Published at 10 Jul 2024
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Joinrs incontra Federica, Global Operational Excellence Specialist in Avery Dennison

Joinrs incontra Federica, Global Operational Excellence Specialist in Avery Dennison


Chi è Joinrs?

Joinrs è il punto di incontro tra studenti, profili junior e aziende: grazie al nostro modello di AI, aiutiamo i job seeker ad identificare e scoprire i migliori annunci in linea con le loro ambizioni. Contemporaneamente, oltre 150 aziende clienti portano avanti sulla nostra piattaforma strategie di employer branding e talent acquisition con l'obiettivo di attrarre i candidati più compatibili con i valori dell’azienda. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.

 

Una conversazione con Joinrs

In Joinrs non ci limitiamo a far incontrare i candidati con le migliori opportunità di lavoro. Oltre a facilitare le connessioni, conduciamo interviste approfondite con professionisti provenienti da diversi contesti e settori. Attraverso queste conversazioni, forniamo intuizioni e prospettive ai nostri utenti, arricchendo la loro conoscenza ed esperienza sulla nostra piattaforma. Unitevi a noi nell'esplorare la profondità e l'ampiezza delle competenze in vari settori per migliorare il vostro percorso di carriera. Oggi è Federica Cordani a condividerci il suo percorso e consigli!

 

1) Puoi raccontarci come la tua formazione in ingegneria ha influenzato il tuo approccio al project management?

La formazione in ingegneria ha influenzato profondamente il mio approccio al project management, anche se nel tempo ho maturato un'idea diversa sul legame tra studi accademici e professione futura. Ho realizzato che per molti ruoli corporate, incluso quello che ricopro attualmente, non esiste un corso di studi specifico. Per questo motivo, credo che sia più vantaggioso orientarsi su macroaree di competenza. Ad esempio, una laurea scientifica fornisce un mindset analitico che risulta estremamente utile in ambito project management e per tutti quei lavori che vengono definiti "data driven". L'approccio ingegneristico mi ha permesso di sviluppare una mentalità rigorosa e strutturata, essenziale per affrontare sfide con parecchie variabili quali sono i progetti di cui mi occupo.

Non avendo ricevuto una formazione specifica in project management durante gli studi, ho cercato attivamente di colmare i miei gap attraverso esperienze lavorative e formazione continua. Grazie alla mia precedente esperienza in Emerson, infatti, ho potuto approfondire la gestione di progetti Six Sigma, conseguendo le certificazioni Green Belt e Black Belt. Nella mia azienda attuale, Avery Dennison, ho potuto seguire con successo il corso offerto da Google su questo tema ("Project Management - Professional Certificate"). Credo fermamente nella formazione continua, poiché il mondo è in costante evoluzione. Non possiamo pensare che gli studi completati 5, 10 o 15 anni fa siano sufficienti per affrontare le sfide attuali. Sono sicuramente necessari, ma non sufficienti; è fondamentale aggiornarsi costantemente per rimanere competitivi.

 

2) Nel tuo ruolo di Global Operational Excellence Specialist presso Avery Dennison, di cosa ti occupi?

Sono stata recentemente promossa a questa posizione dopo alcuni anni in azienda. Ho trascorso il mio primo anno concentrandomi su parecchi progetti di miglioramento continuo, mirati a aumentare la produttività in 8 centri di distribuzione in altrettanti paesi europei. Il secondo anno è stato dedicato al coordinamento di un piccolo team di project leaders, affinando le mie capacità di leadership..

Attualmente, il mio focus principale è lo scale up di un progetto di aumento della produttività precedentemente sviluppato in Europa. Questo implica una serie di attività che vanno dallo standardizzare KPI produttivi all'esportazione di strumenti di monitoraggio sviluppati insieme al mio team, fino alla definizione di strategie operative locali basate sui dati disponibili. Le mie giornate sono un equilibrio tra l'analisi dettagliata di dati attraverso fogli Excel, l'utilizzo di sistemi di business intelligence per ottenere gli insights necessari, e call di coordinamento con colleghi e risorse distribuite in cinque continenti.

Prossimamente, avrò l'opportunità di guidare un paio di workshop strategici sia in Cina sia negli Stati Uniti. Questa prospettiva è entusiasmante e rappresenta un ulteriore passo per integrare strategie globali con esigenze e dinamiche locali. Sarà interessante sfruttare le mie competenze in contesti sempre più ampi!

 

3) Quali consigli daresti a un/a giovane ingegnere che aspira a una carriera nel project management e nella trasformazione digitale?

Entrambi i settori sono incredibilmente vasti e offrono molteplici opportunità. Il project management, ad esempio, può presentarsi in molte forme diverse, mentre la trasformazione digitale spazia dall'implementazione di nuove tecnologie (in ambienti fisici) all'ottimizzazione dei processi aziendali (in ambienti anche totalmente virtuali).

Nei primi anni di carriera, credo che un giovane debba concentrarsi sull'esplorazione attiva (magari partendo da quelli che sono i propri interessi personali ed i propri valori), partecipando a progetti diversi, lavorando con team interfunzionali e imparando dalle esperienze quotidiane. Questo periodo permette di scoprire i propri reali interessi, rendendo più “leggero” il lavoro quotidiano. 

È importante anche comprendere che la carriera non segue necessariamente una scala verticale tradizionale. Oggi, è comune fare mosse laterali tra diverse funzioni o settori prima di avanzare. Questo approccio non solo arricchisce il proprio bagaglio di competenze, ma permette anche di sviluppare una visione più ampia e strategica, cruciale nel ruolo di project manager, che è interfunzionale per natura. In sintesi, esplorare, apprendere e adottare un approccio non lineare alla carriera sono, a mio parere, i tre step chiave per un giovane che si affaccia nel mondo del lavoro.

 

4) Stai incoraggiando i giovani a esprimere i loro valori, le loro preferenze e le loro passioni. Hai avuto successo nel farlo tu stessa? Ci sono stati momenti in cui l'integrazione tra il tuo lavoro e le tue passioni ti ha creato delle difficoltà?

Sì, sono riuscita a integrare le mie passioni personali con il mio lavoro qui in Avery Dennison, dove sono entrata nel 2021 e dove continuo a svolgere la mia professione. Da più di 10 anni amo viaggiare intensamente: con amici, in coppia e anche da sola, ho esplorato paesi a volte poco turistici come l'Iran, il Kirghizistan, l'India, la Cambogia, la Colombia e ho persino visitato la vecchia centrale nucleare di Chernobyl (prima della pandemia e della guerra russo-ucraina).

Negli anni precedenti, prima come document controller e poi come quality engineer, ero spesso confinata in ufficio, senza l'opportunità di viaggiare per lavoro. Assumendo poi ruoli europei e globali, ho avuto l'opportunità di partecipare a progetti in diversi paesi, portando aria fresca nella mia vita lavorativa.

Naturalmente, ci sono delle sfide: il costante viaggiare può essere estenuante, tra serate passate in aeroporti, telefonate all'ultimo minuto prima di salire su un aereo e, a volte, weekend sacrificati. Tuttavia, nel complesso, continuo ad apprezzare questo genere di esperienze. Personalmente, uno dei momenti più difficili è stato durante le proteste in Iran nel settembre 2022, quando il mio autobus è stato fermato e il conducente arrestato davanti ai miei occhi. Grazie alla calma e alla prontezza di spirito, sono riuscita a trovare rapidamente un'alternativa insieme al mio partner, nonostante fossimo gli unici parlanti inglesi in una folla di locali. È stato un momento intenso, ma conservo ricordi meravigliosi di quell'esperienza e del viaggio in generale.

 

Intervista a cura di Francesca Capozzo

Chi è Joinrs?

Joinrs è il punto di incontro tra studenti, profili junior e aziende: grazie al nostro modello di AI, aiutiamo i job seeker ad identificare e scoprire i migliori annunci in linea con le loro ambizioni. Contemporaneamente, oltre 150 aziende clienti portano avanti sulla nostra piattaforma strategie di employer branding e talent acquisition con l'obiettivo di attrarre i candidati più compatibili con i valori dell’azienda. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.

 

Una conversazione con Joinrs

In Joinrs non ci limitiamo a far incontrare i candidati con le migliori opportunità di lavoro. Oltre a facilitare le connessioni, conduciamo interviste approfondite con professionisti provenienti da diversi contesti e settori. Attraverso queste conversazioni, forniamo intuizioni e prospettive ai nostri utenti, arricchendo la loro conoscenza ed esperienza sulla nostra piattaforma. Unitevi a noi nell'esplorare la profondità e l'ampiezza delle competenze in vari settori per migliorare il vostro percorso di carriera. Oggi è Federica Cordani a condividerci il suo percorso e consigli!

 

1) Puoi raccontarci come la tua formazione in ingegneria ha influenzato il tuo approccio al project management?

La formazione in ingegneria ha influenzato profondamente il mio approccio al project management, anche se nel tempo ho maturato un'idea diversa sul legame tra studi accademici e professione futura. Ho realizzato che per molti ruoli corporate, incluso quello che ricopro attualmente, non esiste un corso di studi specifico. Per questo motivo, credo che sia più vantaggioso orientarsi su macroaree di competenza. Ad esempio, una laurea scientifica fornisce un mindset analitico che risulta estremamente utile in ambito project management e per tutti quei lavori che vengono definiti "data driven". L'approccio ingegneristico mi ha permesso di sviluppare una mentalità rigorosa e strutturata, essenziale per affrontare sfide con parecchie variabili quali sono i progetti di cui mi occupo.

Non avendo ricevuto una formazione specifica in project management durante gli studi, ho cercato attivamente di colmare i miei gap attraverso esperienze lavorative e formazione continua. Grazie alla mia precedente esperienza in Emerson, infatti, ho potuto approfondire la gestione di progetti Six Sigma, conseguendo le certificazioni Green Belt e Black Belt. Nella mia azienda attuale, Avery Dennison, ho potuto seguire con successo il corso offerto da Google su questo tema ("Project Management - Professional Certificate"). Credo fermamente nella formazione continua, poiché il mondo è in costante evoluzione. Non possiamo pensare che gli studi completati 5, 10 o 15 anni fa siano sufficienti per affrontare le sfide attuali. Sono sicuramente necessari, ma non sufficienti; è fondamentale aggiornarsi costantemente per rimanere competitivi.

 

2) Nel tuo ruolo di Global Operational Excellence Specialist presso Avery Dennison, di cosa ti occupi?

Sono stata recentemente promossa a questa posizione dopo alcuni anni in azienda. Ho trascorso il mio primo anno concentrandomi su parecchi progetti di miglioramento continuo, mirati a aumentare la produttività in 8 centri di distribuzione in altrettanti paesi europei. Il secondo anno è stato dedicato al coordinamento di un piccolo team di project leaders, affinando le mie capacità di leadership..

Attualmente, il mio focus principale è lo scale up di un progetto di aumento della produttività precedentemente sviluppato in Europa. Questo implica una serie di attività che vanno dallo standardizzare KPI produttivi all'esportazione di strumenti di monitoraggio sviluppati insieme al mio team, fino alla definizione di strategie operative locali basate sui dati disponibili. Le mie giornate sono un equilibrio tra l'analisi dettagliata di dati attraverso fogli Excel, l'utilizzo di sistemi di business intelligence per ottenere gli insights necessari, e call di coordinamento con colleghi e risorse distribuite in cinque continenti.

Prossimamente, avrò l'opportunità di guidare un paio di workshop strategici sia in Cina sia negli Stati Uniti. Questa prospettiva è entusiasmante e rappresenta un ulteriore passo per integrare strategie globali con esigenze e dinamiche locali. Sarà interessante sfruttare le mie competenze in contesti sempre più ampi!

 

3) Quali consigli daresti a un/a giovane ingegnere che aspira a una carriera nel project management e nella trasformazione digitale?

Entrambi i settori sono incredibilmente vasti e offrono molteplici opportunità. Il project management, ad esempio, può presentarsi in molte forme diverse, mentre la trasformazione digitale spazia dall'implementazione di nuove tecnologie (in ambienti fisici) all'ottimizzazione dei processi aziendali (in ambienti anche totalmente virtuali).

Nei primi anni di carriera, credo che un giovane debba concentrarsi sull'esplorazione attiva (magari partendo da quelli che sono i propri interessi personali ed i propri valori), partecipando a progetti diversi, lavorando con team interfunzionali e imparando dalle esperienze quotidiane. Questo periodo permette di scoprire i propri reali interessi, rendendo più “leggero” il lavoro quotidiano. 

È importante anche comprendere che la carriera non segue necessariamente una scala verticale tradizionale. Oggi, è comune fare mosse laterali tra diverse funzioni o settori prima di avanzare. Questo approccio non solo arricchisce il proprio bagaglio di competenze, ma permette anche di sviluppare una visione più ampia e strategica, cruciale nel ruolo di project manager, che è interfunzionale per natura. In sintesi, esplorare, apprendere e adottare un approccio non lineare alla carriera sono, a mio parere, i tre step chiave per un giovane che si affaccia nel mondo del lavoro.

 

4) Stai incoraggiando i giovani a esprimere i loro valori, le loro preferenze e le loro passioni. Hai avuto successo nel farlo tu stessa? Ci sono stati momenti in cui l'integrazione tra il tuo lavoro e le tue passioni ti ha creato delle difficoltà?

Sì, sono riuscita a integrare le mie passioni personali con il mio lavoro qui in Avery Dennison, dove sono entrata nel 2021 e dove continuo a svolgere la mia professione. Da più di 10 anni amo viaggiare intensamente: con amici, in coppia e anche da sola, ho esplorato paesi a volte poco turistici come l'Iran, il Kirghizistan, l'India, la Cambogia, la Colombia e ho persino visitato la vecchia centrale nucleare di Chernobyl (prima della pandemia e della guerra russo-ucraina).

Negli anni precedenti, prima come document controller e poi come quality engineer, ero spesso confinata in ufficio, senza l'opportunità di viaggiare per lavoro. Assumendo poi ruoli europei e globali, ho avuto l'opportunità di partecipare a progetti in diversi paesi, portando aria fresca nella mia vita lavorativa.

Naturalmente, ci sono delle sfide: il costante viaggiare può essere estenuante, tra serate passate in aeroporti, telefonate all'ultimo minuto prima di salire su un aereo e, a volte, weekend sacrificati. Tuttavia, nel complesso, continuo ad apprezzare questo genere di esperienze. Personalmente, uno dei momenti più difficili è stato durante le proteste in Iran nel settembre 2022, quando il mio autobus è stato fermato e il conducente arrestato davanti ai miei occhi. Grazie alla calma e alla prontezza di spirito, sono riuscita a trovare rapidamente un'alternativa insieme al mio partner, nonostante fossimo gli unici parlanti inglesi in una folla di locali. È stato un momento intenso, ma conservo ricordi meravigliosi di quell'esperienza e del viaggio in generale.

 

Intervista a cura di Francesca Capozzo