Cosa fare dopo la laurea in giurisprudenza? La fine di un percorso porta sempre delle novità, che a volte spaventano e a volte entusiasmano. La laurea è la fine di una tappa e l’inizio di un viaggio verso il mondo del lavoro, che talvolta si dimostra particolarmente impervio.
Proprio per questo una domanda che spesso ci sorge è “cosa fare dopo la laurea”? “Come orientarsi nel lavoro?” La laurea in giurisprudenza è tradizionalmente considerata una fra le più prestigiose, ma è anche quella che, tra le altre, richiede uno dei maggiori numeri di tirocini, stage e praticantati (specie per quanto riguarda la professioni forensi, quelle più gettonante, come avvocato, notaio o magistrato), e che per questo allunga il processo di inserimento nel mondo del lavoro con una retribuzione opportuna e stabile.
Ma non per questo bisogna scoraggiarsi o rassegnarsi: nonostante tutto, ancor oggi investire sull'istruzione (universitaria e non solo) continua ad essere una scelta premiante! Leggi anche: Le migliori università di giurisprudenza in Italia!
Gli sbocchi professionali in Giurisprudenza, dopo la laurea, non riguardano solo le professioni strettamente giuridiche. Nell'ambito privato (ma anche della pubblica amministrazione) sono numerosi gli sbocchi alternativi con una laurea in giurisprudenza, anche non strettamente legati alle professioni forensi. Assieme alle professioni tradizionali, vediamo anche questi!
Come sappiamo, lo sbocco classico di Giurisprudenza si ha nella figura dell'avvocato, che dopo la laurea inizia il lungo periodo del praticantato: 18 mesi di tirocinio presso uno studio legale (uno se si frequenta la Scuola di specializzazione), di cui un anno con un rimborso spese piuttosto esiguo, e un altro con una retribuzione solo di recente resa obbligatoria (pur senza che sia stato ancora stabilito un salario minimo). Accanto al praticantato, è necessaria la frequenza di corsi, dalla durata minima di 160 ore, organizzati dai Consigli dell’ordine attraverso le scuole forensi o in collaborazione con associazioni forensi o con le università. Finito questo percorso bisogna superare l’Esame di Stato, per sostenere il quale bisogna presentare una domanda e affrontare tre prove scritte, riguardanti la redazione di un parere a scelta tra questioni in materia civile, penale e la formulazione di un atto giudiziario, e infine una prova orale che prevede domande su temi di diritto civile, penale, ordinamento e deontologia forense.
Il magistrato è un funzionario pubblico investito di poteri giudiziari, che esercita la funzione di giudice o pubblico ministero. Il percorso per diventare magistrato è lungo, quasi macchinoso, e fa sì che la strada per esercitare questa professione sia piuttosto impervia: può apparire strano, ma spesso il numero dei vincitori delle selezioni bandite dal Ministero della Giustizia è minore del numero dei posti effettivamente disponibili.
Tuttavia, la fatica è proporzionata al ritorno dell'investimento: la prestigiosa professione del magistrato è soggetta a un'alta remunerazione, che varia a seconda del tipo di magistratura, dal livello raggiunto e dal grado di anzianità; tuttavia, in ogni caso un magistrato gode di un ottimo stipendio (qui un link d'approfondimento).
Per diventare notaio bisogna svolgere una pratica notarile facendo domanda presso il Consiglio Notarile, pagando una tassa, e allegando la dichiarazione del notaio che accoglierà il praticante nel suo studio. Il praticantato deve avere una durata minima di 18 mesi, al termine dei quali è possibile iscriversi al concorso (prova scritta e orale). È necessaria una preselezione informatica di trentacinque domande (70 minuti), per accedere alle successive prove.
L'esame scritto si compone di tre prove teoriche-pratiche:
-un atto di ultima volontà (testamento)
-un atto tra vivi (diritto civile)
-un atto tra vivi (diritto commerciale)
L'esame orale verte in tre distinte prove sui seguenti gruppi di materie:
-diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione, con particolare riguardo agli istituti giuridici in rapporto ai quali si esplica l'ufficio di notaio
-disposizioni sull'ordinamento del Notariato e degli archivi notarili
-disposizioni concernenti le imposte indirette
Diventare notaio è molto difficile; in media, solo 1 su 15 fra gli aspiranti notai "ce la fa"; tuttavia, la posta in gioco è molto alta: il notaio è il lavoro in assoluto più pagato in italia, come attesta anche la nostra classifica su i lavori più pagati in Italia, che attesta un guadagno medio di 265 mila euro all'anno per i notai.
Fra gli sbocchi alternativi per una laurea in giurisprudenza, c'è sicuramente la figura del giurista d'impresa. Il giurista d'impresa è un professionista che può svolgere, all'interno delle aziende, un ruolo di consulenza giuridica: operando nel settore Legal&Corporate, il suo compito è quello di tutelare gli interessi, in ambito giuridico, dell'azienda a cui presta servizio (o per cui lavora come dipendente). Cercherà di evitarne i rischi di natura legale, ma anche di favorire delle soluzioni da cui l'azienda può trarre beneficio. Il suo ruolo è anche di natura manageriale oltre che consulenziale: capacità organizzative, gestionali e relazionali devono essere un must per questa figura. In questo articolo di filodiritto, potrete trovare degli ottimi approfondimenti sulla figura del giurista in azienda, con mansioni, competenze, percorsi formativi suggeriti, remunerazione e tanto altro!
Si tratta di un assistente che sfrutta i canali digitali per entrare in contatto con i clienti o gli utenti di un determinato servizio, ed è una figura ricercata soprattutto dal settore bancario. Ne abbiamo parlato approfonditamente nel nostro articolo Il Consulente Direct: cosa fa, quanto guadagna?
Si tratta di una figura aziendale inserita nell’ambito risorse umane, cioè il comparto che lavora all’organizzazione del capitale umano di un’impresa, scovando le competenze e le risorse migliori per portare a termine un risultato. Per chi ha una laurea in Giurisprudenza (meglio se con una specializzazione in relazioni del lavoro, giuslavorismo o relazioni sindacali), uno degli sbocchi è proprio quello di HR Specialist. Le competenze giuridiche, specie in materia contrattuale, sono una competenza che è fondamentale avere in determinati settori delle risorse umane. (Puoi scoprire di più sui singoli profili HR leggendo Lavorare nelle risorse umane). Per esempio, possiamo offrire la testimonianza di Antonio, HR Professional presso Rolls Royce, che abbiamo recentemente intervistato.
Se ti piacesse l'idea di intraprendere una carriera nelle risorse umane, qui puoi trovare numerosi annunci di stage e lavoro a cui puoi candidarti.
Molte ONG lavorano in paesi dove la conoscenza della legge è fondamentale per il perseguimento dei loro scopi di utilità sociale. Una laurea in legge non solo è spesso un requisito richiesto dalle agenzie ONU e similari, ma può decisamente aiutare la corretta comprensione delle problematiche di natura legale affrontate dall'agenzia nel luogo in cui sono locate. In quest'ambito, una buona conoscenza della lingua inglese (e altre), e un buon "pacchetto" di soft skills legate alla comunicazione e all'interazione con i propri colleghi di lavoro sono un requisito fondamentale.
Vi sono numerosi ambiti del settore finanziario in cui una laurea in Giurisprudenza rappresenta un importante valore aggiunto, poiché il mercato è soggetto a importanti regolamentazioni che può conoscere solo chi ha una competenza specifica, specie se orientata al diritto fiscale. Come per un lavoro nelle Risorse Umane, anche in questo caso è consigliabile la frequenza di un master; nella storia di Jessica, Senior Account Executive in Aon, potresti trovare un motivo d'ispirazione per perseguire questa strada.
Naturalmente non c'è bisogno di una laurea per diventare imprenditore, ma una forte preparazione in giurisprudenza può costituire un valore aggiunto (e una garanzia personale in più) quando si tratta di contrattualistica, sia per prestare attenzione e capire a fondo le clausole che si vanno a firmare, sia per negoziare contratti relativi alla propria attività.
Per ciò che concerne la figura del giurista nella Pubblica Amministrazione, egli può occuparsi di varie mansioni di carattere amministrativo e organizzativo: dalla redazione di atti amministrativi, alla gestione e organizzazione negli uffici della Pubblica Amministrazione, fino a fornire attività di supporto ad eventuali contenziosi: Lasciamo qui di seguito il link a un documento redatto dalla LIUC-Cattaneo, che riporta esaustivamente le mansioni e i compiti che un laureato in giurisprudenza può svolgere in ambito statale, attinenti alle sue competenze e al suo percorso di studi.
Tutored è la piattaforma social dove studenti e giovani laureati gestiscono al meglio la propria carriera accademica e professionale: all’interno della piattaforma è possibile condividere informazioni, appunti, lezioni private e, più in generale, interagire con una community di studenti appartenenti allo stesso percorso di studi. Entra in tutored!
Cosa fare dopo la laurea in giurisprudenza? La fine di un percorso porta sempre delle novità, che a volte spaventano e a volte entusiasmano. La laurea è la fine di una tappa e l’inizio di un viaggio verso il mondo del lavoro, che talvolta si dimostra particolarmente impervio.
Proprio per questo una domanda che spesso ci sorge è “cosa fare dopo la laurea”? “Come orientarsi nel lavoro?” La laurea in giurisprudenza è tradizionalmente considerata una fra le più prestigiose, ma è anche quella che, tra le altre, richiede uno dei maggiori numeri di tirocini, stage e praticantati (specie per quanto riguarda la professioni forensi, quelle più gettonante, come avvocato, notaio o magistrato), e che per questo allunga il processo di inserimento nel mondo del lavoro con una retribuzione opportuna e stabile.
Ma non per questo bisogna scoraggiarsi o rassegnarsi: nonostante tutto, ancor oggi investire sull'istruzione (universitaria e non solo) continua ad essere una scelta premiante! Leggi anche: Le migliori università di giurisprudenza in Italia!
Gli sbocchi professionali in Giurisprudenza, dopo la laurea, non riguardano solo le professioni strettamente giuridiche. Nell'ambito privato (ma anche della pubblica amministrazione) sono numerosi gli sbocchi alternativi con una laurea in giurisprudenza, anche non strettamente legati alle professioni forensi. Assieme alle professioni tradizionali, vediamo anche questi!
Come sappiamo, lo sbocco classico di Giurisprudenza si ha nella figura dell'avvocato, che dopo la laurea inizia il lungo periodo del praticantato: 18 mesi di tirocinio presso uno studio legale (uno se si frequenta la Scuola di specializzazione), di cui un anno con un rimborso spese piuttosto esiguo, e un altro con una retribuzione solo di recente resa obbligatoria (pur senza che sia stato ancora stabilito un salario minimo). Accanto al praticantato, è necessaria la frequenza di corsi, dalla durata minima di 160 ore, organizzati dai Consigli dell’ordine attraverso le scuole forensi o in collaborazione con associazioni forensi o con le università. Finito questo percorso bisogna superare l’Esame di Stato, per sostenere il quale bisogna presentare una domanda e affrontare tre prove scritte, riguardanti la redazione di un parere a scelta tra questioni in materia civile, penale e la formulazione di un atto giudiziario, e infine una prova orale che prevede domande su temi di diritto civile, penale, ordinamento e deontologia forense.
Il magistrato è un funzionario pubblico investito di poteri giudiziari, che esercita la funzione di giudice o pubblico ministero. Il percorso per diventare magistrato è lungo, quasi macchinoso, e fa sì che la strada per esercitare questa professione sia piuttosto impervia: può apparire strano, ma spesso il numero dei vincitori delle selezioni bandite dal Ministero della Giustizia è minore del numero dei posti effettivamente disponibili.
Tuttavia, la fatica è proporzionata al ritorno dell'investimento: la prestigiosa professione del magistrato è soggetta a un'alta remunerazione, che varia a seconda del tipo di magistratura, dal livello raggiunto e dal grado di anzianità; tuttavia, in ogni caso un magistrato gode di un ottimo stipendio (qui un link d'approfondimento).
Per diventare notaio bisogna svolgere una pratica notarile facendo domanda presso il Consiglio Notarile, pagando una tassa, e allegando la dichiarazione del notaio che accoglierà il praticante nel suo studio. Il praticantato deve avere una durata minima di 18 mesi, al termine dei quali è possibile iscriversi al concorso (prova scritta e orale). È necessaria una preselezione informatica di trentacinque domande (70 minuti), per accedere alle successive prove.
L'esame scritto si compone di tre prove teoriche-pratiche:
-un atto di ultima volontà (testamento)
-un atto tra vivi (diritto civile)
-un atto tra vivi (diritto commerciale)
L'esame orale verte in tre distinte prove sui seguenti gruppi di materie:
-diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione, con particolare riguardo agli istituti giuridici in rapporto ai quali si esplica l'ufficio di notaio
-disposizioni sull'ordinamento del Notariato e degli archivi notarili
-disposizioni concernenti le imposte indirette
Diventare notaio è molto difficile; in media, solo 1 su 15 fra gli aspiranti notai "ce la fa"; tuttavia, la posta in gioco è molto alta: il notaio è il lavoro in assoluto più pagato in italia, come attesta anche la nostra classifica su i lavori più pagati in Italia, che attesta un guadagno medio di 265 mila euro all'anno per i notai.
Fra gli sbocchi alternativi per una laurea in giurisprudenza, c'è sicuramente la figura del giurista d'impresa. Il giurista d'impresa è un professionista che può svolgere, all'interno delle aziende, un ruolo di consulenza giuridica: operando nel settore Legal&Corporate, il suo compito è quello di tutelare gli interessi, in ambito giuridico, dell'azienda a cui presta servizio (o per cui lavora come dipendente). Cercherà di evitarne i rischi di natura legale, ma anche di favorire delle soluzioni da cui l'azienda può trarre beneficio. Il suo ruolo è anche di natura manageriale oltre che consulenziale: capacità organizzative, gestionali e relazionali devono essere un must per questa figura. In questo articolo di filodiritto, potrete trovare degli ottimi approfondimenti sulla figura del giurista in azienda, con mansioni, competenze, percorsi formativi suggeriti, remunerazione e tanto altro!
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Si tratta di una figura aziendale inserita nell’ambito risorse umane, cioè il comparto che lavora all’organizzazione del capitale umano di un’impresa, scovando le competenze e le risorse migliori per portare a termine un risultato. Per chi ha una laurea in Giurisprudenza (meglio se con una specializzazione in relazioni del lavoro, giuslavorismo o relazioni sindacali), uno degli sbocchi è proprio quello di HR Specialist. Le competenze giuridiche, specie in materia contrattuale, sono una competenza che è fondamentale avere in determinati settori delle risorse umane. (Puoi scoprire di più sui singoli profili HR leggendo Lavorare nelle risorse umane). Per esempio, possiamo offrire la testimonianza di Antonio, HR Professional presso Rolls Royce, che abbiamo recentemente intervistato.
Se ti piacesse l'idea di intraprendere una carriera nelle risorse umane, qui puoi trovare numerosi annunci di stage e lavoro a cui puoi candidarti.
Molte ONG lavorano in paesi dove la conoscenza della legge è fondamentale per il perseguimento dei loro scopi di utilità sociale. Una laurea in legge non solo è spesso un requisito richiesto dalle agenzie ONU e similari, ma può decisamente aiutare la corretta comprensione delle problematiche di natura legale affrontate dall'agenzia nel luogo in cui sono locate. In quest'ambito, una buona conoscenza della lingua inglese (e altre), e un buon "pacchetto" di soft skills legate alla comunicazione e all'interazione con i propri colleghi di lavoro sono un requisito fondamentale.
Vi sono numerosi ambiti del settore finanziario in cui una laurea in Giurisprudenza rappresenta un importante valore aggiunto, poiché il mercato è soggetto a importanti regolamentazioni che può conoscere solo chi ha una competenza specifica, specie se orientata al diritto fiscale. Come per un lavoro nelle Risorse Umane, anche in questo caso è consigliabile la frequenza di un master; nella storia di Jessica, Senior Account Executive in Aon, potresti trovare un motivo d'ispirazione per perseguire questa strada.
Naturalmente non c'è bisogno di una laurea per diventare imprenditore, ma una forte preparazione in giurisprudenza può costituire un valore aggiunto (e una garanzia personale in più) quando si tratta di contrattualistica, sia per prestare attenzione e capire a fondo le clausole che si vanno a firmare, sia per negoziare contratti relativi alla propria attività.
Per ciò che concerne la figura del giurista nella Pubblica Amministrazione, egli può occuparsi di varie mansioni di carattere amministrativo e organizzativo: dalla redazione di atti amministrativi, alla gestione e organizzazione negli uffici della Pubblica Amministrazione, fino a fornire attività di supporto ad eventuali contenziosi: Lasciamo qui di seguito il link a un documento redatto dalla LIUC-Cattaneo, che riporta esaustivamente le mansioni e i compiti che un laureato in giurisprudenza può svolgere in ambito statale, attinenti alle sue competenze e al suo percorso di studi.
Tutored è la piattaforma social dove studenti e giovani laureati gestiscono al meglio la propria carriera accademica e professionale: all’interno della piattaforma è possibile condividere informazioni, appunti, lezioni private e, più in generale, interagire con una community di studenti appartenenti allo stesso percorso di studi. Entra in tutored!