Joinrs è il punto di incontro tra studenti, profili junior e aziende: grazie al nostro modello di AI, aiutiamo i job seeker ad identificare e scoprire i migliori annunci in linea con le loro ambizioni. Contemporaneamente, oltre 150 aziende clienti portano avanti sulla nostra piattaforma strategie di employer branding e talent acquisition con l'obiettivo di attrarre i candidati più compatibili con i valori dell’azienda. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.
Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri più obiettivi professionali. Oggi è Paolo Colombo a condividerci il suo percorso e consigli!
La mia parentesi professionale a Londra mi ha sicuramente permesso di sviluppare maggiormente alcune competenze legate al customer service (ad esempio empatia, ascolto, pazienza), che ad oggi nel mio percorso reputo più che fondamentali.
Essermi approcciato al mondo del lavoro “vero” con un’esperienza all’estero, in un contesto dinamico come quello dell’hotellerie, penso mi abbia anche aiutato nel passaggio successivo, quando quindi sono entrato nel fashion retail, dove indubbiamente bisogna essere pronti a gestire il cambiamento su base quotidiana (o quasi).
L’attività di selezione del personale è sempre stata una costante nel mio percorso di crescita in HR, sin da prima di Guess, quando lavoravo in stage presso Adecco.
La gestione delle iniziative di employer branding mi è stata invece data come responsabilità in seguito, quando le competenze legate al recruiting erano più consolidate rispetto all’inizio, e in questo modo ho potuto rapportarmi ai nuovi compiti con più serenità, imparando gradualmente le nozioni relative a un mondo per me nuovo, anche se non totalmente.
Per riuscire infatti a proporre e implementare attività che possano rappresentare al meglio l’azienda ai candidati bisogna conoscere entrambe queste dimensioni e in questo il ruolo di recruiter mi ha agevolato parecchio.
Di base ad oggi riesco a ricoprire questa duplice posizione (spero con successo) perché lavoro a due facce della stessa medaglia, da una parte mi assicuro di trovare la giusta persona per l’azienda, mentre dall’altra mi impegno affinché i migliori talenti siano attratti dalla nostra realtà.
Parto dal presupposto che lavorare a una strategia di employer branding significa concentrarsi sia sulla parte di attraction di nuovi talenti, sviluppando idee che possano mostrare all’esterno l’azienda (come datore di lavoro, non come prodotto) nel migliore dei modi, che di retention delle persone che già sono in azienda, proponendo iniziative che le facciano sentire apprezzate, riconosciute e ascoltate.
Detto ciò, sicuramente un traguardo raggiunto di cui vado molto orgoglioso è stato il poter creare un gruppo di lavoro che promuove mensilmente iniziative a carattere “sociale” (ad esempio workshop con psicologi, incontri con fisioterapisti, webinar sulla tematica D&I, ecc…) per incoraggiare una vita comunitaria (per lo meno dal punto di vista professionale) più sana e positiva.
In secondo luogo, un altro progetto che ci ha permesso di lavorare al nostro employer branding in entrambe le direzioni (quindi sia verso i candidati che verso i dipendenti), è stato individuare dei colleghi, poi chiamati Brand Ambassadors, che hanno raccontato Guess come azienda e non come brand, registrando delle bellissime interviste che si possono trovare sulla nostra pagina ufficiale di LinkedIn.
Fortunatamente in questi anni ho avuto modo di approcciare diverse aree del mondo HR, anche a seconda delle esigenze che di volta in volta si sono presentate all’interno del mio ufficio.
Oltre alla selezione e all’employer branding, che rimangono comunque ciò su cui ho maturato più esperienza ad oggi, ho supportato alcune attività a carattere amministrativo, piuttosto che l’area di sviluppo e di business partnering, grazie a diversi progetti trasversali.
Questo mi ha permesso di capire che il mondo delle risorse umane mi entusiasma e affascina a 360° e credo quindi che in futuro mi lascerò guidare dalle opportunità che passo dopo passo si presenteranno e che mi incuriosiranno.
Non voglio escludere una crescita verticale in ambito recruiting, così come riconosco che mi piacerebbe poter diventare magari una figura più “generalista”, che ha possibilità di mettere le mani in pasta su tanti progetti diversi, ciascuno con il proprio impatto (piccolo o grande che sia) sull’azienda.
Penso non ci sia un segreto da condividere per trovare, sin dall’inizio del proprio percorso professionale, la “strada giusta”, il lavoro dei sogni, che ti fa alzare la mattina con il sorriso sulla bocca.
Anche da HR, devo ammettere che si tratta di semplice fortuna: c’è chi si laurea ed è già convinto al 100% di ciò che vorrà fare, c’è chi invece si cimenta in qualcosa e scopre poi di essere portato per tutt’altro.
Il mio consiglio è quindi quello di provare, lasciandosi un po’ guidare dal cuore e dal sesto senso.
Parlate con familiari e conoscenti, fatevi raccontare cosa fanno nel concreto, sfruttate i social per “curiosare” in giro e scoprire meglio il mondo del lavoro.
A un certo punto vi sentirete attratti da una posizione, da un ambito, e lì dovrete indirizzare i vostri sforzi quando cercate il primo lavoro.
Poi, ripeto, magari alla conclusione dell’esperienza, vi rendete conto che avete fatto una scelta sbagliata, ma comunque non sarà minimamente tempo sprecato. Anzi, ne uscirete con più competenze e più consapevolezza di quello che effettivamente fa per voi.
Siate curiosi e positivi, il resto verrà da sé!
Joinrs è il punto di incontro tra studenti, profili junior e aziende: grazie al nostro modello di AI, aiutiamo i job seeker ad identificare e scoprire i migliori annunci in linea con le loro ambizioni. Contemporaneamente, oltre 150 aziende clienti portano avanti sulla nostra piattaforma strategie di employer branding e talent acquisition con l'obiettivo di attrarre i candidati più compatibili con i valori dell’azienda. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.
Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri più obiettivi professionali. Oggi è Paolo Colombo a condividerci il suo percorso e consigli!
La mia parentesi professionale a Londra mi ha sicuramente permesso di sviluppare maggiormente alcune competenze legate al customer service (ad esempio empatia, ascolto, pazienza), che ad oggi nel mio percorso reputo più che fondamentali.
Essermi approcciato al mondo del lavoro “vero” con un’esperienza all’estero, in un contesto dinamico come quello dell’hotellerie, penso mi abbia anche aiutato nel passaggio successivo, quando quindi sono entrato nel fashion retail, dove indubbiamente bisogna essere pronti a gestire il cambiamento su base quotidiana (o quasi).
L’attività di selezione del personale è sempre stata una costante nel mio percorso di crescita in HR, sin da prima di Guess, quando lavoravo in stage presso Adecco.
La gestione delle iniziative di employer branding mi è stata invece data come responsabilità in seguito, quando le competenze legate al recruiting erano più consolidate rispetto all’inizio, e in questo modo ho potuto rapportarmi ai nuovi compiti con più serenità, imparando gradualmente le nozioni relative a un mondo per me nuovo, anche se non totalmente.
Per riuscire infatti a proporre e implementare attività che possano rappresentare al meglio l’azienda ai candidati bisogna conoscere entrambe queste dimensioni e in questo il ruolo di recruiter mi ha agevolato parecchio.
Di base ad oggi riesco a ricoprire questa duplice posizione (spero con successo) perché lavoro a due facce della stessa medaglia, da una parte mi assicuro di trovare la giusta persona per l’azienda, mentre dall’altra mi impegno affinché i migliori talenti siano attratti dalla nostra realtà.
Parto dal presupposto che lavorare a una strategia di employer branding significa concentrarsi sia sulla parte di attraction di nuovi talenti, sviluppando idee che possano mostrare all’esterno l’azienda (come datore di lavoro, non come prodotto) nel migliore dei modi, che di retention delle persone che già sono in azienda, proponendo iniziative che le facciano sentire apprezzate, riconosciute e ascoltate.
Detto ciò, sicuramente un traguardo raggiunto di cui vado molto orgoglioso è stato il poter creare un gruppo di lavoro che promuove mensilmente iniziative a carattere “sociale” (ad esempio workshop con psicologi, incontri con fisioterapisti, webinar sulla tematica D&I, ecc…) per incoraggiare una vita comunitaria (per lo meno dal punto di vista professionale) più sana e positiva.
In secondo luogo, un altro progetto che ci ha permesso di lavorare al nostro employer branding in entrambe le direzioni (quindi sia verso i candidati che verso i dipendenti), è stato individuare dei colleghi, poi chiamati Brand Ambassadors, che hanno raccontato Guess come azienda e non come brand, registrando delle bellissime interviste che si possono trovare sulla nostra pagina ufficiale di LinkedIn.
Fortunatamente in questi anni ho avuto modo di approcciare diverse aree del mondo HR, anche a seconda delle esigenze che di volta in volta si sono presentate all’interno del mio ufficio.
Oltre alla selezione e all’employer branding, che rimangono comunque ciò su cui ho maturato più esperienza ad oggi, ho supportato alcune attività a carattere amministrativo, piuttosto che l’area di sviluppo e di business partnering, grazie a diversi progetti trasversali.
Questo mi ha permesso di capire che il mondo delle risorse umane mi entusiasma e affascina a 360° e credo quindi che in futuro mi lascerò guidare dalle opportunità che passo dopo passo si presenteranno e che mi incuriosiranno.
Non voglio escludere una crescita verticale in ambito recruiting, così come riconosco che mi piacerebbe poter diventare magari una figura più “generalista”, che ha possibilità di mettere le mani in pasta su tanti progetti diversi, ciascuno con il proprio impatto (piccolo o grande che sia) sull’azienda.
Penso non ci sia un segreto da condividere per trovare, sin dall’inizio del proprio percorso professionale, la “strada giusta”, il lavoro dei sogni, che ti fa alzare la mattina con il sorriso sulla bocca.
Anche da HR, devo ammettere che si tratta di semplice fortuna: c’è chi si laurea ed è già convinto al 100% di ciò che vorrà fare, c’è chi invece si cimenta in qualcosa e scopre poi di essere portato per tutt’altro.
Il mio consiglio è quindi quello di provare, lasciandosi un po’ guidare dal cuore e dal sesto senso.
Parlate con familiari e conoscenti, fatevi raccontare cosa fanno nel concreto, sfruttate i social per “curiosare” in giro e scoprire meglio il mondo del lavoro.
A un certo punto vi sentirete attratti da una posizione, da un ambito, e lì dovrete indirizzare i vostri sforzi quando cercate il primo lavoro.
Poi, ripeto, magari alla conclusione dell’esperienza, vi rendete conto che avete fatto una scelta sbagliata, ma comunque non sarà minimamente tempo sprecato. Anzi, ne uscirete con più competenze e più consapevolezza di quello che effettivamente fa per voi.
Siate curiosi e positivi, il resto verrà da sé!