E’ un settore in perenne trasformazione e per questo destinato a durare per sempre. Parliamo dell’industria dell’energia, quel campo dell’economia che si preoccupa di alimentare le attività, gli spostamenti, le case e quindi gli strumenti che ci consentono di vivere e lavorare.
Ma il campo energetico non si riduce a come portare l’elettricità nelle abitazioni. Le utilities, cioè le aziende che trasformano e distribuiscono l’energia, hanno mutato missione negli anni per stare al passo con l’evoluzione della tecnologia e delle nuove rivoluzioni industriali.
Così, i colossi come Eni, Enel, Edison, A2A, Iren, Acea, Terna, Italgas e Gruppo Hera, oggi lavorano per garantire un approvvigionamento e favorire un consumo intelligente ed eco-sostenibile di gas, luce, acqua, puntando soprattutto su tecniche per ottimizzare fonti non rinnovabili sfruttate da sempre – appunto, il gas – e sulla sperimentazione di sistemi da fonti rinnovabili (eolico, solare, idrico, geotermico, biomassa).
Ai gruppi storici, si aggiungono ora anche realtà dedicate all’innovazione nel settore, come Repower, Sorgenia, E.On.
- Elettrico, un settore in cui le aziende storiche del gas e del petrolio stanno investendo molto, sia aprendo divisioni di ricerca e sviluppo dedicate, sia lavorando a fianco di start-up e centri di ricerca accademici (es. per elaborare nuovi tipi di batterie, adatti al mondo automotive così come per le case);
- Energy storage, cioè le tecniche per accumulare e non disperdere l’energia raccolta (es. la start-up innovativa con sede a Trento, Green Energy Storage ha ideato un sistema per stoccare l’energia da fonte rinnovabile, ma esistono anche aziende che sfruttano l’energia del mare e delle onde, o il calore della terra, o sperimentano per ottimizzare la produzione di energia da biomassa, come il concime nelle aree agricole);
- Ricerca e sviluppo all’interno delle Università e dei centri di innovazione accademica, come il prestigioso centro Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo eco-sostenibile (solo nel 2019 ha assunto più di 300 profili tra scienziati, ricercatori, ingegneri e tecnici);
Ma esistono anche percorsi che incrociano il mondo dell’energy industry e ingrossano le fila assumendo profili sia con preparazione classica (Giurisprudenza, Economia), sia tecnico-scientifica (programmazione, data science, lauree in statistica, formazione STEM).
Ad esempio:
- Domotica per il risparmio energetico (es. i sistemi che rendono la casa intelligente, e che permettono di spegnere il riscaldamento quando non ci siamo, o le luci se le dimentichiamo accese);
- L’attività di consulenza delle associazioni dei consumatori, tra cui Adiconsum, Federconsumatori o Altroconsumo (es. in particolare, la consulenza legale a favore degli utenti delle utilities energetiche, che devono potersi orientare tra contratti, offerte, diritti);
In questo settore costantemente evoluto, oltre ai profili tecnici classici – ingegneri idraulici, degli impianti eolici e solari, consulenti legali e manager con background in business administration – ci sono alcune figure chiave che le aziende e le utilities cercano più di altre ovvero:
- Ingegneri ambientali e in generale esperti di energie rinnovabili (es. il Politecnico di Torino ha un corso in ingegneria dell’ambiente e del territorio ma esiste anche un master europeo dedicato);
- Manager dell’energia, cioè i profili preparati per eseguire audit di impianti e strutture, capire come gestire al meglio le fonti energetiche e rilasciare certificati di idoneità (vedi il master dell'UniBo);
- Esperti di economia circolare, figure che devono conoscere anche i processi di riutilizzo degli scarti e saper calcolare l’impronta ecologica di un’attività, evento, prodotto (vedi il master della LUISS);
- Data Analyst, molto ricercati in questo campo perché necessari ad analizzare le informazioni dei sistemi di raccolta e distribuzione dell’energia (oltre alla laurea in statistica, il consiglio è di seguire un percorso specifico per la business intelligence).
Lavorare nel settore energetico: tutte le cose da sapere. Le utility del settore energetico organizzano hackathon e call per start-up nonché corsi di formazione per formare innovatori del settore energetico. Per citare solo le più famose, segnaliamo l’Open Innovation call di Eni in collaborazione con Talent Garden e gli Innovation Hub che Enel ha aperto in diverse parti del mondo.
Ti piacerebbe lavorare nel settore energetico? Entra in tutored e scopri tutte le opportunità di carriera in base al tuo percorso di studi.
E’ un settore in perenne trasformazione e per questo destinato a durare per sempre. Parliamo dell’industria dell’energia, quel campo dell’economia che si preoccupa di alimentare le attività, gli spostamenti, le case e quindi gli strumenti che ci consentono di vivere e lavorare.
Ma il campo energetico non si riduce a come portare l’elettricità nelle abitazioni. Le utilities, cioè le aziende che trasformano e distribuiscono l’energia, hanno mutato missione negli anni per stare al passo con l’evoluzione della tecnologia e delle nuove rivoluzioni industriali.
Così, i colossi come Eni, Enel, Edison, A2A, Iren, Acea, Terna, Italgas e Gruppo Hera, oggi lavorano per garantire un approvvigionamento e favorire un consumo intelligente ed eco-sostenibile di gas, luce, acqua, puntando soprattutto su tecniche per ottimizzare fonti non rinnovabili sfruttate da sempre – appunto, il gas – e sulla sperimentazione di sistemi da fonti rinnovabili (eolico, solare, idrico, geotermico, biomassa).
Ai gruppi storici, si aggiungono ora anche realtà dedicate all’innovazione nel settore, come Repower, Sorgenia, E.On.
- Elettrico, un settore in cui le aziende storiche del gas e del petrolio stanno investendo molto, sia aprendo divisioni di ricerca e sviluppo dedicate, sia lavorando a fianco di start-up e centri di ricerca accademici (es. per elaborare nuovi tipi di batterie, adatti al mondo automotive così come per le case);
- Energy storage, cioè le tecniche per accumulare e non disperdere l’energia raccolta (es. la start-up innovativa con sede a Trento, Green Energy Storage ha ideato un sistema per stoccare l’energia da fonte rinnovabile, ma esistono anche aziende che sfruttano l’energia del mare e delle onde, o il calore della terra, o sperimentano per ottimizzare la produzione di energia da biomassa, come il concime nelle aree agricole);
- Ricerca e sviluppo all’interno delle Università e dei centri di innovazione accademica, come il prestigioso centro Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo eco-sostenibile (solo nel 2019 ha assunto più di 300 profili tra scienziati, ricercatori, ingegneri e tecnici);
Ma esistono anche percorsi che incrociano il mondo dell’energy industry e ingrossano le fila assumendo profili sia con preparazione classica (Giurisprudenza, Economia), sia tecnico-scientifica (programmazione, data science, lauree in statistica, formazione STEM).
Ad esempio:
- Domotica per il risparmio energetico (es. i sistemi che rendono la casa intelligente, e che permettono di spegnere il riscaldamento quando non ci siamo, o le luci se le dimentichiamo accese);
- L’attività di consulenza delle associazioni dei consumatori, tra cui Adiconsum, Federconsumatori o Altroconsumo (es. in particolare, la consulenza legale a favore degli utenti delle utilities energetiche, che devono potersi orientare tra contratti, offerte, diritti);
In questo settore costantemente evoluto, oltre ai profili tecnici classici – ingegneri idraulici, degli impianti eolici e solari, consulenti legali e manager con background in business administration – ci sono alcune figure chiave che le aziende e le utilities cercano più di altre ovvero:
- Ingegneri ambientali e in generale esperti di energie rinnovabili (es. il Politecnico di Torino ha un corso in ingegneria dell’ambiente e del territorio ma esiste anche un master europeo dedicato);
- Manager dell’energia, cioè i profili preparati per eseguire audit di impianti e strutture, capire come gestire al meglio le fonti energetiche e rilasciare certificati di idoneità (vedi il master dell'UniBo);
- Esperti di economia circolare, figure che devono conoscere anche i processi di riutilizzo degli scarti e saper calcolare l’impronta ecologica di un’attività, evento, prodotto (vedi il master della LUISS);
- Data Analyst, molto ricercati in questo campo perché necessari ad analizzare le informazioni dei sistemi di raccolta e distribuzione dell’energia (oltre alla laurea in statistica, il consiglio è di seguire un percorso specifico per la business intelligence).
Lavorare nel settore energetico: tutte le cose da sapere. Le utility del settore energetico organizzano hackathon e call per start-up nonché corsi di formazione per formare innovatori del settore energetico. Per citare solo le più famose, segnaliamo l’Open Innovation call di Eni in collaborazione con Talent Garden e gli Innovation Hub che Enel ha aperto in diverse parti del mondo.
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