Abbiamo pensato di condensare in questo articolo una guida veloce ma completa per chi ha bisogno di conoscere meglio il programma Erasmus. Si tratta del progetto europeo per lo scambio di studenti tra Università dell’Ue, un modo che consente di studiare all’estero senza dover interrompere il proprio percorso formativo ma anzi con il riconoscimento di crediti, esami e persino delle ricerche per tesi di laurea, dottorati e specializzazioni.
Spesso però non si sa da dove iniziare per capire:
- perché fare l’Erasmus
- quali siano i vantaggi e le difficoltà
- a quanto ammontino i costi
- quanto sia la durata
- come scegliere il piano di studi, il paese e l’Università
- i tempi necessari per prepararsi alla partenza;
- le tempistiche di pubblicazione dei bandi e le modalità di adesione
- i criteri e i test da superare per vincere una borsa Erasmus
- i consigli e le convenzioni per trovare alloggio e viaggiare
Qui a Tutored abbiamo un punto di vista privilegiato sul mondo della formazione universitaria e sull’ingresso nel mercato del lavoro grazie al nostro network composto da oltre 50 tra aziende e multinazionali e soprattutto 500 mila giovani iscritti al nostro servizio di matching tra competenze, curriculum e opportunità di impiego. Sulla base dei feedback e delle testimonianze della nostra rete, possiamo quindi dirvi quando convenga aderire al programma Erasmus e quali competenze e vantaggi offra poi per trovare lavoro.
Molti non sanno che il programma Erasmus nasce in Europa nel 1987 per favorire la mobilità studentesca e in particolare lo scambio culturale, sovvenzionando il soggiorno da tre mesi fino a un anno degli studenti universitari in una accademia diversa da quella d’origine, in un paese straniero.
Obiettivo dichiarato era stimolare la conoscenza tra stati parte di una stessa organizzazione ma ancora molto distanti e un po’ chiusi - non dimentichiamo che due anni più tardi sarà abbattuto il Muro di Berlino.
Insomma, il programma Erasmus, acronimo di EuRopean Community Action Scheme for the Mobility of University Students, è servito a unire di più i popoli europei.
Dal 2014 il programma ha assunto il nome di Erasmus Plus e coinvolge anche:
- La mobilità sportiva;
- Lo scambio per chi vuole fare tirocini formativi e lavorativi;
- Lo scambio per chi vuole approfondire il proprio dottorato o specializzazione;
Essenzialmente a:
-Perfezionare o imparare una lingua straniera;
- Diventare mentalmente più aperti al confronto con altre culture;
- Avere più opportunità di inserimento lavorativo nel mercato non più solo nazionale ma europeo;
- Crearsi un network o rete di contatti che saranno utili, non solo a livello umano, ma per allargare il bacino di opportunità future.
Inoltre, stabilirsi in una città e paese non proprio, studiando e interagendo in una lingua diversa, dover sostenere esami ed integrarsi in un meccanismo anche lontano da quello d’origine aiuta a sviluppare la propria capacità di organizzazione non solo dello studio ma della vita quotidiana - pensate a quando occorre aprire un conto in banca nel paese straniero - e la propria resilienza: caratteristiche che le aziende poi valutano positivamente nel curriculum vitae.
L’Erasmus è accessibile tramite concorso che gli studenti sostengono partecipando ai bandi pubblicati dalle rispettive università. Questo vuol dire che non sia possibile studiare ad esempio a Messina e partecipare a un bando dell’Università di Padova.
Agenzia Nazionale Erasmus + Per avere una panoramica del programma e delle tempistiche con cui vengono pubblicati i bandi basta seguire l’Agenzia Nazionale Erasmus+ che ha sede a Firenze.
Dipartimenti mobilità delle Università Ma il modo più semplice è monitorare le notizie della propria Università di riferimento oppure consultare l’elenco completo delle Università disponibile qui e nei siti istituzionali cercare il reparto o l’ufficio dedicato alla mobilità studentesca o ai bandi.
Normalmente i bandi per candidarsi escono nel primo trimestre o quadrimestre accademico (tra settembre e novembre come accade ad esempio per l’Università di Torino).
Il periodo di studio deve durare da un minimo di 3 mesi a un massimo di 12 e per potervi partecipare occorre essere:
- Iscritti a un corso di laurea, o dottorato o specializzazione, anche part-time;
- In regola con il pagamento delle tasse universitarie
Molte Università consentono di partecipare anche più volte all’Erasmus nel corso della vita accademica, eventualità molto rara, purché chi si candida abbia da curriculum ancora un minimo di tre mesi di corsi da ultimare (qui un bando d’esempio).
In genere la selezione per vincere un bando Erasmus prevede questi passaggi:
- Iscrizione del candidato o candidata con invio di documentazione curriculare, cv, documento di riconoscimento e il modello ISEE per la dichiarazione reddituale;
- Già in fase di application viene poi chiesto di scegliere una rosa di destinazioni accademiche, fino a tre;
- L’attestazione di conoscenza della lingua del paese in cui si vorrebbe andare.
A questo punto le Università possono far sostenere un test preliminare di lingua per accertare che lo studente abbia il livello minimo richiesto - in genere il B nella classificazione della conoscenza delle lingue straniere - tenendo conto che comunque il polo accademico ospitante fornirà sempre un corso di lingua aggiuntivo e gratuito.
Una volta sostenuta la prova l’Università stilerà poi una graduatoria dei vincitori per ogni destinazione. Chi ha esami in regola, una media alta e un curriculum affine al percorso che si vuole perfezionare all’estero ha molte chance di arrivare tra i primi posti e quindi scegliere anche le mete migliori nella rosa precostituita.
A bando vinto saranno poi fornite dall’Università e dalla Regione o Stato di partenza:
- Un programma di orientamento alla partenza
- Il supporto per iniziare a strutturare il piano studi all’estero
- Le indicazioni sull’erogazione del contributo per sostenere le spese di soggiorno (non le tasse universitarie che invece basta pagare nella propria Università di origine).
Ogni Università aderisce a un programma di partnership con accademie o università di quasi tutti i paesi europei ma nell’ambito di uno schema approvato dalla Commissione Ue e che stabilisce i criteri grazie a cui un polo Universitario o centro di ricerca può accreditarsi e diventare destinazione Erasmus.
Al momento l’elenco delle realtà aderenti è in fase di riprogrammazione dopo il settenato 2014-2020: se siete curiosi e volete avere una panoramica completa delle accademie europee che fanno parte di Erasmus plus potete scaricare l’elenco completo qui.
Per una ricerca più agevole poi potete cercare i paesi aderenti dal motore di ricerca della commissione europea.
In quest’altro articolo invece abbiamo approfondito quali sono le 15 migliori destinazioni Erasmus.
Studiare all’estero significa dover programmare e concordare anche un piano di studi apposito da sostenere nell’Università di destinazione. Stiamo parlando del Learning Agreement, un vero e proprio accordo sui contenuti degli esami e delle attività da svolgere nel periodo dell’Erasmus.
Il piano studi deve essere stilato prima della partenza e approvato sia dall’Università di destinazione sia da quella di provenienza, cioè firmato non solo dallo studente ma anche dai rispettivi responsabili mobilità delle facoltà o dipartimenti universitari. Qui un esempio di learning agreement da compilare.
Una delle possibilità meno note dell’Erasmus è quella di svolgere tirocini all’estero nell’ambito del programma e quindi di essere pagati tramite borsa di studio-lavoro.
Si tratta del ramo traineeship che ha più o meno la stessa durata del programma classico - cambia solo il tempo minimo, che è anche di due mesi, fino a un massimo di 12 - ma permette di formarsi in:
- Imprese e aziende;
- Università;
- Centri di formazione;
- Centri di ricerca;
- Organizzazioni non governative NGO o non-profit;
- Altre organizzazioni convenzionate;
Anche in questo caso bisogna partecipare tramite bando pubblicato dalla propria Università di riferimento ma l’accordo e il contenuto della formazione lavorativa saranno ovviamente diversi da quelli di un normale piano studi (qui intanto il facsimile del learning agreement per i tirocini).
Ad esempio, è possibile svolgere un tirocinio presso società di consulenza delle istituzioni europee, la banca centrale, gli istituti di cultura italiana all’estero o imprese private che aderiscano al programma sottoscrivendo un accordo con l’Università di partenza, le agenzie ONU ecc…
Requisito fondamentale per poter ottenere il tirocinio è che la formazione lavorativa sia in linea con il proprio percorso di studi.
Se poi invece l’esigenza è trovare un lavoretto di appoggio nel paese straniero mentre si studia leggi anche il nostro articolo su come trovare lavoro all’estero partendo da zero).
Una delle prime preoccupazioni di uno studente o tirocinante Erasmus riguarda l’organizzazione logistica sia del viaggio sia della permanenza all’estero.
La prima regola per trovare facilmente alloggio è:
- Contattare subito l’ufficio mobilità della propria Università e farsi dare i riferimenti dei responsabili mobilità dell’accademia ospitante;
- Come accade in Italia, anche molte università straniere hanno alloggi e case studentesche con stanze singole o in condivisione nei campus da assegnare in modo specifico agli Erasmus;
- In alternativa esistono reti per l’affitto breve o agevolato e agenzie convenzionate con i programmi Erasmus dei singoli paesi, come questa.
Il consiglio di base tuttavia è entrare direttamente nei forum e nelle associazioni Erasmus che radunano gli studenti aderenti al programma e possono offrire un validissimo aiuto iniziale per trovare casa e anche coinquilini.
Ad esempio, uno dei più ampi e validi è quello dell’Erasmus Student Network che ha una pagina dedicata all’accomodation.
Ma anche i servizi dedicati allo student housing nel mondo - come questo - sono molto utili (qui anche il profilo Instagram).
Uno dei temi chiave riguarda poi l’ammontare delle borse di studio o dei contributi pubblici che permettono di pagarsi le spese di permanenza all’estero.
Le borse Erasmus si basano su contributi erogati dal fondo europeo dedicato al programma e sulle integrazioni offerte sia dalle regioni o stati di partenza sia da quelli di arrivo o destinazione. Paesi come la Francia, ad esempio, assegnano anche un contributo di integrazione per gli affitti conosciuto come CAF (Caisse d'Allocation Familiale) che può valere anche oltre 200 euro al mese per città come Parigi, dove gli affitti sono più cari.
Dato che il contributo mensile dipende poi anche dal reddito dello studente presentato con il modello ISEE al momento della candidatura non esiste una cifra fissa uguale per tutti ma è possibile stimare dei range.
L’Università di Padova spiega bene nel dettaglio il range medio e il metodo di calcolo della borsa percepita mensilmente da chi vinca il bando Erasmus (potete leggere anche direttamente qui):
- 300 euro al mese per: Danimarca, Finlandia, Irlanda, islanda, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Regno Unito, Svezia;
- 250 euro al mese per: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, ex-Repubblica iugoslava di Macedonia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Serbia (per Bando Erasmus+ in Europa), Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia, Ungheria;
- Tra le 650 e le 700 euro al mese per le destinazioni extra europee elencate nel bando annuale.
Rimborso biglietto aereo, treno, viaggio
Sono cifre in linea con la media delle borse erogate a uno studente Erasmus che riceve anche a parte un contributo una tantum delle spese di viaggio. Si va in genere da un minimo di circa 100 euro a un massimo di oltre 1000 euro, solo per il viaggio di andata.
La cifra varia in base al paese di destinazione e quindi alla distanza in km a partire dal punto di partenza in Italia. Per questo esiste anche un calcolatore di distanza per ottenere il rimborso viaggio in base ai km disponibile qui.
Se volete potete leggere qualche info in più dal sito istituzionale Ue;
E seguire le testimonianze di chi ha ottenuto la borsa Erasmus.
Abbiamo pensato di condensare in questo articolo una guida veloce ma completa per chi ha bisogno di conoscere meglio il programma Erasmus. Si tratta del progetto europeo per lo scambio di studenti tra Università dell’Ue, un modo che consente di studiare all’estero senza dover interrompere il proprio percorso formativo ma anzi con il riconoscimento di crediti, esami e persino delle ricerche per tesi di laurea, dottorati e specializzazioni.
Spesso però non si sa da dove iniziare per capire:
- perché fare l’Erasmus
- quali siano i vantaggi e le difficoltà
- a quanto ammontino i costi
- quanto sia la durata
- come scegliere il piano di studi, il paese e l’Università
- i tempi necessari per prepararsi alla partenza;
- le tempistiche di pubblicazione dei bandi e le modalità di adesione
- i criteri e i test da superare per vincere una borsa Erasmus
- i consigli e le convenzioni per trovare alloggio e viaggiare
Qui a Tutored abbiamo un punto di vista privilegiato sul mondo della formazione universitaria e sull’ingresso nel mercato del lavoro grazie al nostro network composto da oltre 50 tra aziende e multinazionali e soprattutto 500 mila giovani iscritti al nostro servizio di matching tra competenze, curriculum e opportunità di impiego. Sulla base dei feedback e delle testimonianze della nostra rete, possiamo quindi dirvi quando convenga aderire al programma Erasmus e quali competenze e vantaggi offra poi per trovare lavoro.
Molti non sanno che il programma Erasmus nasce in Europa nel 1987 per favorire la mobilità studentesca e in particolare lo scambio culturale, sovvenzionando il soggiorno da tre mesi fino a un anno degli studenti universitari in una accademia diversa da quella d’origine, in un paese straniero.
Obiettivo dichiarato era stimolare la conoscenza tra stati parte di una stessa organizzazione ma ancora molto distanti e un po’ chiusi - non dimentichiamo che due anni più tardi sarà abbattuto il Muro di Berlino.
Insomma, il programma Erasmus, acronimo di EuRopean Community Action Scheme for the Mobility of University Students, è servito a unire di più i popoli europei.
Dal 2014 il programma ha assunto il nome di Erasmus Plus e coinvolge anche:
- La mobilità sportiva;
- Lo scambio per chi vuole fare tirocini formativi e lavorativi;
- Lo scambio per chi vuole approfondire il proprio dottorato o specializzazione;
Essenzialmente a:
-Perfezionare o imparare una lingua straniera;
- Diventare mentalmente più aperti al confronto con altre culture;
- Avere più opportunità di inserimento lavorativo nel mercato non più solo nazionale ma europeo;
- Crearsi un network o rete di contatti che saranno utili, non solo a livello umano, ma per allargare il bacino di opportunità future.
Inoltre, stabilirsi in una città e paese non proprio, studiando e interagendo in una lingua diversa, dover sostenere esami ed integrarsi in un meccanismo anche lontano da quello d’origine aiuta a sviluppare la propria capacità di organizzazione non solo dello studio ma della vita quotidiana - pensate a quando occorre aprire un conto in banca nel paese straniero - e la propria resilienza: caratteristiche che le aziende poi valutano positivamente nel curriculum vitae.
L’Erasmus è accessibile tramite concorso che gli studenti sostengono partecipando ai bandi pubblicati dalle rispettive università. Questo vuol dire che non sia possibile studiare ad esempio a Messina e partecipare a un bando dell’Università di Padova.
Agenzia Nazionale Erasmus + Per avere una panoramica del programma e delle tempistiche con cui vengono pubblicati i bandi basta seguire l’Agenzia Nazionale Erasmus+ che ha sede a Firenze.
Dipartimenti mobilità delle Università Ma il modo più semplice è monitorare le notizie della propria Università di riferimento oppure consultare l’elenco completo delle Università disponibile qui e nei siti istituzionali cercare il reparto o l’ufficio dedicato alla mobilità studentesca o ai bandi.
Normalmente i bandi per candidarsi escono nel primo trimestre o quadrimestre accademico (tra settembre e novembre come accade ad esempio per l’Università di Torino).
Il periodo di studio deve durare da un minimo di 3 mesi a un massimo di 12 e per potervi partecipare occorre essere:
- Iscritti a un corso di laurea, o dottorato o specializzazione, anche part-time;
- In regola con il pagamento delle tasse universitarie
Molte Università consentono di partecipare anche più volte all’Erasmus nel corso della vita accademica, eventualità molto rara, purché chi si candida abbia da curriculum ancora un minimo di tre mesi di corsi da ultimare (qui un bando d’esempio).
In genere la selezione per vincere un bando Erasmus prevede questi passaggi:
- Iscrizione del candidato o candidata con invio di documentazione curriculare, cv, documento di riconoscimento e il modello ISEE per la dichiarazione reddituale;
- Già in fase di application viene poi chiesto di scegliere una rosa di destinazioni accademiche, fino a tre;
- L’attestazione di conoscenza della lingua del paese in cui si vorrebbe andare.
A questo punto le Università possono far sostenere un test preliminare di lingua per accertare che lo studente abbia il livello minimo richiesto - in genere il B nella classificazione della conoscenza delle lingue straniere - tenendo conto che comunque il polo accademico ospitante fornirà sempre un corso di lingua aggiuntivo e gratuito.
Una volta sostenuta la prova l’Università stilerà poi una graduatoria dei vincitori per ogni destinazione. Chi ha esami in regola, una media alta e un curriculum affine al percorso che si vuole perfezionare all’estero ha molte chance di arrivare tra i primi posti e quindi scegliere anche le mete migliori nella rosa precostituita.
A bando vinto saranno poi fornite dall’Università e dalla Regione o Stato di partenza:
- Un programma di orientamento alla partenza
- Il supporto per iniziare a strutturare il piano studi all’estero
- Le indicazioni sull’erogazione del contributo per sostenere le spese di soggiorno (non le tasse universitarie che invece basta pagare nella propria Università di origine).
Ogni Università aderisce a un programma di partnership con accademie o università di quasi tutti i paesi europei ma nell’ambito di uno schema approvato dalla Commissione Ue e che stabilisce i criteri grazie a cui un polo Universitario o centro di ricerca può accreditarsi e diventare destinazione Erasmus.
Al momento l’elenco delle realtà aderenti è in fase di riprogrammazione dopo il settenato 2014-2020: se siete curiosi e volete avere una panoramica completa delle accademie europee che fanno parte di Erasmus plus potete scaricare l’elenco completo qui.
Per una ricerca più agevole poi potete cercare i paesi aderenti dal motore di ricerca della commissione europea.
In quest’altro articolo invece abbiamo approfondito quali sono le 15 migliori destinazioni Erasmus.
Studiare all’estero significa dover programmare e concordare anche un piano di studi apposito da sostenere nell’Università di destinazione. Stiamo parlando del Learning Agreement, un vero e proprio accordo sui contenuti degli esami e delle attività da svolgere nel periodo dell’Erasmus.
Il piano studi deve essere stilato prima della partenza e approvato sia dall’Università di destinazione sia da quella di provenienza, cioè firmato non solo dallo studente ma anche dai rispettivi responsabili mobilità delle facoltà o dipartimenti universitari. Qui un esempio di learning agreement da compilare.
Una delle possibilità meno note dell’Erasmus è quella di svolgere tirocini all’estero nell’ambito del programma e quindi di essere pagati tramite borsa di studio-lavoro.
Si tratta del ramo traineeship che ha più o meno la stessa durata del programma classico - cambia solo il tempo minimo, che è anche di due mesi, fino a un massimo di 12 - ma permette di formarsi in:
- Imprese e aziende;
- Università;
- Centri di formazione;
- Centri di ricerca;
- Organizzazioni non governative NGO o non-profit;
- Altre organizzazioni convenzionate;
Anche in questo caso bisogna partecipare tramite bando pubblicato dalla propria Università di riferimento ma l’accordo e il contenuto della formazione lavorativa saranno ovviamente diversi da quelli di un normale piano studi (qui intanto il facsimile del learning agreement per i tirocini).
Ad esempio, è possibile svolgere un tirocinio presso società di consulenza delle istituzioni europee, la banca centrale, gli istituti di cultura italiana all’estero o imprese private che aderiscano al programma sottoscrivendo un accordo con l’Università di partenza, le agenzie ONU ecc…
Requisito fondamentale per poter ottenere il tirocinio è che la formazione lavorativa sia in linea con il proprio percorso di studi.
Se poi invece l’esigenza è trovare un lavoretto di appoggio nel paese straniero mentre si studia leggi anche il nostro articolo su come trovare lavoro all’estero partendo da zero).
Una delle prime preoccupazioni di uno studente o tirocinante Erasmus riguarda l’organizzazione logistica sia del viaggio sia della permanenza all’estero.
La prima regola per trovare facilmente alloggio è:
- Contattare subito l’ufficio mobilità della propria Università e farsi dare i riferimenti dei responsabili mobilità dell’accademia ospitante;
- Come accade in Italia, anche molte università straniere hanno alloggi e case studentesche con stanze singole o in condivisione nei campus da assegnare in modo specifico agli Erasmus;
- In alternativa esistono reti per l’affitto breve o agevolato e agenzie convenzionate con i programmi Erasmus dei singoli paesi, come questa.
Il consiglio di base tuttavia è entrare direttamente nei forum e nelle associazioni Erasmus che radunano gli studenti aderenti al programma e possono offrire un validissimo aiuto iniziale per trovare casa e anche coinquilini.
Ad esempio, uno dei più ampi e validi è quello dell’Erasmus Student Network che ha una pagina dedicata all’accomodation.
Ma anche i servizi dedicati allo student housing nel mondo - come questo - sono molto utili (qui anche il profilo Instagram).
Uno dei temi chiave riguarda poi l’ammontare delle borse di studio o dei contributi pubblici che permettono di pagarsi le spese di permanenza all’estero.
Le borse Erasmus si basano su contributi erogati dal fondo europeo dedicato al programma e sulle integrazioni offerte sia dalle regioni o stati di partenza sia da quelli di arrivo o destinazione. Paesi come la Francia, ad esempio, assegnano anche un contributo di integrazione per gli affitti conosciuto come CAF (Caisse d'Allocation Familiale) che può valere anche oltre 200 euro al mese per città come Parigi, dove gli affitti sono più cari.
Dato che il contributo mensile dipende poi anche dal reddito dello studente presentato con il modello ISEE al momento della candidatura non esiste una cifra fissa uguale per tutti ma è possibile stimare dei range.
L’Università di Padova spiega bene nel dettaglio il range medio e il metodo di calcolo della borsa percepita mensilmente da chi vinca il bando Erasmus (potete leggere anche direttamente qui):
- 300 euro al mese per: Danimarca, Finlandia, Irlanda, islanda, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Regno Unito, Svezia;
- 250 euro al mese per: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, ex-Repubblica iugoslava di Macedonia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Serbia (per Bando Erasmus+ in Europa), Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia, Ungheria;
- Tra le 650 e le 700 euro al mese per le destinazioni extra europee elencate nel bando annuale.
Rimborso biglietto aereo, treno, viaggio
Sono cifre in linea con la media delle borse erogate a uno studente Erasmus che riceve anche a parte un contributo una tantum delle spese di viaggio. Si va in genere da un minimo di circa 100 euro a un massimo di oltre 1000 euro, solo per il viaggio di andata.
La cifra varia in base al paese di destinazione e quindi alla distanza in km a partire dal punto di partenza in Italia. Per questo esiste anche un calcolatore di distanza per ottenere il rimborso viaggio in base ai km disponibile qui.
Se volete potete leggere qualche info in più dal sito istituzionale Ue;
E seguire le testimonianze di chi ha ottenuto la borsa Erasmus.