere semplice insegnare così tanti aspetti di un’azienda così grande senza vedersi di persona, eppure hanno fatto sembrare tutto così semplice e per me è veramente stato facile.

Con la tecnologia che diventa sempre più performante, siamo costretti a crescere sempre di più come individui, sviluppando competenze del tutto nuove. Per esempio, la comunicazione virtuale avviene prevalentemente in forma scritta, il che prevede un linguaggio chiaro e conciso. Inoltre, spesso quando si incontrano le persone dal vivo si percepiscono piccoli segnali come quelli del linguaggio del corpo, che non si hanno quando si incontrano le persone in remoto. Così è più difficile percepire segnali dai colleghi, e conoscere loro è importante quanto conoscere la struttura dell’azienda e il lavoro che si va a fare. Per fortuna, però, lo smart working ha reso tanti altri processi molto più efficienti, lasciando dello spazio per fare qualche conversazione ad inizio o fine giornata per conoscersi meglio.


Di cosa ti occupi nel quotidiano? Raccontaci una tua giornata tipo!


La mattina mi sveglio tutti i giorni alle 07:00. Faccio colazione e dopo faccio ginnastica. Dopo una doccia mi vesto e vado in mansarda dove lavoro. Se non ci sono riunioni guardo la “to-do list” fatta la sera prima e inizio a lavorare. Ogni mezz’ora circa mi alzo un attimo per tenermi un po' in movimento e poi torno a lavorare.

Oltre a riunioni con colleghi italiani, quasi tutti i giorni ci sono riunioni con colleghi in India, Sudafrica o Australia, è un ambiente lavorativo molto dinamico, mi è capitato nella stessa mattinata di parlare italiano, spagnolo e inglese!

Nelle riunioni vengono presentate nuove idee innovative per migliorare il processo di costruzione e successivamente si creano gruppi di lavoro per discutere sul rapporto costo-beneficio di queste idee. A quel punto mi occupo di raccogliere, analizzare e valutare più informazioni per rendere la nostra analisi la più completa possibile. Inoltre, partecipo alle visite in remoto dei cantieri di costruzione di impianti eolici o solari, che sono sicuramente tra gli aspetti più interessanti. Ci si ritrova improvvisamente catapultati con un click lì dove succede tutto ciò per cui lavoriamo.

A pranzo scendo in cucina dove mangio una pasta con un sugo e poi torno di nuovo a lavoro. Nel pomeriggio si inizia a lavorare con i colleghi negli Stati Uniti (che nel frattempo si sono svegliati) e dopo qualche riunione e del tempo per lavorare su qualche task finisce la giornata lavorativa. Mangio qualcosa e poi o chiamo qualche amico per giocare a tennis, o per una chiacchierata. Prima di cena spesso studio per la patente nautica o leggo un libro. Dopo cena, non potendo uscire, guardo una serie tv o gioco a scacchi con mia sorella.

Filippo racconta il suo processo di selezione da remoto e l’inizio della carriera in EGP
 

Dove hai studiato e quale indirizzo di studi hai scelto?


Ho studiato ingegneria meccanica all’University of Bath in Inghilterra, Regno Unito.


Quanto è stato importante compiere parte degli studi all’estero?


Molto, quasi fondamentale. L’esperienza all’estero mi ha portato a crescere sia da un punto di vista professionale, apprendendo e mettendo in pratica un metodo di studio differente da quello italiano, che da un punto di vista personale, inserendomi in un ambiente del tutto diverso da quello in cui sono cresciuto, fuori dalla mia “comfort-zone”, quasi costretto ad applicarmi e a mettermi in gioco tutti i giorni, sia nelle attività quotidiane che accademiche.


Oggi lavori per Enel Green Power. Come si è svolto il processo di selezione?


Subito dopo la laurea ho inviato la mia candidatura spontanea sulla sezione dedicata del sito di Enel. Successivamente, ho fatto un primo colloquio in remoto e poi una prova a scelta multipla di inglese. La cosa che più mi ha sorpreso è che fin dalla prima mail sono stato in contatto con una recruiter, ho notato il grande impegno dell’azienda nel non rendere il processo meccanico e superficiale.

Dopo la prova di inglese sono stato invitato al recruiting day, un evento in remoto che è durato una mattinata. Eravamo in 14 candidati e dopo una presentazione del gruppo Enel abbiamo fatto diverse prove individuali e una di gruppo. Il processo di selezione è sempre a doppio senso, senza dubbio l’azienda doveva scegliere i candidati migliori, ma anche noi dovevamo essere convinti che l’azienda fosse quella giusta per noi. Mi ricordo che al termine dell’evento di recruiting  ero rimasto positivamente colpito, ho veramente dentro di me “scelto” Enel.

Dopo circa due settimane sono stato contattato per un colloquio in remoto da una prima unità di Enel Green Power, solo che il lavoro non rispecchiava molto il mio profilo, e dopo altre due settimane sono stato contattato per una selezione nell’unità in cui mi trovo ora. Il colloquio, della durata totale di circa un’ora, è stato piuttosto informale, mi hanno presentato le attività principali dell’unità e successivamente ho avuto opportunità di raccontare alcune delle mie esperienze. Al termine ero soddisfatto, ma allo stesso tempo non sapevo quale fosse stata la loro impressione di me.

Dopo circa dieci giorni mi viene comunicato l’esito positivo del colloquio e quel giorno ho ripensato a tutto il processo, dal primo colloquio all’ultimo ed è stata proprio l’attenzione della funzione del People&Organization che mi ha dato la forza iniziale per inserirmi nel mondo di Enel senza temere mai né di non essere all’altezza, né di fare qualcosa che non mi piacesse.


Conoscevi già Enel Green Power?


Ne avevo sentito parlare, ma non conoscevo nel dettaglio il business e le attività. E’ passato poco tempo dal mio ingresso in azienda ma già ho la sensazione di sentirmi parte di una grande missione volta a migliorare il futuro dell’intero pianeta.

Ognuno di noi è un tassello fondamentale e può dare il proprio contributo per la realizzazione di un mondo sostenibile, per noi e per le generazioni future. E questo sicuramente motiva ancora di più e mi sprona a dare il meglio di me nel lavoro quotidiano, ogni giorno.

 

Che sensazioni hai provato iniziando a lavorare con colleghi ancora mai incontrati dal vivo? Quali competenze hai dovuto attivare?


All’inizio ero molto scettico, pensavo che l’esperienza lavorativa si appiattisse del tutto. Poi, in realtà, incoraggiato dall’esperienza di assunzione, ho sin da subito provato ad essere il più interattivo possibile. I miei colleghi sono sempre stati disponibili e mi hanno sempre supportato con l’inserimento, nonostante le mie mille domande e curiosità interferissero con il loro lavoro quotidiano. Non deve essere semplice insegnare così tanti aspetti di un’azienda così grande senza vedersi di persona, eppure hanno fatto sembrare tutto così semplice e per me è veramente stato facile.

Con la tecnologia che diventa sempre più performante, siamo costretti a crescere sempre di più come individui, sviluppando competenze del tutto nuove. Per esempio, la comunicazione virtuale avviene prevalentemente in forma scritta, il che prevede un linguaggio chiaro e conciso. Inoltre, spesso quando si incontrano le persone dal vivo si percepiscono piccoli segnali come quelli del linguaggio del corpo, che non si hanno quando si incontrano le persone in remoto. Così è più difficile percepire segnali dai colleghi, e conoscere loro è importante quanto conoscere la struttura dell’azienda e il lavoro che si va a fare. Per fortuna, però, lo smart working ha reso tanti altri processi molto più efficienti, lasciando dello spazio per fare qualche conversazione ad inizio o fine giornata per conoscersi meglio.


Di cosa ti occupi nel quotidiano? Raccontaci una tua giornata tipo!


La mattina mi sveglio tutti i giorni alle 07:00. Faccio colazione e dopo faccio ginnastica. Dopo una doccia mi vesto e vado in mansarda dove lavoro. Se non ci sono riunioni guardo la “to-do list” fatta la sera prima e inizio a lavorare. Ogni mezz’ora circa mi alzo un attimo per tenermi un po' in movimento e poi torno a lavorare.

Oltre a riunioni con colleghi italiani, quasi tutti i giorni ci sono riunioni con colleghi in India, Sudafrica o Australia, è un ambiente lavorativo molto dinamico, mi è capitato nella stessa mattinata di parlare italiano, spagnolo e inglese!

Nelle riunioni vengono presentate nuove idee innovative per migliorare il processo di costruzione e successivamente si creano gruppi di lavoro per discutere sul rapporto costo-beneficio di queste idee. A quel punto mi occupo di raccogliere, analizzare e valutare più informazioni per rendere la nostra analisi la più completa possibile. Inoltre, partecipo alle visite in remoto dei cantieri di costruzione di impianti eolici o solari, che sono sicuramente tra gli aspetti più interessanti. Ci si ritrova improvvisamente catapultati con un click lì dove succede tutto ciò per cui lavoriamo.

A pranzo scendo in cucina dove mangio una pasta con un sugo e poi torno di nuovo a lavoro. Nel pomeriggio si inizia a lavorare con i colleghi negli Stati Uniti (che nel frattempo si sono svegliati) e dopo qualche riunione e del tempo per lavorare su qualche task finisce la giornata lavorativa. Mangio qualcosa e poi o chiamo qualche amico per giocare a tennis, o per una chiacchierata. Prima di cena spesso studio per la patente nautica o leggo un libro. Dopo cena, non potendo uscire, guardo una serie tv o gioco a scacchi con mia sorella.