Le PMI (Piccole e Medie Imprese) rappresentano la spina dorsale del nostro sistema economico. Da sole, sono responsabili del 41% dell’intero fatturato generato in Italia e del 33% degli occupati nel settore privato. La definizione di PMI include nel novero di piccole e medie imprese tutte quelle realtà imprenditoriali dai 10 ai 249 addetti che generano un fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro o un totale di bilancio annuo minore o uguale di 43 milioni di euro.
Dalle PMI alle PMI innovative
All’interno di questo quadro, meritano un discorso a parte le cosiddette PMI innovative, che dal 2015 hanno ottenuto un riconoscimento normativo all’interno dell’ordinamento italiano. Con il cosiddetto “Investment Compact” (Legge 24 marzo 2015, n.33) del Governo Renzi, infatti, sono stati estesi anche a questa categoria di imprese i benefici riconosciuti già dal 2012 alle startup innovative. Entrambe le categorie sono ora censite dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) in un’apposita sezione del Registro delle Imprese.
Quali sono dunque i requisiti necessari per creare e iscrivere una PMI innovativa? E quali sono i benefici fiscali previsti per questo particolare tipo di impresa?
Definizione e requisiti delle PMI Innovative
Le PMI innovative sono piccole e medie imprese che si segnalano come innovative in termini di competenze interne, processi, o prodotti, a prescindere dal livello di maturazione raggiunto e dal settore in cui operano.
Si definiscono come PMI innovative le piccole e medie imprese con sede in Italia, che non hanno azioni quotate in un mercato regolamentato, e che soddisfano almeno due dei seguenti requisiti:
il volume di spesa in ricerca, sviluppo e innovazione è uguale o superiore al 3% della maggiore entità fra costo e valore totale della produzione;
la forza lavoro complessiva è costituita per almeno 1/5 da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori, oppure per almeno 1/3 da soci o collaboratori a qualsiasi titolo in possesso di laurea magistrale;
l’impresa è titolare, depositaria o licenziataria di un brevetto registrato (privativa industriale) oppure è titolare di un programma per elaboratore originario registrato.
Differenza tra PMI innovative e startup innovative
Benché censite nella stessa sezione del Registro delle Imprese e accomunate dal carattere di “innovatività”, PMI e startup innovative differiscono in alcuni aspetti. In sostanza, le startup innovative prevedono requisiti di innovatività più stringenti, ma presentano anche maggiori delimitazioni di natura dimensionale, temporale e commerciale.
In particolare alle startup è richiesto almeno il 15% della spesa in Ricerca & Sviluppo (per le PMI il 3%) e una forza lavoro costituita da almeno 1/3 di dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori, o almeno 2/3 tra soci e collaboratori in possesso di laurea magistrale.
Alle PMI innovative, inoltre, non è richiesto che siano costituite da meno di 5 anni, che abbiano un fatturato annuo sotto i 5 milioni di euro, che non distribuiscano utili, che si occupino di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico, o che non siano costituite a seguito di fusione, scissione o cessione. Tutte restrizioni applicate alle startup innovative. Di contro, alle PMI innovative è richiesta certificazione dell'ultimo bilancio.
Agevolazioni per le PMI innovative
Molto simili, se non addirittura identiche, a quelle delle cugine startup sono le agevolazioni di natura burocratica e fiscale previste per le PMI innovative. Di seguito, elenchiamo le principali:
- possono essere costituite come s.r.l. con una procedura online semplificata;
- hanno una disciplina societaria più flessibile, che avvicina le s.r.l. alle s.p.a.;
- non si applica a loro la disciplina delle società di comodo e in perdita sistematica;
- beneficiano di una moratoria annuale per la copertura di eventuali perdite;
- possono remunerare lavoratori e consulenti con stock option e work for equity;
- beneficiano di uno sconto sui servizi erogati dall’Agenzia ICE;
- sono esonerate dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti camerali;
- possono utilizzare lo strumento dell’equity crowdfunding;
- sono previsti degli incentivi fiscali per l’investimento nel loro capitale di rischio;
- possono accedere al Fondo di Garanzia per le PMI del MISE con una procedura semplificata.
Francesco Olivanti (Ricercatore Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI e Agenda Digitale)
Le PMI (Piccole e Medie Imprese) rappresentano la spina dorsale del nostro sistema economico. Da sole, sono responsabili del 41% dell’intero fatturato generato in Italia e del 33% degli occupati nel settore privato. La definizione di PMI include nel novero di piccole e medie imprese tutte quelle realtà imprenditoriali dai 10 ai 249 addetti che generano un fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro o un totale di bilancio annuo minore o uguale di 43 milioni di euro.
Dalle PMI alle PMI innovative
All’interno di questo quadro, meritano un discorso a parte le cosiddette PMI innovative, che dal 2015 hanno ottenuto un riconoscimento normativo all’interno dell’ordinamento italiano. Con il cosiddetto “Investment Compact” (Legge 24 marzo 2015, n.33) del Governo Renzi, infatti, sono stati estesi anche a questa categoria di imprese i benefici riconosciuti già dal 2012 alle startup innovative. Entrambe le categorie sono ora censite dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) in un’apposita sezione del Registro delle Imprese.
Quali sono dunque i requisiti necessari per creare e iscrivere una PMI innovativa? E quali sono i benefici fiscali previsti per questo particolare tipo di impresa?
Definizione e requisiti delle PMI Innovative
Le PMI innovative sono piccole e medie imprese che si segnalano come innovative in termini di competenze interne, processi, o prodotti, a prescindere dal livello di maturazione raggiunto e dal settore in cui operano.
Si definiscono come PMI innovative le piccole e medie imprese con sede in Italia, che non hanno azioni quotate in un mercato regolamentato, e che soddisfano almeno due dei seguenti requisiti:
il volume di spesa in ricerca, sviluppo e innovazione è uguale o superiore al 3% della maggiore entità fra costo e valore totale della produzione;
la forza lavoro complessiva è costituita per almeno 1/5 da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori, oppure per almeno 1/3 da soci o collaboratori a qualsiasi titolo in possesso di laurea magistrale;
l’impresa è titolare, depositaria o licenziataria di un brevetto registrato (privativa industriale) oppure è titolare di un programma per elaboratore originario registrato.
Differenza tra PMI innovative e startup innovative
Benché censite nella stessa sezione del Registro delle Imprese e accomunate dal carattere di “innovatività”, PMI e startup innovative differiscono in alcuni aspetti. In sostanza, le startup innovative prevedono requisiti di innovatività più stringenti, ma presentano anche maggiori delimitazioni di natura dimensionale, temporale e commerciale.
In particolare alle startup è richiesto almeno il 15% della spesa in Ricerca & Sviluppo (per le PMI il 3%) e una forza lavoro costituita da almeno 1/3 di dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori, o almeno 2/3 tra soci e collaboratori in possesso di laurea magistrale.
Alle PMI innovative, inoltre, non è richiesto che siano costituite da meno di 5 anni, che abbiano un fatturato annuo sotto i 5 milioni di euro, che non distribuiscano utili, che si occupino di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico, o che non siano costituite a seguito di fusione, scissione o cessione. Tutte restrizioni applicate alle startup innovative. Di contro, alle PMI innovative è richiesta certificazione dell'ultimo bilancio.
Agevolazioni per le PMI innovative
Molto simili, se non addirittura identiche, a quelle delle cugine startup sono le agevolazioni di natura burocratica e fiscale previste per le PMI innovative. Di seguito, elenchiamo le principali:
- possono essere costituite come s.r.l. con una procedura online semplificata;
- hanno una disciplina societaria più flessibile, che avvicina le s.r.l. alle s.p.a.;
- non si applica a loro la disciplina delle società di comodo e in perdita sistematica;
- beneficiano di una moratoria annuale per la copertura di eventuali perdite;
- possono remunerare lavoratori e consulenti con stock option e work for equity;
- beneficiano di uno sconto sui servizi erogati dall’Agenzia ICE;
- sono esonerate dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti camerali;
- possono utilizzare lo strumento dell’equity crowdfunding;
- sono previsti degli incentivi fiscali per l’investimento nel loro capitale di rischio;
- possono accedere al Fondo di Garanzia per le PMI del MISE con una procedura semplificata.
Francesco Olivanti (Ricercatore Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI e Agenda Digitale)