Published at 24 Jun 2020
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Dalla Psicologia alla CyberSecurity: il percorso di Mariaeugenia, CyberSec Analyst in BIP

Dalla Psicologia alla CyberSecurity: il percorso di Mariaeugenia, CyberSec Analyst in BIP


Scopri il percorso accademico e professionale di Mariaeugenia, oggi CyberSecurity Analyst in BIP. 


Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, gli utenti possono scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studio, esplorare le aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. 

All’interno della piattaforma, ci piace raccontare le storie di giovani talenti che hanno fatto un percorso di studio brillante e oggi lavorano presso importanti realtà. 


1. In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?

Ho avuto un percorso accademico molto dinamico e per certi versi inusuale. Dopo una Laurea Triennale in Psicologia all’Università di Milano-Bicocca, ho ottenuto una Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali con curriculum in Politica e Sicurezza Internazionale presso l’Università di Bologna.   


2. Quanto è importante secondo te svolgere un periodo di studio all'estero?

Fondamentale! Indipendentemente dalle prospettive lavorative di ognuno, un periodo di studio all’estero offre l’opportunità di mettersi in gioco e di comprendere e scoprire realtà sempre diverse. Io ho trascorso il mio secondo anno di magistrale presso l’Università di Essex, nel Regno Unito, dopo essere stata durante il primo anno a New York per un progetto universitario. Esperienze indimenticabili sia personalmente che professionalmente, anche se forse ammetto di essere di parte, perché amo viaggiare e l’emozione che ti da vivere in nuove realtà è incomparabile.

Considera che negli ultimi 10 anni ho vissuto in 7 città diverse tra Italia ed estero.


3. Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera?

Non posso dire che ce ne sia stata una in particolare, perché più o meno in tutte ho ricercato quello di cui avevo bisogno, ovvero un confronto a livello internazionale con ragazzi del mio settore. Ho svolto simulazioni, ho fatto stage e frequentato workshop sia in Italia sia all’estero e quello che ho notato è che la competizione anche solo a livello europeo è alta, se non altissima. Confrontarmi con ragazzi e ragazze che provenivano da altri paesi mi ha sempre stimolata a fare meglio.


4. Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?

Un consiglio che mi sento di dare è di investire il più possibile su sé stessi adesso che è ancora tutto in gioco, senza paura e senza paraocchi. È importante per uno studente pensare e strutturare il proprio percorso, scegliendo anche strade più complicate, ma che risultano “catching”. È importante informarsi, conoscere e parlare con persone che sono già nella categoria di “chi ce l’ha fatta” per prendere spunto e per avere sempre chiaro quale sia il next step.


5. Oggi lavori in BIP: come ci sei arrivata e come si sono svolte le selezioni?

Dopo la magistrale ho svolto un corso postgraduate di cyber warfare per puro interesse personale e ho scoperto che è un settore molto stimolante. Così, mentre svolgevo il periodo da borsista in Regione Lombardia ho sbirciato un po’ su Linkedin alcune posizioni nell’ambito della cyber security. Non avendo le competenze tecniche di un ingegnere o di un informatico sapevo che non potevo approcciarmi a questo mondo nel modo più classico. Allora ho pensato alla consulenza, dove anche la parte più strategica della cyber security è fondamentale in ogni azienda.

Il mio processo di selezione è stato molto rapido, dall’invio del CV all’assunzione credo siano passate meno di tre settimane. L’approccio che è stato adottato nei miei confronti è stato molto professionale e direi quasi pioneristico. Durante il colloquio non hanno guardato solo cosa ero in grado di fare in quel momento, ma cosa sarei stata in grado di fare da lì al prossimo anno. Non molte aziende ragionano in questo modo.


6. Di cosa ti occupi in qualità di Cyber Security Analyst in BIP?

Svolgo diverse attività, alcune un po’ più tecniche mentre altre un po’ più strategiche. In generale però possiamo dire che aiuto il cliente per cui lavoro a comprendere quale sia il suo livello di maturità nei diversi ambiti della cyber security, se ci sono scoperture importanti e come risolverle. C’è tanto da sapere e tanto da studiare, soprattutto se non hai un background tecnico.


7. Nel corso della tua carriera hai svolto numerose attività di ricerca: come mai non hai proseguito su questa strada ma hai intrapreso un percorso aziendale?

La ricerca è senza dubbio un ambito che mi affascina, ma ad un certo punto mi sono resa conto che mi mancava qualcosa per crescere professionalmente. La ricerca infatti ti offre una visione teorica molto completa della propria materia di studio, ma lascia un vuoto grosso lato pratico. In termini di cyber security, ad esempio, è sicuramente molto importante sapere quali sono le nuove policy europee o gli standard nazionali e internazionali da seguire, oppure i nuovi progressi in atto nelle aziende, ma senza avere in mente come tutto questo si mette poi in pratica, quali sono i processi reali che sottostanno a tali policy è come avere solo evidenza di una sola faccia della stessa medaglia, e non di entrambe.


8. Prima di arrivare in BIP hai svolto uno stage presso la Regione Lombardia: di cosa ti sei occupata?

In Regione Lombardia avevo vinto un concorso di un anno come borsista nel settore della protezione dei dati personali e privacy. La Regione Lombardia si sta allineando alle direttive europee in termini di GDPR e aveva aperto delle posizioni per neolaureati. Tema molto interessante e molto attuale.


9. Quali sono le differenze che hai maggiormente notato nel lavorare nel settore pubblico e privato?

Sebbene mi sia trovata bene in entrambi, credo che la differenza maggiore sia in merito al fatto che nel privato hai la possibilità di essere a contatto con diverse aziende e diverse realtà, aspetto che invece nel settore pubblico è un po’ più carente. La mia decisione di passare da uno all’altro si può ricondurre al fatto che, essendo una figura ancora junior, il contatto con il cliente mi permette di accrescere le mie competenze in modo un po’ più rapido e trasversale, attraverso un approccio di learning by doing che ti sprona a pensare sempre a nuove soluzioni. 

 

Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazia a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.

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All’interno della piattaforma, ci piace raccontare le storie di giovani talenti che hanno fatto un percorso di studio brillante e oggi lavorano presso importanti realtà. 


1. In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?

Ho avuto un percorso accademico molto dinamico e per certi versi inusuale. Dopo una Laurea Triennale in Psicologia all’Università di Milano-Bicocca, ho ottenuto una Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali con curriculum in Politica e Sicurezza Internazionale presso l’Università di Bologna.   


2. Quanto è importante secondo te svolgere un periodo di studio all'estero?

Fondamentale! Indipendentemente dalle prospettive lavorative di ognuno, un periodo di studio all’estero offre l’opportunità di mettersi in gioco e di comprendere e scoprire realtà sempre diverse. Io ho trascorso il mio secondo anno di magistrale presso l’Università di Essex, nel Regno Unito, dopo essere stata durante il primo anno a New York per un progetto universitario. Esperienze indimenticabili sia personalmente che professionalmente, anche se forse ammetto di essere di parte, perché amo viaggiare e l’emozione che ti da vivere in nuove realtà è incomparabile.

Considera che negli ultimi 10 anni ho vissuto in 7 città diverse tra Italia ed estero.


3. Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera?

Non posso dire che ce ne sia stata una in particolare, perché più o meno in tutte ho ricercato quello di cui avevo bisogno, ovvero un confronto a livello internazionale con ragazzi del mio settore. Ho svolto simulazioni, ho fatto stage e frequentato workshop sia in Italia sia all’estero e quello che ho notato è che la competizione anche solo a livello europeo è alta, se non altissima. Confrontarmi con ragazzi e ragazze che provenivano da altri paesi mi ha sempre stimolata a fare meglio.


4. Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?

Un consiglio che mi sento di dare è di investire il più possibile su sé stessi adesso che è ancora tutto in gioco, senza paura e senza paraocchi. È importante per uno studente pensare e strutturare il proprio percorso, scegliendo anche strade più complicate, ma che risultano “catching”. È importante informarsi, conoscere e parlare con persone che sono già nella categoria di “chi ce l’ha fatta” per prendere spunto e per avere sempre chiaro quale sia il next step.


5. Oggi lavori in BIP: come ci sei arrivata e come si sono svolte le selezioni?

Dopo la magistrale ho svolto un corso postgraduate di cyber warfare per puro interesse personale e ho scoperto che è un settore molto stimolante. Così, mentre svolgevo il periodo da borsista in Regione Lombardia ho sbirciato un po’ su Linkedin alcune posizioni nell’ambito della cyber security. Non avendo le competenze tecniche di un ingegnere o di un informatico sapevo che non potevo approcciarmi a questo mondo nel modo più classico. Allora ho pensato alla consulenza, dove anche la parte più strategica della cyber security è fondamentale in ogni azienda.

Il mio processo di selezione è stato molto rapido, dall’invio del CV all’assunzione credo siano passate meno di tre settimane. L’approccio che è stato adottato nei miei confronti è stato molto professionale e direi quasi pioneristico. Durante il colloquio non hanno guardato solo cosa ero in grado di fare in quel momento, ma cosa sarei stata in grado di fare da lì al prossimo anno. Non molte aziende ragionano in questo modo.


6. Di cosa ti occupi in qualità di Cyber Security Analyst in BIP?

Svolgo diverse attività, alcune un po’ più tecniche mentre altre un po’ più strategiche. In generale però possiamo dire che aiuto il cliente per cui lavoro a comprendere quale sia il suo livello di maturità nei diversi ambiti della cyber security, se ci sono scoperture importanti e come risolverle. C’è tanto da sapere e tanto da studiare, soprattutto se non hai un background tecnico.


7. Nel corso della tua carriera hai svolto numerose attività di ricerca: come mai non hai proseguito su questa strada ma hai intrapreso un percorso aziendale?

La ricerca è senza dubbio un ambito che mi affascina, ma ad un certo punto mi sono resa conto che mi mancava qualcosa per crescere professionalmente. La ricerca infatti ti offre una visione teorica molto completa della propria materia di studio, ma lascia un vuoto grosso lato pratico. In termini di cyber security, ad esempio, è sicuramente molto importante sapere quali sono le nuove policy europee o gli standard nazionali e internazionali da seguire, oppure i nuovi progressi in atto nelle aziende, ma senza avere in mente come tutto questo si mette poi in pratica, quali sono i processi reali che sottostanno a tali policy è come avere solo evidenza di una sola faccia della stessa medaglia, e non di entrambe.


8. Prima di arrivare in BIP hai svolto uno stage presso la Regione Lombardia: di cosa ti sei occupata?

In Regione Lombardia avevo vinto un concorso di un anno come borsista nel settore della protezione dei dati personali e privacy. La Regione Lombardia si sta allineando alle direttive europee in termini di GDPR e aveva aperto delle posizioni per neolaureati. Tema molto interessante e molto attuale.


9. Quali sono le differenze che hai maggiormente notato nel lavorare nel settore pubblico e privato?

Sebbene mi sia trovata bene in entrambi, credo che la differenza maggiore sia in merito al fatto che nel privato hai la possibilità di essere a contatto con diverse aziende e diverse realtà, aspetto che invece nel settore pubblico è un po’ più carente. La mia decisione di passare da uno all’altro si può ricondurre al fatto che, essendo una figura ancora junior, il contatto con il cliente mi permette di accrescere le mie competenze in modo un po’ più rapido e trasversale, attraverso un approccio di learning by doing che ti sprona a pensare sempre a nuove soluzioni. 

 

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