Published at 22 Jul 2020
Published at 22 Jul 2020
Comunicazione, marketing e volontariato: la storia di Andrea, Digital Communication Clerk in ALD Automotive

Comunicazione, marketing e volontariato: la storia di Andrea, Digital Communication Clerk in ALD Automotive


Andrea si è specializzato in Comunicazione e Marketing e oggi lavora come Digital Communication Clerk in ALD Automotive.  

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, gli utenti possono scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studio, esplorare le aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. 

All’interno della piattaforma, ci piace raccontare le storie di giovani talenti che hanno fatto un percorso di studio brillante e oggi lavorano presso importanti realtà. 

Hai avuto un percorso di studi molto interessante: puoi raccontarlo brevemente?


Il mio percorso universitario è iniziato presso l’Università degli Studi Roma Tre dove mi sono laureato in Economia e Gestione Aziendale. La mia passione per il marketing e la comunicazione è nata lì, durante diversi seminari tenuti da professionisti del settore. In particolare, ricordo quanto fossi rimasto colpito dal discorso della responsabile della comunicazione di un’azienda. Lei definiva il suo ruolo come il ponte tra la società in cui viviamo e l’azienda in cui lavora

Ad aprile di quest’anno ho ottenuto la laurea magistrale in marketing alla LUISS Guido Carli. Il corso si è tenuto completamente in lingua inglese ed ogni esame prevedeva uno o più progetti universitari, oltre che lo studio individuale, durante i quali ho imparato a lavorare in team. Anche qui ho seguito diversi corsi interessanti, ma sicuramente il corso in Web Analytics & Marketing è quello che mi è interessato maggiormente ed è per questo che quando ho dovuto ricercare uno stage curriculare per completare il mio percorso di studi, ho cercato fin da subito un tirocinio della comunicazione digitale.


Quanto è importante secondo te fare un'esperienza di studi all'estero?

Durante la laurea magistrale ho passato un semestre presso la Norwegian School of Economics a Bergen, Norvegia. La scelta è stata dettata dal fatto che l’università pone grande attenzione alla sostenibilità ambientale. Ne è testimone il corso in Sustainable Business Model che ho avuto l’opportunità di frequentare e grazie al quale sono riuscito a studiare il legame che c’è tra due realtà che molte volte sembrano in antitesi: la sostenibilità ed il profitto aziendale.

L’Erasmus a Bergen è stato un viaggio in un’altra cultura, in un diverso modo di pensare e di vivere. Ho avuto la fortuna di vivere in uno studentato con tante altre persone provenienti da ogni angolo del mondo. Ho visto l’aurora boreale nel Circolo Polare Artico e scoperto la mia passione per l’hiking. Infine, mai avrei scommesso che le persone con cui mi sarei trovato meglio fossero sia italiane che di Singapore, ad esempio. Di esperienze ne ho fatte tante, ma non sono state tutte positive. Mi considero una persona che si adatta a tutto, in fretta e facilmente. Per me l’esperienza all’estero non è stata una passeggiata. Mi ha posto di fronte ai miei limiti ed ho vissuto momenti difficili, ma penso di averli superati e di averne tratto grande esperienza e crescita personale. 


Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera?


Chi mi conosce bene mi dice spesso che il volontariato mi ha cambiato. Per cercare di farvi capire il perché proverò a descrivere la mia esperienza. Nel 2015 ho preso per la prima volta parte ad un’esperienza di volontariato di tre settimane a L’Avana, Cuba per poi tornarci una seconda volta l’anno successivo.

Sono partito con la CVX Lega Missionaria Studenti, un’associazione che organizza campi di volontariato per giovani. Durante il giorno ci svegliavamo molto presto per prestare servizio in una struttura per persone con disabilità fisiche e mentali che vivevano in una struttura fatiscente che ospitava circa 200 di loro. Ad occuparsene durante tutto l’anno c’erano poche suore. I pazienti, chiamati niños sebbene avessero in media 40 anni, per tutto l’anno attendevano solo l’arrivo dei miei colleghi volontari più veterani. Pensavo fosse perché durante quelle poche settimane avevano finalmente la possibilità di uscire e di andare al mare, ma in realtà si creava un legame profondo nonostante le difficoltà di comunicazione la quale consisteva in soli gesti e sguardi. 

Qui ho imparato che le difficoltà vanno prima di tutto accettate per poter essere affrontate. I momenti difficili sembrano non finire, ma quando lo fanno ce ne si ricorda con affetto se sono stati affrontati con il giusto atteggiamento, ed inoltre se ne ricava anche crescita personale e sicurezza in sé stessi. Il lavoro di squadra ha avuto un ruolo fondamentale. Le più noiose mansioni venivano rese dai miei compagni volontari più semplici e piacevoli e questo avviene anche a lavoro ogni giorno. Infine, può sembrare che il volontariato si faccia solo per far star bene gli altri, ma ho scoperto che è stato molto più utile a me.

Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?


Studiare è difficile per tutti, soprattutto se non si percepisce l’utilità di quello che si sta facendo come spesso è capitato a me durante il mio percorso di studio. Nel mio caso questo mi portava sempre a pensare al futuro e molte volte con una certa ansia, quindi il primo consiglio che mi sento di dare è di cercare delle attività al di fuori dello studio ed al di fuori della propria comfort zone.

Fare volontariato mi ha aiutato a staccare completamente la mente dagli impegni di studio e dall’asia sul mio futuro lavorativo. Mentre ero a Cuba, l’Italia e gli impegni di studio facevano parte di un mondo lontano. Ho ripreso contatto con la realtà. Allo stesso tempo senza volerlo ho acquisito tante soft skills molto richieste nel mondo del lavoro come la capacità di adattamento e resilienza, di lavorare in team, di organizzazione, di imparare in fretta e di problem solving. L’atteggiamento è quello che conta.


In questo momento lavori in ALD Automotive: come ci sei arrivato e come si sono svolte le selezioni?


A maggio del 2019 ho inviato il curriculum ad ALD Automotive per la posizione di Digital Communication Clerk grazie ad un annuncio trovato sul career center universitario. Una settimana dopo sono stato chiamato per sostenere un primo colloquio conoscitivo, dove hanno voluto approfondire il mio curruculum e le motivazioni del mio interesse per ALD Automotive. Il mercoledì successivo sono stato ricontattato per un colloquio in sede, ma purtroppo per una posizione diversa rispetto quella di mio interesse. Quindi durante il colloquio ricordo di aver espresso il mio fermo interesse per la posizione di Digital Communication Clerk. Mi piace pensare che questa mia sincerità sia stata premiata, in quanto una settimana dopo sono stato ricontattato per un terzo ed ultimo colloquio tecnico con il supervisor del reparto di Digital Communication.

Le motivazioni per cui si vuole entrare in ALD Automotive e la condivisione dei loro 4 valori anziendali (team spirit, innovation, responsibility, commitment) sono i fattori di fondamentale importanza, ma anche la voglia di conquistare il proprio ruolo in azienda e di fare più del compitino che ci viene richiesto conta molto.


Di cosa ti occupi nel team di ALD Automotive?


In ALD mi occupo insieme ai miei colleghi della gestione delle campagne digitali per la lead generation e della gestione dei contatti che si generano attraverso di queste. Ogni giorno è una nuova sfida e, devo dirlo, una corsa contro il tempo. Ciò che rende interessante il mio lavoro è proprio questo però. Le scadenze molto strette sono dettate dalle esigenze di vendita ed è richiesta molta precisione per non pubblicare online delle informazioni sbagliate che i potenziali clienti possono vedere. 

Il mio reparto è la vetrina dalla quale la società può guardarci e conoscerci. Infatti, ci occupiamo anche della manutenzione del sito aziendale e delle sue vetrine commerciali. Anche qui c’è sempre da migliorare per pubblicare annunci che siano attrattivi ed ispirino fiducia, senza la quale online non si va da nessuna parte. 

Infine, ci occupiamo di quello che penso essere la parte più importante del mio lavoro: analisi e reportistica. Quest’ultima parte è uno specchio puntuale sul risultato del nostro lavoro, ma soprattutto una base importante per migliorarlo sempre di più. È proprio da questi numeri che capiamo dove migliorare e su cosa continuare ad investire. 


Un consiglio che daresti a tutti quelli che vorrebbero lavorare in ALD Automotive? E un secondo consiglio a chi vorrebbe lavorare nel tuo settore?


Sono voluto entrare in ALD Automotive perché avevo sentito dire da persone che conoscevo che era una società che tende a premiare e a far crescere i giovani. Dalla mia esperienza posso confermarlo.

Credo che il consiglio che posso darvi è lo stesso che mi è stato dato alla fine dell’ultimo colloquio in ALD. Abituatevi a fare più del semplice compitino che vi viene chiesto. Non importa se una mansione vi sembra inutile. Probabilmente lo è, ma voi potete metterci del vostro e renderla più utile.

A questo si collega un secondo consiglio che mi sento di dare. Inventatevi delle piccole mansioni di routine. Nei momenti liberi, fare dei piccoli report per esempio può esservi utile per sviluppare una buona base di skill analitiche. È possibile che notiate dei dati interessanti a cui nessuno aveva mai fatto caso oppure che quei dati prima o poi vi vengano richiesti e voi già sarete pronti a fornirli. Giocate d’anticipo.


Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazia a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.

Andrea si è specializzato in Comunicazione e Marketing e oggi lavora come Digital Communication Clerk in ALD Automotive.  

Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, gli utenti possono scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studio, esplorare le aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. 

All’interno della piattaforma, ci piace raccontare le storie di giovani talenti che hanno fatto un percorso di studio brillante e oggi lavorano presso importanti realtà. 

Hai avuto un percorso di studi molto interessante: puoi raccontarlo brevemente?


Il mio percorso universitario è iniziato presso l’Università degli Studi Roma Tre dove mi sono laureato in Economia e Gestione Aziendale. La mia passione per il marketing e la comunicazione è nata lì, durante diversi seminari tenuti da professionisti del settore. In particolare, ricordo quanto fossi rimasto colpito dal discorso della responsabile della comunicazione di un’azienda. Lei definiva il suo ruolo come il ponte tra la società in cui viviamo e l’azienda in cui lavora

Ad aprile di quest’anno ho ottenuto la laurea magistrale in marketing alla LUISS Guido Carli. Il corso si è tenuto completamente in lingua inglese ed ogni esame prevedeva uno o più progetti universitari, oltre che lo studio individuale, durante i quali ho imparato a lavorare in team. Anche qui ho seguito diversi corsi interessanti, ma sicuramente il corso in Web Analytics & Marketing è quello che mi è interessato maggiormente ed è per questo che quando ho dovuto ricercare uno stage curriculare per completare il mio percorso di studi, ho cercato fin da subito un tirocinio della comunicazione digitale.


Quanto è importante secondo te fare un'esperienza di studi all'estero?

Durante la laurea magistrale ho passato un semestre presso la Norwegian School of Economics a Bergen, Norvegia. La scelta è stata dettata dal fatto che l’università pone grande attenzione alla sostenibilità ambientale. Ne è testimone il corso in Sustainable Business Model che ho avuto l’opportunità di frequentare e grazie al quale sono riuscito a studiare il legame che c’è tra due realtà che molte volte sembrano in antitesi: la sostenibilità ed il profitto aziendale.

L’Erasmus a Bergen è stato un viaggio in un’altra cultura, in un diverso modo di pensare e di vivere. Ho avuto la fortuna di vivere in uno studentato con tante altre persone provenienti da ogni angolo del mondo. Ho visto l’aurora boreale nel Circolo Polare Artico e scoperto la mia passione per l’hiking. Infine, mai avrei scommesso che le persone con cui mi sarei trovato meglio fossero sia italiane che di Singapore, ad esempio. Di esperienze ne ho fatte tante, ma non sono state tutte positive. Mi considero una persona che si adatta a tutto, in fretta e facilmente. Per me l’esperienza all’estero non è stata una passeggiata. Mi ha posto di fronte ai miei limiti ed ho vissuto momenti difficili, ma penso di averli superati e di averne tratto grande esperienza e crescita personale. 


Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera?


Chi mi conosce bene mi dice spesso che il volontariato mi ha cambiato. Per cercare di farvi capire il perché proverò a descrivere la mia esperienza. Nel 2015 ho preso per la prima volta parte ad un’esperienza di volontariato di tre settimane a L’Avana, Cuba per poi tornarci una seconda volta l’anno successivo.

Sono partito con la CVX Lega Missionaria Studenti, un’associazione che organizza campi di volontariato per giovani. Durante il giorno ci svegliavamo molto presto per prestare servizio in una struttura per persone con disabilità fisiche e mentali che vivevano in una struttura fatiscente che ospitava circa 200 di loro. Ad occuparsene durante tutto l’anno c’erano poche suore. I pazienti, chiamati niños sebbene avessero in media 40 anni, per tutto l’anno attendevano solo l’arrivo dei miei colleghi volontari più veterani. Pensavo fosse perché durante quelle poche settimane avevano finalmente la possibilità di uscire e di andare al mare, ma in realtà si creava un legame profondo nonostante le difficoltà di comunicazione la quale consisteva in soli gesti e sguardi. 

Qui ho imparato che le difficoltà vanno prima di tutto accettate per poter essere affrontate. I momenti difficili sembrano non finire, ma quando lo fanno ce ne si ricorda con affetto se sono stati affrontati con il giusto atteggiamento, ed inoltre se ne ricava anche crescita personale e sicurezza in sé stessi. Il lavoro di squadra ha avuto un ruolo fondamentale. Le più noiose mansioni venivano rese dai miei compagni volontari più semplici e piacevoli e questo avviene anche a lavoro ogni giorno. Infine, può sembrare che il volontariato si faccia solo per far star bene gli altri, ma ho scoperto che è stato molto più utile a me.

Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?


Studiare è difficile per tutti, soprattutto se non si percepisce l’utilità di quello che si sta facendo come spesso è capitato a me durante il mio percorso di studio. Nel mio caso questo mi portava sempre a pensare al futuro e molte volte con una certa ansia, quindi il primo consiglio che mi sento di dare è di cercare delle attività al di fuori dello studio ed al di fuori della propria comfort zone.

Fare volontariato mi ha aiutato a staccare completamente la mente dagli impegni di studio e dall’asia sul mio futuro lavorativo. Mentre ero a Cuba, l’Italia e gli impegni di studio facevano parte di un mondo lontano. Ho ripreso contatto con la realtà. Allo stesso tempo senza volerlo ho acquisito tante soft skills molto richieste nel mondo del lavoro come la capacità di adattamento e resilienza, di lavorare in team, di organizzazione, di imparare in fretta e di problem solving. L’atteggiamento è quello che conta.


In questo momento lavori in ALD Automotive: come ci sei arrivato e come si sono svolte le selezioni?


A maggio del 2019 ho inviato il curriculum ad ALD Automotive per la posizione di Digital Communication Clerk grazie ad un annuncio trovato sul career center universitario. Una settimana dopo sono stato chiamato per sostenere un primo colloquio conoscitivo, dove hanno voluto approfondire il mio curruculum e le motivazioni del mio interesse per ALD Automotive. Il mercoledì successivo sono stato ricontattato per un colloquio in sede, ma purtroppo per una posizione diversa rispetto quella di mio interesse. Quindi durante il colloquio ricordo di aver espresso il mio fermo interesse per la posizione di Digital Communication Clerk. Mi piace pensare che questa mia sincerità sia stata premiata, in quanto una settimana dopo sono stato ricontattato per un terzo ed ultimo colloquio tecnico con il supervisor del reparto di Digital Communication.

Le motivazioni per cui si vuole entrare in ALD Automotive e la condivisione dei loro 4 valori anziendali (team spirit, innovation, responsibility, commitment) sono i fattori di fondamentale importanza, ma anche la voglia di conquistare il proprio ruolo in azienda e di fare più del compitino che ci viene richiesto conta molto.


Di cosa ti occupi nel team di ALD Automotive?


In ALD mi occupo insieme ai miei colleghi della gestione delle campagne digitali per la lead generation e della gestione dei contatti che si generano attraverso di queste. Ogni giorno è una nuova sfida e, devo dirlo, una corsa contro il tempo. Ciò che rende interessante il mio lavoro è proprio questo però. Le scadenze molto strette sono dettate dalle esigenze di vendita ed è richiesta molta precisione per non pubblicare online delle informazioni sbagliate che i potenziali clienti possono vedere. 

Il mio reparto è la vetrina dalla quale la società può guardarci e conoscerci. Infatti, ci occupiamo anche della manutenzione del sito aziendale e delle sue vetrine commerciali. Anche qui c’è sempre da migliorare per pubblicare annunci che siano attrattivi ed ispirino fiducia, senza la quale online non si va da nessuna parte. 

Infine, ci occupiamo di quello che penso essere la parte più importante del mio lavoro: analisi e reportistica. Quest’ultima parte è uno specchio puntuale sul risultato del nostro lavoro, ma soprattutto una base importante per migliorarlo sempre di più. È proprio da questi numeri che capiamo dove migliorare e su cosa continuare ad investire. 


Un consiglio che daresti a tutti quelli che vorrebbero lavorare in ALD Automotive? E un secondo consiglio a chi vorrebbe lavorare nel tuo settore?


Sono voluto entrare in ALD Automotive perché avevo sentito dire da persone che conoscevo che era una società che tende a premiare e a far crescere i giovani. Dalla mia esperienza posso confermarlo.

Credo che il consiglio che posso darvi è lo stesso che mi è stato dato alla fine dell’ultimo colloquio in ALD. Abituatevi a fare più del semplice compitino che vi viene chiesto. Non importa se una mansione vi sembra inutile. Probabilmente lo è, ma voi potete metterci del vostro e renderla più utile.

A questo si collega un secondo consiglio che mi sento di dare. Inventatevi delle piccole mansioni di routine. Nei momenti liberi, fare dei piccoli report per esempio può esservi utile per sviluppare una buona base di skill analitiche. È possibile che notiate dei dati interessanti a cui nessuno aveva mai fatto caso oppure che quei dati prima o poi vi vengano richiesti e voi già sarete pronti a fornirli. Giocate d’anticipo.


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