Published at 12 Jan 2021
Published at 12 Jan 2021
Tutored incontra Irene, Recruiter in Bending Spoons

Tutored incontra Irene, Recruiter in Bending Spoons


Dalle esperienze all'estero a Bending Spoons: il percorso di Irene nel mondo dell'HR


Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.


In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?


Nel 2014 mi sono iscritta all’Università Cattolica di Milano per conseguire la laurea triennale in Economia e Gestione dei Beni Culturali e dello Spettacolo, che mi ha permesso di approfondire non solo il mondo delle realtà for profit, ma anche delle organizzazioni non profit. Il corso di laurea è stato molto interessante perché ha unito diversi miei interessi: dalla gestione aziendale, al mondo dell’arte e della cultura.

Dopo essermi laureata con lode, mi sono iscritta alla laurea magistrale in Management per l’Impresa, sempre all’Università Cattolica. Ho partecipato al programma Erasmus, studiando alla Regent’s University di Londra per un semestre, approfondendo in particolare programmi di marketing, strategia e imprenditorialità. 

Prima di conseguire la laurea, il mio percorso di studi mi permetteva di scegliere tra uno stage o il sostenimento di due esami. Ho scelto il primo perché dopo la mia esperienza a Londra avevo molta voglia di iniziare a mettermi in gioco, entrando a far parte di un contesto lavorativo il prima possibile. Ho perciò svolto uno stage curriculare di sei mesi nel team HR Talent Acquisition di UniCredit. 

Mi sono poi laureata con il massimo dei voti, entrando, due settimane dopo la laurea, in Bending Spoons.


Quanto è importante, secondo te, svolgere un'esperienza di studio o di lavoro all'estero? 

Essenziale, lo consiglio a tutti. Io ho svolto due esperienze di studio all’estero: la prima per un Summer Program a Utrecht (Olanda) durante la laurea triennale e la seconda durante la magistrale per il mio semestre a Londra.

Sono state due esperienze meravigliose, che mi hanno fatta crescere molto, mettendomi anche alla prova per quanto riguarda il diverso modo di studiare. Qui in Italia le Università ci formano benissimo dal punto di vista teorico, ma poco da quello pratico. L’esperienza all’estero mi ha permesso di applicare nel concreto ciò che avevo molto studiato durante gli anni precedenti, aumentando la mia voglia di entrare presto in un contesto lavorativo.


Come giudichi questo tipo di esperienze in un candidato?


Le considero un forte valore aggiunto. Vivere all’estero significa aprire la propria mente, imparare a gestire un diverso stile di vita, entrare in contatto con persone di culture differenti, affinare il senso di responsabilità, l’autonomia, la gestione e risoluzione delle problematiche che si possono presentare.

Significa diventare più flessibili. Oltre a tutto questo, ovviamente, c’è l’approfondimento della lingua inglese, ormai fondamentale in qualsiasi lavoro, azienda o settore una persona decida di lavorare. 


Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera?


Sono sempre stata una persona molto curiosa e con molteplici interessi. Probabilmente, un’attività extra-universitaria molto importante è stata lavorare come assistente al pubblico in un museo del centro di Milano (Gallerie d’Italia) mentre ancora studiavo. Questo mi ha permesso di migliorare le mie capacità organizzative e capire come gestire i tempi tra studio e lavoro e rapportarmi con persone diverse (visitatori del museo, capi e colleghi). 

Un altro esempio che merita di essere menzionato è partecipare ad un’associazione, importante per supportarsi a vicenda, dare forma alle ambizioni personali e fare networking. Sono entrata in WiBF (Women in Business and Finance) circa un anno fa come associata sia per l’area HR sia per quella Alumnae. L’associazione accomuna i giovani interessati di economia e finanza promuovendo il networking, contribuendo al successo e valorizzando l’eccellenza femminile.


Oggi lavori in Bending Spoons: come ci sei arrivata e come si sono svolte le selezioni?


Sono sempre stata interessata di tecnologia e innovazione e, mentre scrivevo la mia tesi magistrale riguardo l’imprenditorialità giovanile italiana, ho scoperto Bending Spoons, importante azienda tecnologica nel panorama nazionale e internazionale.

Ho curiosato sul sito e ho notato una posizione aperta di mio interesse. Una volta superata la classica application online, in cui ho allegato CV e cover letter, sono stata invitata a svolgere una serie di test online e, infine, ho partecipato a tre colloqui di selezione.


Di cosa ti occupi in qualità di Recruiter in Bending Spoons?


Faccio parte del team Recruiting ormai da un anno e mi occupo di gestire tutto il processo di selezione dei candidati, dalla fase di analisi dei bisogni aziendali, alla pubblicazione delle offerte, allo screening, alla somministrazione e valutazione dei test, fino alla fase dei colloqui. 

Le persone sono l’asset più importante per ogni organizzazione e in Bending Spoons ci impegniamo affinché tutti i candidati vivano, a prescindere dall’esito del processo di selezione, un’esperienza positiva e stimolante.

La mia responsabilità come recruiter è di comunicare con i candidati in modo aperto e trasparente, svolgendo il mio ruolo con responsabilità ed empatia.


Nella nostra community composta da 500.000 utenti, ci sono numerosi studenti e giovani laureati che vorrebbero lavorare in ambito Risorse Umane. Quale consiglio daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?


Per tutti coloro che volessero intraprendere una carriera in ambito Risorse Umane, suggerisco di affinare le capacità analitiche, l’orientamento al raggiungimento degli obiettivi, l’accuratezza e l’empatia.

Bisogna avere un forte pragmatismo e cercare di raggiungere gli obiettivi nella maniera più efficiente ed efficace possibile. L’attenzione ai dettagli è essenziale per riuscire ad individuare il candidato più in linea con la figura ricercata in azienda e l’empatia aiuta nella relazione con le persone.

A prescindere dallo specifico ambito, suggerisco a tutti di non accontentarsi mai e di essere positivi e ambiziosi. É essenziale trovare un lavoro stimolante e che appassioni. In questo modo, non solo si andrà a lavoro più felici ogni giorno, ma si riuscirà anche a svolgerlo meglio. 

Il processo di selezione è sempre una scelta bilaterale: l’azienda sceglierà voi e, allo stesso tempo, voi dovrete scegliere l’azienda più in linea con i vostri valori e aspirazioni, personali e professionali.


Sei un recruiter? Scopri come digitalizzare le strategie di employer branding e recruiting della tua azienda grazie a tutored. Attrai e assumi giovani talenti: scopri Tutored Business.

Dalle esperienze all'estero a Bending Spoons: il percorso di Irene nel mondo dell'HR


Tutored è il punto di incontro tra studenti, giovani laureati e aziende. All’interno della nostra piattaforma, i membri hanno la possibilità di scoprire gli sbocchi lavorativi in base al loro percorso di studi, conoscere grandi aziende e candidarsi alle numerose opportunità di stage, lavoro e graduate program. La nostra community è formata da giovani uniti dall'ambizione. Su Tutored, raccontiamo le loro storie ed esperienze, con l'obiettivo di ispirare i più giovani e dare un'idea concreta del mondo del lavoro.


In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?


Nel 2014 mi sono iscritta all’Università Cattolica di Milano per conseguire la laurea triennale in Economia e Gestione dei Beni Culturali e dello Spettacolo, che mi ha permesso di approfondire non solo il mondo delle realtà for profit, ma anche delle organizzazioni non profit. Il corso di laurea è stato molto interessante perché ha unito diversi miei interessi: dalla gestione aziendale, al mondo dell’arte e della cultura.

Dopo essermi laureata con lode, mi sono iscritta alla laurea magistrale in Management per l’Impresa, sempre all’Università Cattolica. Ho partecipato al programma Erasmus, studiando alla Regent’s University di Londra per un semestre, approfondendo in particolare programmi di marketing, strategia e imprenditorialità. 

Prima di conseguire la laurea, il mio percorso di studi mi permetteva di scegliere tra uno stage o il sostenimento di due esami. Ho scelto il primo perché dopo la mia esperienza a Londra avevo molta voglia di iniziare a mettermi in gioco, entrando a far parte di un contesto lavorativo il prima possibile. Ho perciò svolto uno stage curriculare di sei mesi nel team HR Talent Acquisition di UniCredit. 

Mi sono poi laureata con il massimo dei voti, entrando, due settimane dopo la laurea, in Bending Spoons.


Quanto è importante, secondo te, svolgere un'esperienza di studio o di lavoro all'estero? 

Essenziale, lo consiglio a tutti. Io ho svolto due esperienze di studio all’estero: la prima per un Summer Program a Utrecht (Olanda) durante la laurea triennale e la seconda durante la magistrale per il mio semestre a Londra.

Sono state due esperienze meravigliose, che mi hanno fatta crescere molto, mettendomi anche alla prova per quanto riguarda il diverso modo di studiare. Qui in Italia le Università ci formano benissimo dal punto di vista teorico, ma poco da quello pratico. L’esperienza all’estero mi ha permesso di applicare nel concreto ciò che avevo molto studiato durante gli anni precedenti, aumentando la mia voglia di entrare presto in un contesto lavorativo.


Come giudichi questo tipo di esperienze in un candidato?


Le considero un forte valore aggiunto. Vivere all’estero significa aprire la propria mente, imparare a gestire un diverso stile di vita, entrare in contatto con persone di culture differenti, affinare il senso di responsabilità, l’autonomia, la gestione e risoluzione delle problematiche che si possono presentare.

Significa diventare più flessibili. Oltre a tutto questo, ovviamente, c’è l’approfondimento della lingua inglese, ormai fondamentale in qualsiasi lavoro, azienda o settore una persona decida di lavorare. 


Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera?


Sono sempre stata una persona molto curiosa e con molteplici interessi. Probabilmente, un’attività extra-universitaria molto importante è stata lavorare come assistente al pubblico in un museo del centro di Milano (Gallerie d’Italia) mentre ancora studiavo. Questo mi ha permesso di migliorare le mie capacità organizzative e capire come gestire i tempi tra studio e lavoro e rapportarmi con persone diverse (visitatori del museo, capi e colleghi). 

Un altro esempio che merita di essere menzionato è partecipare ad un’associazione, importante per supportarsi a vicenda, dare forma alle ambizioni personali e fare networking. Sono entrata in WiBF (Women in Business and Finance) circa un anno fa come associata sia per l’area HR sia per quella Alumnae. L’associazione accomuna i giovani interessati di economia e finanza promuovendo il networking, contribuendo al successo e valorizzando l’eccellenza femminile.


Oggi lavori in Bending Spoons: come ci sei arrivata e come si sono svolte le selezioni?


Sono sempre stata interessata di tecnologia e innovazione e, mentre scrivevo la mia tesi magistrale riguardo l’imprenditorialità giovanile italiana, ho scoperto Bending Spoons, importante azienda tecnologica nel panorama nazionale e internazionale.

Ho curiosato sul sito e ho notato una posizione aperta di mio interesse. Una volta superata la classica application online, in cui ho allegato CV e cover letter, sono stata invitata a svolgere una serie di test online e, infine, ho partecipato a tre colloqui di selezione.


Di cosa ti occupi in qualità di Recruiter in Bending Spoons?


Faccio parte del team Recruiting ormai da un anno e mi occupo di gestire tutto il processo di selezione dei candidati, dalla fase di analisi dei bisogni aziendali, alla pubblicazione delle offerte, allo screening, alla somministrazione e valutazione dei test, fino alla fase dei colloqui. 

Le persone sono l’asset più importante per ogni organizzazione e in Bending Spoons ci impegniamo affinché tutti i candidati vivano, a prescindere dall’esito del processo di selezione, un’esperienza positiva e stimolante.

La mia responsabilità come recruiter è di comunicare con i candidati in modo aperto e trasparente, svolgendo il mio ruolo con responsabilità ed empatia.


Nella nostra community composta da 500.000 utenti, ci sono numerosi studenti e giovani laureati che vorrebbero lavorare in ambito Risorse Umane. Quale consiglio daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?


Per tutti coloro che volessero intraprendere una carriera in ambito Risorse Umane, suggerisco di affinare le capacità analitiche, l’orientamento al raggiungimento degli obiettivi, l’accuratezza e l’empatia.

Bisogna avere un forte pragmatismo e cercare di raggiungere gli obiettivi nella maniera più efficiente ed efficace possibile. L’attenzione ai dettagli è essenziale per riuscire ad individuare il candidato più in linea con la figura ricercata in azienda e l’empatia aiuta nella relazione con le persone.

A prescindere dallo specifico ambito, suggerisco a tutti di non accontentarsi mai e di essere positivi e ambiziosi. É essenziale trovare un lavoro stimolante e che appassioni. In questo modo, non solo si andrà a lavoro più felici ogni giorno, ma si riuscirà anche a svolgerlo meglio. 

Il processo di selezione è sempre una scelta bilaterale: l’azienda sceglierà voi e, allo stesso tempo, voi dovrete scegliere l’azienda più in linea con i vostri valori e aspirazioni, personali e professionali.


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