Deloitte

Pubblicato il 23 Feb 2023
Pubblicato il 23 Feb 2023
Tutored incontra Martina – Artificial Intelligence and Data Consultant in Deloitte

Tutored incontra Martina – Artificial Intelligence and Data Consultant in Deloitte


Dopo un percorso accademico in Ingegneria Gestionale, Martina Sereni ha colto la sfida che l’ha portata a intraprendere la carriera nel mondo Business Intelligence di Deloitte.
Scopriamo insieme a lei il suo percorso e i suoi consigli!

1. Martina, raccontaci di come ti sei avvicinata alla realtà di Deloitte. In quale università hai studiato e quale percorso hai scelto?

Mi sono laureata all’Università di Modena e Reggio Emilia in Ingegneria Gestionale con indirizzo ICT.
Durante il mio percorso universitario ho avuto modo di entrare in contatto con l’azienda che mi ha permesso di affacciarmi al mondo del lavoro e durante questa esperienza ho conosciuto la realtà di Deloitte.

È stato molto importante aver avuto la possibilità di entrare in contatto con alcune realtà presenti nel territorio già durante gli anni di studio. Generalmente si ha poca visibilità del mondo lavorativo quando si frequenta l’università e quindi riuscire ad avere un contatto tra la realtà universitaria e lavorativa risulta sempre più fondamentale.
Deloitte favorisce molto questo contatto, infatti, insieme ad alcuni manager della sede di Bologna sono poi tornata nella mia università per presentare la nostra realtà e lavorare insieme a un business case al fine di creare un momento di networking tra azienda e studenti.

2. Che ruolo ricopri in Deloitte? All’interno di quale team lavori?

Da circa un anno e mezzo mi occupo di Business intelligence in Deloitte e ricopro la posizione di Artificial Intelligence and Data Consultant. Sono molto soddisfatta del lavoro che svolgo in quanto rispecchia a pieno il mio indirizzo di studi e mi permette di approfondire l’interesse in questo ambito.

Nella nostra area il team è composto circa da 40 persone che lavorano contemporaneamente su uno stesso cliente. Questo poi si suddivide in team più piccoli, formati dai 2 ai 7 collaboratori, all’interno dei quali si lavora più a stretto contatto. Viene comunque sempre incoraggiata la continua relazione tra i vari sotto team e il rapporto personale e professionale con tutti.

3. Come si compone il tuo team?

Il team in cui lavoro è composto da 7 persone ed è uno dei più grandi, questo mi piace perché mi permette di relazionarmi con tante e diverse persone. Siamo tutti dislocati su diverse città, anche se il punto di riferimento rimane la sede di Milano: io, per esempio, lavoro su Bologna ma alcuni colleghi sono anche su Roma.
Poter lavorare in smart working ci offre una grande libertà ma periodicamente organizziamo anche attività di team building che ci consentono di nutrire l’aspetto di contatto umano all’interno del luogo di lavoro.

Il team è giovane e questo favorisce le varie relazioni: anche le figure più senior hanno solo una decina di anni in più di me, nonostante siano altamente preparate non solo dal punto di vista professionale ma anche nel seguire la crescita di ogni singola persona all’interno del team.
Questo ci permette di riuscire a gestire tutte le problematiche in maniera efficiente e facile e soprattutto stimola la crescita personale e professionale di ognuno di noi.

4. Quali sono le tue mansioni? Esiste una giornata tipo che puoi raccontarci?

Ogni giornata è caratterizzata da grande dinamicità in quanto possono arrivare richieste improvvise dal cliente e questo richiede una ripianificazione giornaliera o settimanale.
Generalmente ogni mattina ci si riunisce con tutto il team ristretto e si pianificano e organizzano le attività, identificando le problematicità che devono essere affrontate e controllando l’andamento del progetto nel suo insieme.

Parte delle attività che svolgo consiste nello sviluppo tramite codice di strutture back-end insieme all’aspetto grafico del front-end per realizzare dashboard contenenti dati e KPI che poi gli utenti finali andranno ad utilizzare. Il tool che utilizziamo varia in base allo stack tecnologico del cliente, fra questi troviamo Microsoft Azure, Power BI, Tableau, Big Query e Oracle Data Integrator.

A rendere interessante il mio lavoro è il poter seguire il cliente dall’inizio alla fine, partendo dai suoi requisiti per la fase di ideazione della soluzione in modo critico e funzionale, fino alla sua completa realizzazione e manutenzione. Questo ci permette di non essere dei meri esecutori ma parte attiva dei progetti.

Oltre alle operatività concrete e alle attività citate, Deloitte permette di crescere non solo sul singolo progetto, ma anche di aiutare gli altri nel team seguendo i neoassunti e di sviluppare i propri interessi personali.
Ad esempio, abbiamo la possibilità di far parte di gruppi chiamati COP (Community Of Practice) dove si possono portare avanti progetti extra sulla base dei propri interessi: di artificial intelligence, data visualization, data management o più di carattere strategico-organizzativo. Vengono poi periodicamente promosse attività di volontariato di diversa natura.
Trovo che sia molto bello il fatto che accanto al proprio lavoro ci siano anche momenti di questo tipo.


5. Cosa ti appassiona del tuo lavoro e quali competenze reputi fondamentali per poter lavorare con i dati?

Secondo me non ci sono competenze tecniche da avere a priori per fare questo lavoro. Ovviamente il mio percorso di studi mi ha aiutato moltissimo in quanto conoscevo alcuni linguaggi di programmazione.
Nonostante questo, vedo moltissimi ragazzi con background differenti dal mio che si sono poi affacciati al ramo informatico. Inoltre, ogni cliente utilizza software differenti, perciò, si continua ad imparare strada facendo.
L’aspetto di competenze tecniche per me non è una barriera ma molto dipende dalla passione e se alla fine piace quello che si fa non ci sono vincoli.

Una caratteristica positiva del mondo consulenziale è la sua dinamicità rispetto alla realtà aziendale, perché permette di vedere diversi progetti e lavorare in team differenti. Per questo credo che sia importante sapersi adattare al contesto in cui ci si trova perché il tempo per imparare non manca.

Le qualità più importanti, che in pochi possiedono dalla nascita ma che si possono acquisire e allenare, sono le soft skills che permettono di seguire le figure più junior nella loro formazione, di relazionarsi nel modo corretto con il cliente e indirizzarlo verso le soluzioni migliori avendo uno spirito critico.

Quello che mi appassiona di più del mio lavoro è l’aspetto di programmazione e test del funzionamento dei flussi. Questo mi spinge a ragionare in maniera funzionale sulla soluzione migliore per misurare dei dati e sulla sua traduzione tecnica.

Mi stimola anche il fatto di essere parte di un team grande perché si ha un maggiore confronto e c’è la possibilità di vedere come si lavora negli altri ambiti e come i propri colleghi affrontano le possibili difficoltà.
In Deloitte è possibile fare network e c’è tanta voglia di aiutarsi, lo spirito che si vive è molto positivo.


6. Quale consiglio daresti ad uno studente interessato a lavorare in una realtà come Deloitte?

Il mio consiglio è quello di ricercare un lavoro che piaccia, lasciandosi comunque la possibilità di sbagliare e cambiare, in quanto ogni esperienza è fondamentale per la nostra crescita personale e professionale. Soprattutto finche si è all’inizio del proprio percorso professionale è importante vedere e sperimentare realtà diverse.

Nel mondo di Deloitte la caratteristica comune dei nuovi assunti è sicuramente la voglia di fare e la buona volontà. È importante sapersi porre in modo propositivo in quanto nessuno si aspetta che chi arriva abbia già sviluppato competenze tecniche specifiche. Infatti, quello che ho notato durante i colloqui è che si ricercano attitudini personali piuttosto che competenze già consolidate.

Se anche tu vuoi lavorare nel mondo Analytics di Deloitte candidati qui!

Dopo un percorso accademico in Ingegneria Gestionale, Martina Sereni ha colto la sfida che l’ha portata a intraprendere la carriera nel mondo Business Intelligence di Deloitte.
Scopriamo insieme a lei il suo percorso e i suoi consigli!

1. Martina, raccontaci di come ti sei avvicinata alla realtà di Deloitte. In quale università hai studiato e quale percorso hai scelto?

Mi sono laureata all’Università di Modena e Reggio Emilia in Ingegneria Gestionale con indirizzo ICT.
Durante il mio percorso universitario ho avuto modo di entrare in contatto con l’azienda che mi ha permesso di affacciarmi al mondo del lavoro e durante questa esperienza ho conosciuto la realtà di Deloitte.

È stato molto importante aver avuto la possibilità di entrare in contatto con alcune realtà presenti nel territorio già durante gli anni di studio. Generalmente si ha poca visibilità del mondo lavorativo quando si frequenta l’università e quindi riuscire ad avere un contatto tra la realtà universitaria e lavorativa risulta sempre più fondamentale.
Deloitte favorisce molto questo contatto, infatti, insieme ad alcuni manager della sede di Bologna sono poi tornata nella mia università per presentare la nostra realtà e lavorare insieme a un business case al fine di creare un momento di networking tra azienda e studenti.

2. Che ruolo ricopri in Deloitte? All’interno di quale team lavori?

Da circa un anno e mezzo mi occupo di Business intelligence in Deloitte e ricopro la posizione di Artificial Intelligence and Data Consultant. Sono molto soddisfatta del lavoro che svolgo in quanto rispecchia a pieno il mio indirizzo di studi e mi permette di approfondire l’interesse in questo ambito.

Nella nostra area il team è composto circa da 40 persone che lavorano contemporaneamente su uno stesso cliente. Questo poi si suddivide in team più piccoli, formati dai 2 ai 7 collaboratori, all’interno dei quali si lavora più a stretto contatto. Viene comunque sempre incoraggiata la continua relazione tra i vari sotto team e il rapporto personale e professionale con tutti.

3. Come si compone il tuo team?

Il team in cui lavoro è composto da 7 persone ed è uno dei più grandi, questo mi piace perché mi permette di relazionarmi con tante e diverse persone. Siamo tutti dislocati su diverse città, anche se il punto di riferimento rimane la sede di Milano: io, per esempio, lavoro su Bologna ma alcuni colleghi sono anche su Roma.
Poter lavorare in smart working ci offre una grande libertà ma periodicamente organizziamo anche attività di team building che ci consentono di nutrire l’aspetto di contatto umano all’interno del luogo di lavoro.

Il team è giovane e questo favorisce le varie relazioni: anche le figure più senior hanno solo una decina di anni in più di me, nonostante siano altamente preparate non solo dal punto di vista professionale ma anche nel seguire la crescita di ogni singola persona all’interno del team.
Questo ci permette di riuscire a gestire tutte le problematiche in maniera efficiente e facile e soprattutto stimola la crescita personale e professionale di ognuno di noi.

4. Quali sono le tue mansioni? Esiste una giornata tipo che puoi raccontarci?

Ogni giornata è caratterizzata da grande dinamicità in quanto possono arrivare richieste improvvise dal cliente e questo richiede una ripianificazione giornaliera o settimanale.
Generalmente ogni mattina ci si riunisce con tutto il team ristretto e si pianificano e organizzano le attività, identificando le problematicità che devono essere affrontate e controllando l’andamento del progetto nel suo insieme.

Parte delle attività che svolgo consiste nello sviluppo tramite codice di strutture back-end insieme all’aspetto grafico del front-end per realizzare dashboard contenenti dati e KPI che poi gli utenti finali andranno ad utilizzare. Il tool che utilizziamo varia in base allo stack tecnologico del cliente, fra questi troviamo Microsoft Azure, Power BI, Tableau, Big Query e Oracle Data Integrator.

A rendere interessante il mio lavoro è il poter seguire il cliente dall’inizio alla fine, partendo dai suoi requisiti per la fase di ideazione della soluzione in modo critico e funzionale, fino alla sua completa realizzazione e manutenzione. Questo ci permette di non essere dei meri esecutori ma parte attiva dei progetti.

Oltre alle operatività concrete e alle attività citate, Deloitte permette di crescere non solo sul singolo progetto, ma anche di aiutare gli altri nel team seguendo i neoassunti e di sviluppare i propri interessi personali.
Ad esempio, abbiamo la possibilità di far parte di gruppi chiamati COP (Community Of Practice) dove si possono portare avanti progetti extra sulla base dei propri interessi: di artificial intelligence, data visualization, data management o più di carattere strategico-organizzativo. Vengono poi periodicamente promosse attività di volontariato di diversa natura.
Trovo che sia molto bello il fatto che accanto al proprio lavoro ci siano anche momenti di questo tipo.


5. Cosa ti appassiona del tuo lavoro e quali competenze reputi fondamentali per poter lavorare con i dati?

Secondo me non ci sono competenze tecniche da avere a priori per fare questo lavoro. Ovviamente il mio percorso di studi mi ha aiutato moltissimo in quanto conoscevo alcuni linguaggi di programmazione.
Nonostante questo, vedo moltissimi ragazzi con background differenti dal mio che si sono poi affacciati al ramo informatico. Inoltre, ogni cliente utilizza software differenti, perciò, si continua ad imparare strada facendo.
L’aspetto di competenze tecniche per me non è una barriera ma molto dipende dalla passione e se alla fine piace quello che si fa non ci sono vincoli.

Una caratteristica positiva del mondo consulenziale è la sua dinamicità rispetto alla realtà aziendale, perché permette di vedere diversi progetti e lavorare in team differenti. Per questo credo che sia importante sapersi adattare al contesto in cui ci si trova perché il tempo per imparare non manca.

Le qualità più importanti, che in pochi possiedono dalla nascita ma che si possono acquisire e allenare, sono le soft skills che permettono di seguire le figure più junior nella loro formazione, di relazionarsi nel modo corretto con il cliente e indirizzarlo verso le soluzioni migliori avendo uno spirito critico.

Quello che mi appassiona di più del mio lavoro è l’aspetto di programmazione e test del funzionamento dei flussi. Questo mi spinge a ragionare in maniera funzionale sulla soluzione migliore per misurare dei dati e sulla sua traduzione tecnica.

Mi stimola anche il fatto di essere parte di un team grande perché si ha un maggiore confronto e c’è la possibilità di vedere come si lavora negli altri ambiti e come i propri colleghi affrontano le possibili difficoltà.
In Deloitte è possibile fare network e c’è tanta voglia di aiutarsi, lo spirito che si vive è molto positivo.


6. Quale consiglio daresti ad uno studente interessato a lavorare in una realtà come Deloitte?

Il mio consiglio è quello di ricercare un lavoro che piaccia, lasciandosi comunque la possibilità di sbagliare e cambiare, in quanto ogni esperienza è fondamentale per la nostra crescita personale e professionale. Soprattutto finche si è all’inizio del proprio percorso professionale è importante vedere e sperimentare realtà diverse.

Nel mondo di Deloitte la caratteristica comune dei nuovi assunti è sicuramente la voglia di fare e la buona volontà. È importante sapersi porre in modo propositivo in quanto nessuno si aspetta che chi arriva abbia già sviluppato competenze tecniche specifiche. Infatti, quello che ho notato durante i colloqui è che si ricercano attitudini personali piuttosto che competenze già consolidate.

Se anche tu vuoi lavorare nel mondo Analytics di Deloitte candidati qui!