Published at 17 Jun 2021
Published at 17 Jun 2021
ICT World: la storia di Michele, studente di ingegneria informatica del Politecnico di Milano

ICT World: la storia di Michele, studente di ingegneria informatica del Politecnico di Milano


In questa rubrica, noi di Tutored abbiamo raccolto le storie di brillanti studenti in ambito informatico, provenienti dalle più prestigiose università italiane. Lasciati ispirare dai loro racconti!

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

Innanzitutto, ti chiederei di presentarti come persona, focalizzandoti in particolare sui tuoi interessi, le passioni e le ambizioni che hai avuto sin da giovane, e che ti hanno portato a studiare al Politecnico.


Salve a tutta la comunità di Tutored, mi presento: sono Michele, ho 24 anni, e sto per concludere la magistrale in ingegneria informatica al Politecnico di Milano. Anche grazie a mio papà, che mi mostrava quello che allora era un neonato Windows XP, sin da bambino ho sempre avuto un forte interesse per tutto ciò che ruotava attorno a un computer.

Se dovessi indicare però un vero e proprio "punto di svolta" punterei senza dubbio il dito all'età di circa 11 anni, quando conobbi i primi giochi RPG online; questi mi portarono a indagare (nei limiti di un undicenne) su come il gioco in sè funzionasse, ma soprattutto su come modificare i propri personaggi in modo non previsto dal gioco. Il dover ricorrere a programmi esterni, e talvolta a modificare la sorgente dei propri personaggi, guardando i dati in esadecimale, fu il mio primo punto di contatto con quelle che anni dopo avrei chiamato strutture dati, e la mia prima scoperta di come venissero interpretate dal codice del gioco, al fine di mostrare certi effetti.

Di lì a un passo mi trovai a gestire i forum online sui videogiochi, e a mettere mano quindi su HTML, CSS e Javascript. A distanza di pochi mesi mi imbattei nel mio primo linguaggio di scripting, AutoIt, e da lì iniziò la passione che coltivo tutt'ora per la programmazione.

Crescendo mi sono poi reso conto che ciò che mi interessava davvero non era solo scrivere software, bensì capire come i prodotti tecnologici intorno a me funzionassero, che si trattasse di un computer, una calcolatrice o altro. Da qui la mia scelta di un percorso di ingegneria, che senza dubbio ha risposto a queste domande, e in particolare del Politecnico di Milano.

La sede del Politecnico di Cremona, che scelsi per la Triennale, era estremamente comoda per me in termini di distanza, e mi ha subito dato l'impressione di un ambiente "a misura d'uomo"; svolta qui la triennale, mi sono recato a Milano per la magistrale attualmente in corso. A quella dell'informatica accompagno poi la passione per i motori (d'epoca e non) e in generale alla meccanica; avrei infatti scelto questo percorso di studi, se la passione per l'informatica non fosse stata preponderante.

 

Come ti trovi al Politecnico di Milano? Come trovi che sia il bilanciamento fra teoria e pratica nella didattica?

 

Sebbene, un po' come la maggioranza dei neomaggiorenni, avevo inizialmente previsto di frequentale la Triennale in una grande città come Milano, la scelta finale è stata, come ho già detto, per la sede di Cremona. Tralasciando la componente economica, che nel mio caso ha giocato un ruolo data la vicinanza a casa, questa decisione mi ha permesso di instaurare un rapporto stupendo con gli altri ragazzi e ragazze lì presenti, e di avere un contatto molto più facile anche con gli stessi professori, rispetto a quello che sto avendo in magistrale. Il numero ridotto di studenti permetteva infatti di dialogare con loro in modo decisamente più facile, e talvolta quasi informale, ma anche di organizzare laboratori pratici che permettevano di toccare con mano la teoria che si studiava.

 

Potresti raccontarci di una tua esperienza extrauniversitaria (ma anche, se desideri, più di una) particolarmente rilevante per la tua formazione? Uno stage, un erasmus, un progetto, un’esperienza di volontariato, una passione particolare…

 

Nell'ambito dei Percorsi di Eccellenza, ho ottenuto una borsa di studio del polo di Cremona, e ho svolto un tirocinio nell'estate del primo anno. Ovviamente appena iniziata l'università è difficile avere chiari gli aspetti in cui ci si vuole specializzare (e per certi versi,  ancora adesso è difficile)e molte cose ancora non si sono incontrate. È proprio questo ultimo punto che mi ha fatto capire l'importanza di un continuo studio e aggiornamento, che andasse oltre a ciò che si studiava in università.

Ciò che ho applicato durante quel periodo erano infatti in parte argomenti che avrei studiato nel futuro, e che dopo pochi mesi mi sarebbero sembrati normali, ma altri sfociavano in tecnologie che, sebbene non particolarmente complesse, non erano previste nel piano di studio nemmeno della magistrale, e che quindi richiedevano un impegno extra da parte mia.
Ciò che invece, con il senno di poi, avrei voluto sfruttare di più sono le innumerevoli associazioni interne al Politecnico. Nonostante ne fossi a conoscenza già durante la triennale, ho avuto modo di vedere quanto valide siano e quanti stimoli possano proporre solamente durante la magistrale, quando mi sono trasferito a Milano.

Un suggerimento che mi sento di dare a chi è agli inizi del proprio percorso è di non aver paura a mettersi in contatto con queste associazioni e affrontare argomenti nuovi: spesso le passioni più belle nascono in questo modo.


Raccontaci di una ambizione per il futuro: cosa pensi di fare dopo il Politecnico? Dove ti piacerebbe andare a lavorare? Quali pensi che siano gli step necessari per arrivarci?


Sono una persona che non ama fare progetti a lungo termine, e che preferisce concentrarsi nel fare al meglio ciò che fa in quel momento. D'altronde, se dieci anni fa qualcuno mi avesse fatto la stessa domanda, avrei fatto fatica a dire più di un generico "studio informatica". Non nascondo che mi piacerebbe lavorare per una delle big-tech companies, ma d'altro canto mi piacerebbe anche non lasciare l'Italia. Sotto questo punto di vista sono un po' combattuto, e valuterò quando sarà il momento. Qualsiasi sarà la strada che sceglierò, spero in qualcosa di stimolante, che mi porti a creare qualcosa che sia in qualche modo utile alla società.


Secondo te qual è una tecnologia già esistente (un algoritmo, una componente hardware, una componente software, un progetto…)  le cui potenzialità non sono state a pieno sfruttate? O che ha ampi margini di sviluppo? Una tecnologia che, se sfruttata a dovere, potrebbe avere successo in futuro?

 

Uno degli aspetti belli dell'informatica, ma in generale di tutta la scienza, credo sia il fatto che lo sviluppo porti ad un ulteriore possibile sviluppo. Molto raramente un progetto è infatti definibile come non ulteriormente migliorabile, e ciò che oggi riteniamo estremamente complesso è possibile da studiare solo perché qualcosa che adesso consideriamo banale era a sua volta visto come difficile qualche anno fa. 

Credo che questo aspetto valga per mille esempi, a partire dall'hardware fino ad arrivare ad elementi di più alto livello come l'esperienza utente. Se però dovessi scegliere una sola tecnologia, indicherei il quantum computing: nonostante esista da alcuni anni, è di fatto confinata (per ora) principalmente a studi di ricerca, e quando atterrerà in un ambiente più applicativo sarà in grado di risolvere problemi oggi non risolvibili in tempi umani, siano essi di natura crittografica, di simulazione fisica o di cure mediche.

In questa rubrica, noi di Tutored abbiamo raccolto le storie di brillanti studenti in ambito informatico, provenienti dalle più prestigiose università italiane. Lasciati ispirare dai loro racconti!

 

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.

 

Innanzitutto, ti chiederei di presentarti come persona, focalizzandoti in particolare sui tuoi interessi, le passioni e le ambizioni che hai avuto sin da giovane, e che ti hanno portato a studiare al Politecnico.


Salve a tutta la comunità di Tutored, mi presento: sono Michele, ho 24 anni, e sto per concludere la magistrale in ingegneria informatica al Politecnico di Milano. Anche grazie a mio papà, che mi mostrava quello che allora era un neonato Windows XP, sin da bambino ho sempre avuto un forte interesse per tutto ciò che ruotava attorno a un computer.

Se dovessi indicare però un vero e proprio "punto di svolta" punterei senza dubbio il dito all'età di circa 11 anni, quando conobbi i primi giochi RPG online; questi mi portarono a indagare (nei limiti di un undicenne) su come il gioco in sè funzionasse, ma soprattutto su come modificare i propri personaggi in modo non previsto dal gioco. Il dover ricorrere a programmi esterni, e talvolta a modificare la sorgente dei propri personaggi, guardando i dati in esadecimale, fu il mio primo punto di contatto con quelle che anni dopo avrei chiamato strutture dati, e la mia prima scoperta di come venissero interpretate dal codice del gioco, al fine di mostrare certi effetti.

Di lì a un passo mi trovai a gestire i forum online sui videogiochi, e a mettere mano quindi su HTML, CSS e Javascript. A distanza di pochi mesi mi imbattei nel mio primo linguaggio di scripting, AutoIt, e da lì iniziò la passione che coltivo tutt'ora per la programmazione.

Crescendo mi sono poi reso conto che ciò che mi interessava davvero non era solo scrivere software, bensì capire come i prodotti tecnologici intorno a me funzionassero, che si trattasse di un computer, una calcolatrice o altro. Da qui la mia scelta di un percorso di ingegneria, che senza dubbio ha risposto a queste domande, e in particolare del Politecnico di Milano.

La sede del Politecnico di Cremona, che scelsi per la Triennale, era estremamente comoda per me in termini di distanza, e mi ha subito dato l'impressione di un ambiente "a misura d'uomo"; svolta qui la triennale, mi sono recato a Milano per la magistrale attualmente in corso. A quella dell'informatica accompagno poi la passione per i motori (d'epoca e non) e in generale alla meccanica; avrei infatti scelto questo percorso di studi, se la passione per l'informatica non fosse stata preponderante.

 

Come ti trovi al Politecnico di Milano? Come trovi che sia il bilanciamento fra teoria e pratica nella didattica?

 

Sebbene, un po' come la maggioranza dei neomaggiorenni, avevo inizialmente previsto di frequentale la Triennale in una grande città come Milano, la scelta finale è stata, come ho già detto, per la sede di Cremona. Tralasciando la componente economica, che nel mio caso ha giocato un ruolo data la vicinanza a casa, questa decisione mi ha permesso di instaurare un rapporto stupendo con gli altri ragazzi e ragazze lì presenti, e di avere un contatto molto più facile anche con gli stessi professori, rispetto a quello che sto avendo in magistrale. Il numero ridotto di studenti permetteva infatti di dialogare con loro in modo decisamente più facile, e talvolta quasi informale, ma anche di organizzare laboratori pratici che permettevano di toccare con mano la teoria che si studiava.

 

Potresti raccontarci di una tua esperienza extrauniversitaria (ma anche, se desideri, più di una) particolarmente rilevante per la tua formazione? Uno stage, un erasmus, un progetto, un’esperienza di volontariato, una passione particolare…

 

Nell'ambito dei Percorsi di Eccellenza, ho ottenuto una borsa di studio del polo di Cremona, e ho svolto un tirocinio nell'estate del primo anno. Ovviamente appena iniziata l'università è difficile avere chiari gli aspetti in cui ci si vuole specializzare (e per certi versi,  ancora adesso è difficile)e molte cose ancora non si sono incontrate. È proprio questo ultimo punto che mi ha fatto capire l'importanza di un continuo studio e aggiornamento, che andasse oltre a ciò che si studiava in università.

Ciò che ho applicato durante quel periodo erano infatti in parte argomenti che avrei studiato nel futuro, e che dopo pochi mesi mi sarebbero sembrati normali, ma altri sfociavano in tecnologie che, sebbene non particolarmente complesse, non erano previste nel piano di studio nemmeno della magistrale, e che quindi richiedevano un impegno extra da parte mia.
Ciò che invece, con il senno di poi, avrei voluto sfruttare di più sono le innumerevoli associazioni interne al Politecnico. Nonostante ne fossi a conoscenza già durante la triennale, ho avuto modo di vedere quanto valide siano e quanti stimoli possano proporre solamente durante la magistrale, quando mi sono trasferito a Milano.

Un suggerimento che mi sento di dare a chi è agli inizi del proprio percorso è di non aver paura a mettersi in contatto con queste associazioni e affrontare argomenti nuovi: spesso le passioni più belle nascono in questo modo.


Raccontaci di una ambizione per il futuro: cosa pensi di fare dopo il Politecnico? Dove ti piacerebbe andare a lavorare? Quali pensi che siano gli step necessari per arrivarci?


Sono una persona che non ama fare progetti a lungo termine, e che preferisce concentrarsi nel fare al meglio ciò che fa in quel momento. D'altronde, se dieci anni fa qualcuno mi avesse fatto la stessa domanda, avrei fatto fatica a dire più di un generico "studio informatica". Non nascondo che mi piacerebbe lavorare per una delle big-tech companies, ma d'altro canto mi piacerebbe anche non lasciare l'Italia. Sotto questo punto di vista sono un po' combattuto, e valuterò quando sarà il momento. Qualsiasi sarà la strada che sceglierò, spero in qualcosa di stimolante, che mi porti a creare qualcosa che sia in qualche modo utile alla società.


Secondo te qual è una tecnologia già esistente (un algoritmo, una componente hardware, una componente software, un progetto…)  le cui potenzialità non sono state a pieno sfruttate? O che ha ampi margini di sviluppo? Una tecnologia che, se sfruttata a dovere, potrebbe avere successo in futuro?

 

Uno degli aspetti belli dell'informatica, ma in generale di tutta la scienza, credo sia il fatto che lo sviluppo porti ad un ulteriore possibile sviluppo. Molto raramente un progetto è infatti definibile come non ulteriormente migliorabile, e ciò che oggi riteniamo estremamente complesso è possibile da studiare solo perché qualcosa che adesso consideriamo banale era a sua volta visto come difficile qualche anno fa. 

Credo che questo aspetto valga per mille esempi, a partire dall'hardware fino ad arrivare ad elementi di più alto livello come l'esperienza utente. Se però dovessi scegliere una sola tecnologia, indicherei il quantum computing: nonostante esista da alcuni anni, è di fatto confinata (per ora) principalmente a studi di ricerca, e quando atterrerà in un ambiente più applicativo sarà in grado di risolvere problemi oggi non risolvibili in tempi umani, siano essi di natura crittografica, di simulazione fisica o di cure mediche.