Tra le skills che possono aiutare nella ricerca del lavoro o nel fare carriera c’è n’è una molto temuta da studenti, neolaureati e anche da manager e dipendenti con esperienza: la capacità di parlare in pubblico o public speaking.
Come sempre, qui a Tutored proviamo a fornire informazioni aggiuntive e utili rispetto e quelle pubblicate anche online sui processi di job interview e selezione del personale. Ci interessa che chi legge possa avere dritte e consigli pratici, ad esempio per prepararsi ai colloqui. Il tutto grazie anche al punto di osservazione privilegiato su un network di oltre 50 tra aziende e multinazionali e i profili di 500 mila giovani studenti e neolaureati.
Per public speaking si intende la capacità di presentare ed esporre in modo efficace un pensiero o un’idea a un gruppo di persone o, appunto, a un pubblico. E’, in buona sostanza, l’arte oratoria, una delle competenze più antiche della storia e che affonda le sue radici nella cultura greca e latina.
Oggi queste caratteristiche si sposano perfettamente con la necessità di comunicare in modo diverso dalla massa, per spiccare ed emergere rispetto al flusso magmatico di messaggi, idee e presentazioni che oggi caratterizza gli scambi sociali e professionali.
Saper padroneggiare il public speaking serve a fare colpo su un recruiter durante un colloquio, una commissione d’esame, un team di potenziali investitori o semplicemente a diventare migliori insegnanti o catalizzatori di attenzione di clienti o team di lavoro.
Non a caso oggi ritroviamo le abilità comunicative del public speaking tra le soft skills richieste per:
- Tenere un discorso conciso per presentare la propria idea di start-up (speech);
- Rispondere in modo efficace alle domande di selezione dei responsabili HR;
- Presentare risultati di un progetto o di un team di lavoro al proprio superiore o a un ufficio diverso della propria azienda;
- Sapere gestire una conversazione o una riunione professionale;
- Rappresentare la propria azienda o ente o gruppo di lavoro a un evento ufficiale;
presentarsi in pubblico;
- Convincere un cliente o potenziali clienti;
- Potenziare le tecniche di marketing e vendita a contatto con il pubblico;
- Migliorare il servizio clienti a distanza o dal vivo;
- Perorare la propria causa o difendere diritti e posizioni di parte (come accade agli avvocati);
- Sapere scrivere in modo efficace e convincente (attività tipica dei copywriter, degli autori e dei pubblicitari, ma anche dei giornalisti e dei comunicatori e addetti stampa e pr);
- Migliorare le tecniche di formazione e insegnamento, a scuola come in contesti aziendali e formativi continui.
Questo appena descritto è un elenco appena minimo dei campi in cui è utile saper parlare in pubblico, ma non tutti pensano di poterlo fare. Per timidezza, paura o semplice rifiuto di volersi esporre a un’audience.
Come tutte le competenze però anche parlare in pubblico è un insieme di piccole tecniche che, se allenate ed esercitate costantemente, possono portare anche una persona balbuziente a tenere ottimi discorsi e presentarsi bene all’esterno.
Nessuno vi chiederà di diventare Cicerone o attori di prosa, ma è utile imparare qualche semplice trucco per gestire al meglio una conversazione o un discorso. Partendo dagli ingredienti minimi per costruire un’esposizione efficace dei propri pensieri.
Che si tratti di una presentazione in slide dei risultati di vendita o di parlare del proprio cv, dovete disegnare mentalmente la vostra “mappa del discorso”. Si tratta di stabilire cosa volete dire attraverso tre tappe o punti che in genere coincidono con un inizio - ad esempio una frase che spieghi perché state per presentare quei risultati - uno svolgimento - quindi, i risultati - e una conclusione che chiuda il cerchio - poiché i dati sono questi possiamo procedere con queste azioni o step. In mezzo poi potranno essere inseriti altri concetti ed elementi, l’importante è però avere una traccia del percorso e una direzione.
Sfoltire è un ottimo modo per mantenere alta l’attenzione, non solo del pubblico, ma soprattutto la vostra, mentre esponete la presentazione o parlate di fronte ad altre persone. Mantenere pulito il modo di comunicare, ad esempio evitando di aprire troppe subordinate o di divagare nel bel mezzo di una frase, vi permette di gestire la comunicazione mantenendo il messaggio. Questo consiglio vale anche nel modo di costruire le presentazioni in slide - mai esagerare con il numero, tenendo presente che ogni slide richiede almeno 2 minuti di esposizione e mai inserire troppo testo - ma è utile soprattutto durante i colloqui di lavoro dove alle domande dei recruiter bisogna rispondere in modo preciso e in pochi minuti.
Per esercitarsi è utile anche provare a presentare il proprio discorso o idea cronometrandoci. Ad esempio, se sappiamo di avere un limite di 5 minuti, impariamo a presentare o parlare in un tempo inferiore ai quattro minuti e mezzo decidendo già prima quale concetto o slide sacrificare nel caso andassimo “lunghi” sui tempi.
Il miglior modo per “conquistare” un’audience, si tratti di una sola persona o di un gruppo di migliaia di utenti, è capire chi siano i destinatari del messaggio prima di iniziare a parlare o scrivere il discorso. Se ad esempio dovete parlare a una conferenza di ingegneri informatici in cui è presente anche un pubblico non tecnico, usate esempi e metafore semplici da capire anche per chi non sia del settore e imparate a spiegarvi bene, a sciogliere concetti difficili.
Questo vale soprattutto se avete dati o idee complesse da presentare: se non le capite per primi, non riuscirete a esporle in modo chiaro agli altri.
Chi ha studiato Filosofia o Giurisprudenza lo sa bene: una delle chiavi argomentative per eccellenza è l’utilizzo della logica per corroborare un’idea o sostenere un concetto o smontare una proposta altrui. Se la presentazione lo richiede - mettiamo ad esempio di dover convincere un gruppo di investitori che la nostra idea di start-up merita un finanziamento - possiamo usare la tecnica della tesi e dell’antitesi (o worst case scenario), ovvero anticipare le critiche o i punti deboli del ragionamento principale o del progetto, preparandoci già le possibili repliche alle obiezioni che potrebbero arrivare dal pubblico o da una giuria.
Molti attori di stand-up comedy sanno fare un uso molto efficace delle pause e del silenzio durante le proprie performance. Questo perché una pausa tra una frase e l’altra o prima di una parola, aiuta a enfatizzare quel concetto e a farlo passare meglio al pubblico.
I vari “diciamo”, “ehm”, “quindi” se ripetuti troppo spezzano il ritmo e rischiano di alienare l'attenzione di chi ascolta. Meglio eliminarli quando parliamo in pubblico, ricordando di rivolgere lo sguardo ai nostri interlocutori. Parlare in pubblico infatti può spaventare e per non sentirci insicuri tendiamo a scrivere pezzi di presentazioni o discorsi su fogli o su pagine e note online da visualizzare durante la nostra performance. Non c’è nulla di male, ma ricordiamoci di non dare l’impressione di leggere un copione scritto e di alzare lo sguardo di tanto in tanto verso il pubblico o gli interlocutori. Allo stesso modo se usiamo intercalari, eliminiamoli sostituendoli con delle pause.
Gli oratori e le oratrici più abili - pensate alle giornaliste tv o ai presentatori e conduttori - mantengono il focus sul messaggio che intendono veicolare a prescindere dalle interruzioni, dalle divagazioni o dallo spezzettamento del ritmo che animano una presentazione o un discorso pubblico. E’ un’abilità che si affina con il tempo ma che si può allenare chiedendosi ad ogni pausa “dove eravamo rimasti e qual era lo scopo di questa presentazione/comunicazione?”. Soprattutto durante i colloqui, impariamo ad agganciare il discorso e la presentazione del nostro cv alle skills e al ruolo pubblicati nell’offerta.
Se la presentazione è a voce, è impossibile non lavorare sul proprio tono e sulla capacità di modularlo. Un modo per allenare la voce è la respirazione diaframmatica, tipica di attori, cantanti ma anche di chi pratica yoga e che permette di calmare l’inflessione e comunicare con un tono più basso e calmo. Comunicare non significa infatti urlare - non resistereste oltre un’ora - ma parlare in modo chiaro, conciso e musicale.
Uno dei crucci di chi si approccia al public speaking è il timore di non riuscire a modificare il proprio accento, specie se molto marcato. In realtà non bisogna confondere la cadenza con il dialetto: la prima è ciò che indica se chi parla è di Napoli, Roma, Palermo, Bologna o Milano, perché riguarda la musicalità dell’espressione e non la lingua. Si può mantenere la cadenza, l’importante è esprimere in una lingua compresa da tutti, quindi Italiano o persino una lingua straniera.
Una volta padroneggiate le tecniche di base è possibile sbizzarrirsi con altri trucchi capaci di catturare l’attenzione del pubblico. Ad esempio, esordire con un aneddoto durante una presentazione ad un evento, oppure coinvolgere il pubblico con domande e un minimo di interazione o ancora costruire un intervento utilizzando lo storytelling.
TED è un format di intrattenimento diventato famoso a livello globale perché ha reso il public speaking protagonista di interventi geniali e divertenti da parte di persone assolutamente normali ma particolarmente esperte nel proprio campo.
Questo format, che oggi è conosciuto come TED Talks, si basa sulle tecniche principali di oratoria innovate dalla tecnologia e dallo storytelling multimediale. Ecco perché iscriversi al canale TED è un ottimo modo per trarre ispirazione e imparare i trucchi della comunicazione efficace. Qui il link e qui un elenco creato da Ninja Marketing sui migliori discorsi TED relativi proprio al public speaking.
Tutored è il punto di incontro tra studenti, neolaureati e aziende. Entra nella community di tutored per esplorare tutte le opportunità di stage, lavoro e graduate program in linea con i tuoi studi, leggere i consigli dei recruiter delle aziende attive su tutored per prepararti al meglio al tuo prossimo colloquio.
Tra le skills che possono aiutare nella ricerca del lavoro o nel fare carriera c’è n’è una molto temuta da studenti, neolaureati e anche da manager e dipendenti con esperienza: la capacità di parlare in pubblico o public speaking.
Come sempre, qui a Tutored proviamo a fornire informazioni aggiuntive e utili rispetto e quelle pubblicate anche online sui processi di job interview e selezione del personale. Ci interessa che chi legge possa avere dritte e consigli pratici, ad esempio per prepararsi ai colloqui. Il tutto grazie anche al punto di osservazione privilegiato su un network di oltre 50 tra aziende e multinazionali e i profili di 500 mila giovani studenti e neolaureati.
Per public speaking si intende la capacità di presentare ed esporre in modo efficace un pensiero o un’idea a un gruppo di persone o, appunto, a un pubblico. E’, in buona sostanza, l’arte oratoria, una delle competenze più antiche della storia e che affonda le sue radici nella cultura greca e latina.
Oggi queste caratteristiche si sposano perfettamente con la necessità di comunicare in modo diverso dalla massa, per spiccare ed emergere rispetto al flusso magmatico di messaggi, idee e presentazioni che oggi caratterizza gli scambi sociali e professionali.
Saper padroneggiare il public speaking serve a fare colpo su un recruiter durante un colloquio, una commissione d’esame, un team di potenziali investitori o semplicemente a diventare migliori insegnanti o catalizzatori di attenzione di clienti o team di lavoro.
Non a caso oggi ritroviamo le abilità comunicative del public speaking tra le soft skills richieste per:
- Tenere un discorso conciso per presentare la propria idea di start-up (speech);
- Rispondere in modo efficace alle domande di selezione dei responsabili HR;
- Presentare risultati di un progetto o di un team di lavoro al proprio superiore o a un ufficio diverso della propria azienda;
- Sapere gestire una conversazione o una riunione professionale;
- Rappresentare la propria azienda o ente o gruppo di lavoro a un evento ufficiale;
presentarsi in pubblico;
- Convincere un cliente o potenziali clienti;
- Potenziare le tecniche di marketing e vendita a contatto con il pubblico;
- Migliorare il servizio clienti a distanza o dal vivo;
- Perorare la propria causa o difendere diritti e posizioni di parte (come accade agli avvocati);
- Sapere scrivere in modo efficace e convincente (attività tipica dei copywriter, degli autori e dei pubblicitari, ma anche dei giornalisti e dei comunicatori e addetti stampa e pr);
- Migliorare le tecniche di formazione e insegnamento, a scuola come in contesti aziendali e formativi continui.
Questo appena descritto è un elenco appena minimo dei campi in cui è utile saper parlare in pubblico, ma non tutti pensano di poterlo fare. Per timidezza, paura o semplice rifiuto di volersi esporre a un’audience.
Come tutte le competenze però anche parlare in pubblico è un insieme di piccole tecniche che, se allenate ed esercitate costantemente, possono portare anche una persona balbuziente a tenere ottimi discorsi e presentarsi bene all’esterno.
Nessuno vi chiederà di diventare Cicerone o attori di prosa, ma è utile imparare qualche semplice trucco per gestire al meglio una conversazione o un discorso. Partendo dagli ingredienti minimi per costruire un’esposizione efficace dei propri pensieri.
Che si tratti di una presentazione in slide dei risultati di vendita o di parlare del proprio cv, dovete disegnare mentalmente la vostra “mappa del discorso”. Si tratta di stabilire cosa volete dire attraverso tre tappe o punti che in genere coincidono con un inizio - ad esempio una frase che spieghi perché state per presentare quei risultati - uno svolgimento - quindi, i risultati - e una conclusione che chiuda il cerchio - poiché i dati sono questi possiamo procedere con queste azioni o step. In mezzo poi potranno essere inseriti altri concetti ed elementi, l’importante è però avere una traccia del percorso e una direzione.
Sfoltire è un ottimo modo per mantenere alta l’attenzione, non solo del pubblico, ma soprattutto la vostra, mentre esponete la presentazione o parlate di fronte ad altre persone. Mantenere pulito il modo di comunicare, ad esempio evitando di aprire troppe subordinate o di divagare nel bel mezzo di una frase, vi permette di gestire la comunicazione mantenendo il messaggio. Questo consiglio vale anche nel modo di costruire le presentazioni in slide - mai esagerare con il numero, tenendo presente che ogni slide richiede almeno 2 minuti di esposizione e mai inserire troppo testo - ma è utile soprattutto durante i colloqui di lavoro dove alle domande dei recruiter bisogna rispondere in modo preciso e in pochi minuti.
Per esercitarsi è utile anche provare a presentare il proprio discorso o idea cronometrandoci. Ad esempio, se sappiamo di avere un limite di 5 minuti, impariamo a presentare o parlare in un tempo inferiore ai quattro minuti e mezzo decidendo già prima quale concetto o slide sacrificare nel caso andassimo “lunghi” sui tempi.
Il miglior modo per “conquistare” un’audience, si tratti di una sola persona o di un gruppo di migliaia di utenti, è capire chi siano i destinatari del messaggio prima di iniziare a parlare o scrivere il discorso. Se ad esempio dovete parlare a una conferenza di ingegneri informatici in cui è presente anche un pubblico non tecnico, usate esempi e metafore semplici da capire anche per chi non sia del settore e imparate a spiegarvi bene, a sciogliere concetti difficili.
Questo vale soprattutto se avete dati o idee complesse da presentare: se non le capite per primi, non riuscirete a esporle in modo chiaro agli altri.
Chi ha studiato Filosofia o Giurisprudenza lo sa bene: una delle chiavi argomentative per eccellenza è l’utilizzo della logica per corroborare un’idea o sostenere un concetto o smontare una proposta altrui. Se la presentazione lo richiede - mettiamo ad esempio di dover convincere un gruppo di investitori che la nostra idea di start-up merita un finanziamento - possiamo usare la tecnica della tesi e dell’antitesi (o worst case scenario), ovvero anticipare le critiche o i punti deboli del ragionamento principale o del progetto, preparandoci già le possibili repliche alle obiezioni che potrebbero arrivare dal pubblico o da una giuria.
Molti attori di stand-up comedy sanno fare un uso molto efficace delle pause e del silenzio durante le proprie performance. Questo perché una pausa tra una frase e l’altra o prima di una parola, aiuta a enfatizzare quel concetto e a farlo passare meglio al pubblico.
I vari “diciamo”, “ehm”, “quindi” se ripetuti troppo spezzano il ritmo e rischiano di alienare l'attenzione di chi ascolta. Meglio eliminarli quando parliamo in pubblico, ricordando di rivolgere lo sguardo ai nostri interlocutori. Parlare in pubblico infatti può spaventare e per non sentirci insicuri tendiamo a scrivere pezzi di presentazioni o discorsi su fogli o su pagine e note online da visualizzare durante la nostra performance. Non c’è nulla di male, ma ricordiamoci di non dare l’impressione di leggere un copione scritto e di alzare lo sguardo di tanto in tanto verso il pubblico o gli interlocutori. Allo stesso modo se usiamo intercalari, eliminiamoli sostituendoli con delle pause.
Gli oratori e le oratrici più abili - pensate alle giornaliste tv o ai presentatori e conduttori - mantengono il focus sul messaggio che intendono veicolare a prescindere dalle interruzioni, dalle divagazioni o dallo spezzettamento del ritmo che animano una presentazione o un discorso pubblico. E’ un’abilità che si affina con il tempo ma che si può allenare chiedendosi ad ogni pausa “dove eravamo rimasti e qual era lo scopo di questa presentazione/comunicazione?”. Soprattutto durante i colloqui, impariamo ad agganciare il discorso e la presentazione del nostro cv alle skills e al ruolo pubblicati nell’offerta.
Se la presentazione è a voce, è impossibile non lavorare sul proprio tono e sulla capacità di modularlo. Un modo per allenare la voce è la respirazione diaframmatica, tipica di attori, cantanti ma anche di chi pratica yoga e che permette di calmare l’inflessione e comunicare con un tono più basso e calmo. Comunicare non significa infatti urlare - non resistereste oltre un’ora - ma parlare in modo chiaro, conciso e musicale.
Uno dei crucci di chi si approccia al public speaking è il timore di non riuscire a modificare il proprio accento, specie se molto marcato. In realtà non bisogna confondere la cadenza con il dialetto: la prima è ciò che indica se chi parla è di Napoli, Roma, Palermo, Bologna o Milano, perché riguarda la musicalità dell’espressione e non la lingua. Si può mantenere la cadenza, l’importante è esprimere in una lingua compresa da tutti, quindi Italiano o persino una lingua straniera.
Una volta padroneggiate le tecniche di base è possibile sbizzarrirsi con altri trucchi capaci di catturare l’attenzione del pubblico. Ad esempio, esordire con un aneddoto durante una presentazione ad un evento, oppure coinvolgere il pubblico con domande e un minimo di interazione o ancora costruire un intervento utilizzando lo storytelling.
TED è un format di intrattenimento diventato famoso a livello globale perché ha reso il public speaking protagonista di interventi geniali e divertenti da parte di persone assolutamente normali ma particolarmente esperte nel proprio campo.
Questo format, che oggi è conosciuto come TED Talks, si basa sulle tecniche principali di oratoria innovate dalla tecnologia e dallo storytelling multimediale. Ecco perché iscriversi al canale TED è un ottimo modo per trarre ispirazione e imparare i trucchi della comunicazione efficace. Qui il link e qui un elenco creato da Ninja Marketing sui migliori discorsi TED relativi proprio al public speaking.
Tutored è il punto di incontro tra studenti, neolaureati e aziende. Entra nella community di tutored per esplorare tutte le opportunità di stage, lavoro e graduate program in linea con i tuoi studi, leggere i consigli dei recruiter delle aziende attive su tutored per prepararti al meglio al tuo prossimo colloquio.